Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Faremo un viaggio a Milano tra 900′ e oggi alla scoperta di una poetessa eccezionale. Parleremo di esistenza, di incertezza e di poesia. Abbiamo dedicato la puntata di oggi ad Anna Maria Carpi e alle sue opere
“E qui ci colpisce un’altra particolarità. Il senso di realtà è un nemico e al tempo stesso un fatale alleato. Lei ci si tiene stretta quando i colori della vita diventano troppi e si perde la visione d’insieme, quando la follia dell’esistenza supera la poesia. D’altro canto dice: “La realtà non mi ha interessato”. Ma la questione è qual è il mio contributo all’analisi del presente. Dove posso arrivare nelle gole di una realtà che si fa sempre più complessa e che grida “ora ora ora”?
Così scrive il poeta Durs Grünbein nella postfazione del libro “Entweder bin ich unsterblich” di Anna Maria Carpi. E proprio la complessità della realtà e dell’esistenza ad essere al centro della poesia della Carpi. Versi in cui ritmiche e temi sono posti in soluzioni sempre nuove. Da esse traspare un linguaggio limpido dove non mancano continui passaggi dal realistico al filosofico. Diventa quindi importante la descrizione di elementi della vita della Carpi che diventano boe salvifiche nel complesso mare magnum dell’esistenza dalle cui incertezze si diramano diversi interrogativi. Punti essenziali di una poesia che tiene ben presente al centro del suo fluire quegli altri diversi dall’io dell’autrice che sono i suoi lettori.
Anna Maria Carpi, interrogarsi sull’esistenza
Come si evince nelle raccolte poetiche come “A morte Talleyrand”, “E tu fra i due chi sei” e “E io che intanto parlo. Poesie 1990-2015” , Anna Maria Carpi si interroga e interroga il suo lettore sulla ricerca di una dimensione esistenziale in cui porsi. Questo costante interrogativo tra malinconia e inquietudine fa si che la Carpi non si fermi a ciò che noto come il suo se interiore ma continui a chiedere all’esistenza di conoscere quella dimensione dell’altro che appare sconosciuta. Lo scopo questo di una poesia che rielabora direttamente l’esistenza alternando, tra aperture e chiusure, solitudine, incertezza e socialità. Il tutto in miscuglio di sentimenti che si muove tra proiezioni dolorose e accoglienza. Questo in un gioco in cui anche l’amore è un sentimento ambiguo segnato da incomprensioni e da felicità.
Stefano Delle Cave
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