Antonella Ruggiero, una voce libera e senza confini

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Di Redazione Metropolitan

Antonella Ruggiero è una delle voci più inconfondibili e versatili del panorama italiano. Si distingue per la sua tonalità da soprano leggero e l’elevata estensione vocale. La cantante riesce a spaziare tra registri molto diversi tra loro. Passa dal pop alla lirica, dal jazz al soul, dal rock alla musica sacra. La Ruggiero conosce la fama a partire dagli anni ’70, coi Matia Bazar, che raggiungono un pubblico internazionale.

Nel 1996 la cantante genovese inizia la sua variegata carriera solista, caratterizzata da una sperimentazione sempre maggiore. La sua discografia conta 16 album coi Matia Bazar, 15 album da solista, oltre a numerose collaborazioni, album dal vivo e raccolte. Ripercorriamo insieme la carriera di Antonella Ruggiero, interprete raffinatissima e dalle rare peculiarità.

Formazione storica dei Matia Bazar. In alto, da sinistra: il batterista Giancarlo Golzi (1952-2015), Antonella Ruggiero (voce), il bassista Aldo Stellita (1947-98); in basso, da sinistra: il chitarrista Carlo Marrale (1952) e il tastierista Pierangelo Cassano (1948) - photo credits: debaser.it
Formazione storica dei Matia Bazar. In alto, da sinistra: il batterista Giancarlo Golzi (1952-2015), Antonella Ruggiero (voce), il bassista Aldo Stellita (1947-98); in basso, da sinistra: il chitarrista Carlo Marrale (1952) e il tastierista Piero Cassano (1948) – photo credits: debaser.it

Antonella Ruggiero, la nascita dei Matia Bazar

«Matia perché è un mio soprannome. Bazar perché abbiamo sempre voluto fare tutto da noi, dalle canzoni agli arrangiamenti, ai testi, all’organizzazione delle tournée per cui è un bazar il nostro.» (Antonella Ruggiero in un’intervista per la RSI del 1981)

Antonella Ruggiero nasce a Genova il 15 Novembre del 1952. Le sue origini sono napoletane. È diplomata all’istituto d’arte e per un breve periodo fa la disegnatrice grafica in uno studio pubblicitario. Nei primi anni ’70, Antonella partecipa come corista ai brani del gruppo genovese Jet, anche se non accreditata. L’artista inizia ufficialmente la sua carriera nel 1974, con lo pseudonimo “Matia”, dal genovese “matan”, ovvero “pazza”. Autodefinizione ironica per un talento unico ed estroso. Il suo primo singolo è La strada del perdono. Al brano partecipano anche i Jet, poco prima di separarsi. Dallo scioglimento del gruppo, ha origine una delle formazioni più talentuose di sempre del pop italiano.

Tre dei quattro componenti dei Jet, ovvero Piero Cassano (tastiere), Aldo Stellita (basso, voce) e Carlo Marrale (chitarra, voce), si uniscono alla Ruggiero e a Giancarlo Golzi, proveniente dai Museo Rosenbach. Siamo a Genova, nel 1975. Ecco che nascono i Matia Bazar, così chiamati in omaggio alla vocalist femminile, “Matia”. La formazione originaria dei Matia Bazar subisce negli anni numerose variazioni, anche a causa di lutti e rifondazioni. Ma la star indiscussa, nella storia del gruppo genovese, resta proprio Antonella Ruggiero. Anche quando questa decide di allontanarsi dalla band nel 1989.

Matia Bazar, Vacanze romane, Festival di Sanremo del 1983

Il successo internazionale coi Matia Bazar

I Matia Bazar compongono un’originalissima musica che fonde pop, rock ed elettronica. Debuttano nel 1975 con il singolo Stasera…che sera, con cui partecipano alla manifestazione “Un disco per l’estate”. È solo il primo di una lunga serie di successi, anche internazionali. Per ricordarne solo alcuni, dell’era Ruggiero: Per un’ora d’amore, Solo tu, E dirsi ciao, Elettrochoc, Mr Mandarino, Cavallo bianco, Ti sento. Il capolavoro resta forse Vacanze romane, brano vincitore del premio della critica al Festival di Sanremo del 1983. In questa occasione, diviene iconica l’immagine dell’elegantissima frontwoman, con acconciatura e tailleur bianco in stile anni ’30.

Tutti i brani dei Matia Bazar mettono in risalto le strabilianti doti vocali di Antonella Ruggiero. I suoi virtuosismi fuori dall’ordinario la avvicinano ad altre due grandi della musica italiana, Mina e Giuni Russo. Oltre loro tre, non esistono forse in Italia altre artiste in grado di usare la propria voce come se fosse uno strumento. Ma l’apprezzamento di critica e pubblico non dipendono solo dalla (seppur insostituibile) prima vocalist. I Matia Bazar portano nell’Italia dei primi anni ’80 il synth pop. Regalano raffinate composizioni senza tempo, in equilibrio tra pop melodico, new wave e progressive. Tra il 1977 e il 2012, i Matia Bazar partecipano in tutto a 12 Sanremo. Lo vincono nel 1978 con E dirsi ciao e nel 2002 con Messaggio d’amore (qui la vocalist è Silvia Mezzanotte). Nel 1979 partecipano all’Euro Vision Song Contest con Raggio di luna.

Antonella Ruggiero, La danza, 1996

L’allontanamento dai Matia Bazar e il debutto solista con Libera

Antonella Ruggiero sceglie di allontanarsi dai Matia Bazar nel 1989. La rottura del fruttuoso sodalizio è dovuta a ragioni sia artistiche che personali. È finito il rapporto con Stellita e Antonella vuole dedicarsi alla propria vita privata. Nel 1990 nasce il figlio Gabriele, avuto dal produttore Roberto Colombo, con cui inizia anche un duraturo legame artistico e professionale. La cantante sente inoltre il bisogno di dedicarsi ai viaggi ed esplorare nuovi orizzonti musicali. Il primo album da solista arriva solo dopo sette anni di pausa, nel 1996. Il titolo è significativamente Libera. L’opera, registrata tra Italia e India, è un azzardata ma riuscita fusione tra la musica dei due paesi. Antonella si presenta al pubblico rinnovata e riesce a unire mirabilmente le ritmiche occidentali con i suoni dell’antico oriente.

Nel 1997, Antonella, insieme al suo produttore e compagno Roberto Colombo, realizza Registrazioni moderne. Si tratta di un disco dove le canzoni dei Matia Bazar sono riproposte in una veste nuova, insieme a giovani musicisti cresciuti sotto l’influenza del gruppo (tra gli altri, Timuria, Subsonica, Bluvertigo). Nel 1998 la Ruggiero si presenta per la prima volta da sola a Sanremo, con Amore lontanissimo. Arriva seconda e ottiene l’ovazione della critica. L’esperienza sanremese incarna la contraddizione insita nella carriera di Antonella Ruggiero: alle alte postazioni raggiunte sul podio (sarà di nuovo seconda nel 1999 con Non Ti Dimentico, e prima nella categoria Donne con Echi d’Infinito nel 2005) non corrisponderà un successo di vendite. Se ne riconosce l’indubbio talento, ma sostanzialmente l’ex Matia resta oggetto di scarsa attenzione per quanto riguarda la sua produzione solista.

Antonella Ruggiero, Inafferrabile, 1999

Antonella Ruggiero, libera e inafferrabile

Tuttavia, è proprio questa attività nella penombra, rivolta a pochi, che regala alla Ruggiero una assoluta libertà creativa. Senza sentirsi in obbligo di rispondere a eventuali aspettative di pubblico e critica, la cantante ribadisce il suo senso d’indipendenza nell’album successivo, Sospesa (1999). Qui, nella traccia Inafferrabile, afferma di essere “nata libera” e di voler stare “fuori dal branco”. Il terzo album in studio contiene inoltre una partecipazione illustre: Ennio Morricone firma And Will You Love Me. A partire dal 2000, Antonella Ruggiero inizia ad avvicinarsi ad un linguaggio inedito, la musica sacra. A questo genere appartengono gli album Luna crescente – Sacrarmonia (2001) e Cattedrali (2015).

La variegata gamma di esperienze artistiche della cantante comprende anche una riproposizione in chiave “classica” dei temi più importanti dei musical di Broadway, nel 2002. Nello stesso periodo, Antonella Ruggiero è protagonista, al Teatro La Fenice di Venezia, di Medea, opera video in tre parti con musica di Adriano Guarnieri. Dopo un breve ritorno alla musica pop, l’artista presta la sua voce sempre impeccabile a un altro originalissimo progetto. Nel 2004, infatti, dedica un intero repertorio alla musica ebraica, Lieder ebraici. Si tratta di una serie di concerti che toccano luoghi significativi, come la sinagoga di Berlino nel settembre del 2006, in occasione della Giornata della Memoria. Nel 2007 esce Genova, la Superba, disco con cui rende omaggio ai più importanti musicisti della sua città: Fabrizio De André, Luigi Tenco, Umberto Bindi, Bruno Lauzi, Ivano Fossati, Gino Paoli e New Trolls.

Antonella Ruggiero, Echi d’infinito, Festival di Sanremo 2005

Antonella Ruggiero, “la la la” e virtuosismi inarrivabili

Un altro frutto del duo Ruggiero-Colombo è Pomodoro genetico (2008), in cui la musica elettronica è accompagnata da suggestive sonorità di elementi d’orchestra. Tra le altre opere più recenti, ricordiamo I regali di Natale (2010), L’impossibile è certo (2014) e Quando facevo la cantante (2018). Il primo di questi dischi, reinterpreta alcune melodie natalizie del passato della tradizione italiana e internazionale, di un periodo che va dal Medioevo agli anni ’40. L’uscita de L’impossibile è certo è anticipata dai brani Quando balliamo e Da lontano, presentati a Sanremo. Quando facevo la cantante è ad oggi l’ultimo album in studio di Antonella Ruggiero. È un cofanetto con 6 CD che include le canzoni eseguite da solista dal 1996 al 2018.

Qualunque sia il genere in cui si cimenti, la cantante genovese è una delle pochissime interpreti italiane in grado di uscire tecnicamente dagli ambiti dell’ordinario. Ciò è dovuto in parte alle sue doti naturali, in parte a un diligente lavoro di studio, che valorizza costantemente le inconsuete potenzialità. Antonella Ruggiero può spesso concedersi “il lusso” di intonare anche semplici vocalizzi (a volte dei puri “la la la”) e di arrampicarsi su per vertiginose scale musicali. Mantenendo sempre una voce perfetta e cristallina e raggiungendo virtuosismi inarrivabili.

A cura di Valeria Salamone

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