Il 13 ottobre di duecentouno anni fa moriva a Venezia lo “scultore della bellezza”. Il suo nome è Antonio Canova.
Antonio Canova è stato uno dei più importanti pittori e scultori italiani della fine del Settecento, ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo. Il Neoclassicismo, movimento artistico e letteraria, si è sviluppato proprio negli anni compresi tra la seconda metà del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento.
Una tecnica scultorea a cavallo tra due secoli: la vita e le opere di Antonio Canova
Antonio Canova nacque a Possagno, un comune in provincia di Treviso in Veneto, il primo novembre del 1757 da una famiglia benestante che lavorava nel campo dell’architettura. Dopo la morte del padre nel 1761 e le seconde nozze della madre, il piccolo Antonio fu affidato alle cure del nonno paterno, abile nel lavorare il marmo e impegnato nella realizzazione di interventi scultorei in molte chiese dei Paesi limitrofi.
Dal nonno, Canova imparò a lavorare e scolpire la pietra e il marmo. Dopo un periodo di studi all’Accademia di Venezia, il giovane si trasferì a Roma nel 1779 dove aprì la sua prima bottega e dove realizzò i primi capolavori che lo resero celebre nel mondo dell’arte. Canova ricevette diverse commissioni da pontefici e imperatori.
Antonio Canova, le opere
Nel 1783 la realizzazione del monumento funerario a papa Clemente XIV, per la basilica romana dei Santi XII Apostoli, consacrò Canova come massimo scultore del secolo. Durante i diversi soggiorni a Napoli e a Parigi in questi anni Canova realizzò le sue opere più importanti. Si ricorda tra le più significative il gruppo marmoreo raffigurante Amore e Psiche (1793), oggi al museo del Louvre.
A Parigi Canova divenne l’artista ufficiale del regime napoleonico. Amareggiato per la firma del Trattato di Tolentino del 1797 a seguito delle vittorie di Napoleone nella prima campagna d’Italia, Canova lasciò Parigi. Con la firma del Trattato, Pio Vi si impegnava a cedere a Napoleone opere d’arte e preziosi manoscritti, oltre alla città di Avignone.
L’esecuzione del ritratto di Paolina Borghese per Napoleone Bonaparte
A questi anni risale l’esecuzione del ritratto di Paolina Bonaparte Borghese, sorella di Napoleone, nelle sembianze di una Venere vincitrice. L’opera, terminata nel 1808, si trova oggi alla Galleria Borghese.
Canova fu incaricato dal papa di recarsi a Parigi per recuperare le opere cedute con il Trattato di Tolentino. Nonostante le difficoltà, lo scultore riuscì a ottenere la restituzione di gruppi scultorei e dipinti. Ammalatosi, Canova morì a Venezia il 13 ottobre del 1822.
La creazione scultorea
Nella realizzazione delle sue opere, Canova iniziava dall’esecuzione dei disegni preparatori, nei quali fissava l’idea compositiva. Al bozzetto a matita, seguiva la realizzazione veloce in creta dell’opera, in uno studio tridimensionale del soggetto. L’artista, poi, realizzava l’opera in creta a grandezza naturale, rifinendola in ogni dettaglio.
Il calco in gesso del modello veniva preparato dai suoi collaboratori. Sempre i collaboratori scolpivano poi il blocco in marmo, copiando le proporzioni dell’originale in gesso. La fase finale di rifinitura era lasciata a Canova stesso. L’artista lavorava alla scultura anche per interi mesi, arrivando al massimo grado di levigatura.
La tecnica scultorea di Antonio Canova nel Neoclassicismo
La teorizzazione del Neoclassicismo, movimento artistico del quale Canova fu il massimo esponente, avvenne a Roma con gli scritti dell’archeologo e storico dell’arte Johann Joachim Winckelmann. Gli scavi archeologici e la riscoperta delle città di Ercolano e Pompei diedero vita all’archeologia come scienza.
La perfezione, la bellezza e la purezza dell’arte antica, centrali nel Neoclassicismo, sono alla base di tutte le opere di Canova. La tecnica scultorea dell’artista veneto appare evidente sin dai primi gruppi marmorei. In Canova c’è un’attenzione tutta nuova nel rendere più umani i volti, rappresentandone le espressioni.
Antonio Canova, il “Nuovo Fidia”
La precisione delle linee, la delicatezza delle forme e delle proporzioni, nella tecnica scultorea di Antonio Canova, sono frutto di un costante lavoro di studio. In una continua ricerca dei canoni della bellezza ideale, Canova ha dato forma al marmo superando l’armonia delle sculture greche e romane.
Per le sue opere, e la precisione della sua tecnica, Antonio Canova si guadagnò il soprannome di “Nuovo Fidia”. Gli ideali dell’Atene periclea perseguiti da Fidia (490 a.C.– 430 a.C.), scultore e architetto ateniese, attivo ad Atene, Tebe e Olimpia, famoso per il Partenone e per le più importanti sculture greche, “rivivevano” adesso nelle opere del più grande scultore del Settecento.
Elisabetta Guglielmi
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