Antonio Garrido: il primo campione dell’European Tour

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Di Redazione Metropolitan

Dimenticatevi per il momento le sfavillanti luci della ribalta, i montepremi generosi e i ripetuti appuntamenti anche fuori dal Vecchio Continente. Quando l’European Tour vede la luce, nel 1972, integrando il circuito professionistico, è davvero tutto un altro paio di maniche.

Lo scenario d’esordio dell’European Tour

La Professional Golfers’ Association, inizialmente, crea un Tour di otto tappe nei principali Paesi europei: il French Open (già autodidatta nel 1970), Italian, Spanish, German e Swiss Open che lo erano dal 1971; si aggiungono anche il Dutch Open, Madrid Open e Lancia d’Oro quali nuovi arrivati: a fine anno i tornei diventano venti. Ed è nella penisola iberica, dal 12 al 15 aprile 1972, che l’European Tour si tiene a battesimo.
Tra i 153 partecipanti a questo primo, storico appuntamento, che si spartiranno una torta da quasi 10.000 dollari, di cui ben 2.450 destinati al vincitore, c’è ovviamente una massiccia rappresentanza di giocatori di casa. Tra questi, oltre ai tre azzurri Baldovino Dassù, Roberto Bernardini ed Ettore Della Torre (ancora un amatore) c’è Antonio Garrido che gioca davanti agli amici di sempre: ha 28 anni ed inconsapevolmente non sa ancora, al mattino del giovedì, che di lì a quattro giorni entrerà nell’albo d’oro come il primo trionfatore nella storia dell’European Tour.

I favoriti ai nastri di partenza

L’evento trova ospitalità presso il Golf Club de Pals, a Girona, e tra i favoriti ci sono alcuni nomi noti del golf internazionale. Il sudafricano Dale Hayes (17esimo all’ultimo Open Championship), l’inglese Tommy Horton che già vanta alcuni successi in Europa, il vecchio” Lionel Platts, classe 1934 più volte piazzato al Major britannico, e quel Maurice Bembridge che nel 1968, sul percorso di Carnoustie, era rimasto in lotta fino all’ultimo giro chiudendo poi al 5° posto, a quattro colpi da Gary Player. E poi c’è Sam Torrance, scozzese talentuoso non ancora 19enne, che qui non andrà oltre il 60° posto, ma poi farà strada. Eccome se ne farà.

Tocca all’americano David Oakley, 27enne di New York, chiudere in testa il primo giro in 70 colpi, uno in meno di Angel Gallardo che è fra i giocatori spagnoli più accreditati. Un colpo ancora più indietro ci sono Norton, l’altro iberico Valentin Barrios, l’australiano Jack Newton, l’irlandese John O’Leary e l’amateur belga Daniel Swaelens. Garrido, dal canto suo, non sembra troppo ispirato firmando uno score di 77 colpi: si appaia con i tre golfisti italiani.

Garrido nel finish del suo swing. Photo Credits: Marca

Due giorni di saliscendi

Barrios balza al comando con un secondo giro in 70 colpi, miglior score di giornata eguagliato da Guy Hunt e Christy O’Connor che inseguono con quattro colpi di svantaggio. Ecco quindi Garrido che, rotti gli indugi, gira in 71 colpi e rinviene in 7° posizione, a sei colpi dal connazionale, è preceduto anche da Gallardo, Horton e Swaelens provvisoriamente in 4° posizione, a cinque lunghezze dalla testa della classifica.

Il bello tuttavia, deve ancora venire, appassionando il pubblico che (seppur non troppo nutrito) è accorso al Golf Club de Pals per ammirare le gesta dei campioni. Con Bernardini, Dassù e Della Torre sufficientemente competitivi da garantirsi l’ammissione alle ultime, risolutive 36 buche, al terzo giro Garrido piazza un altro score in 71 colpi e rileva la posizione di Barrios che chiude in 78. Ora Garrido è al comando, assieme ad Hunt ed Oakley, e con il gallese Brian Huggett: uno che nel 1965 fu capace di giungere secondo all’Open Championship alle spalle di Peter Thomson, proprio quest’ultimo segna il miglior percorso di giornata in 69 colpi, risalendo a sua volta al 9° posto. E con ben 16 giocatori racchiusi in 3 colpi, si va all’ultimo giro.

La sfida tra Antonio Garrido e Barrios

L’ultimo giro non lesina davvero emozioni, Garrido si libera della compagnia di Hunt ed Oakley che chiudono alle sue spalle di un solo colpo, ma viene riagganciato da Barrios che, con 73 colpi contro i 74 di Garrido, trascina il connazionale allo spareggio. Il playoff comincia, per entrambi, con un par in quattro colpi alla buca 1, così come segnano il par anche alla buca 2, la situazione non si sblocca. La sfida si decide sul green della buca 3: Barrios sfiora il birdie con un put di 8-9 metri, tutti si preparano ad un’altra buca di spareggio ma Barrios putta da sette metri e la palla s’imbuca.
Trionfante seppur incredulo, tanto da affermare di “non credere a quel che sta succedendo, mi pare un sogno“, Antonio Garrido iscrive il suo nome allo Spanish Open 1972, primo torneo nella storia dell’European Tour. Ed è una vergatura destinata a durare.

Autore: Nicola Pucci.
Articolo originariamente pubblicato su SportHistoria.
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