Artemisia Gentileschi, violenza e riscatto della seguace di Caravaggio

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Di Redazione Metropolitan

Stasera a teatro segnala lo spettacolo Artemisia Gentileschi della Compagnia Dellozio sul dramma della pittrice romana vissuta nel ‘600

Fino al 14 marzo è disponibile online, lo spettacolo Artemisia Gentileschi, racconto in quattro atti portato in scena dalla Compagnia Dellozio di Beatrice Baldaccini e Matteo Morigi. Artemisia è una pittrice vissuta nel ‘600, che spicca per modernità e audacia nel panorama della storia dell’arte. Interpretato da Beatrice Baldaccini, il racconto parte dai primi giorni di vita della pittrice, passa per le cronache della vita casalinga e familiare, fino al dramma della violenza subita da parte di un pittore conoscente del padre.

Artemisia Gentileschi – Giuditta che decapita Oloferne . 1614-1620 Galleria degli Uffizi, Firenze – photo credits Wikipedia

Nata a Roma l’8 luglio 1593, è avviata in età precoce all’attività di pittrice dal padre, Orazio Gentileschi, anche lui del mestiere e già influenzato dall’arte del Caravaggio nel realismo con cui ritrae i soggetti dipinti. Uno stile che anche Artemisia assimila velocemente e che possiamo ammirare, ad esempio, in una delle sue opere più celebri, Giuditta che decapita Oloferne, realizzato tra il 1614 e il 1620.

Artemisia Gentileschi stuprata in casa propria da Agostino Tassi

Il racconto di Baldaccini e Morigi verte principalmente sulla tragica vicenda dello stupro subito dal pittore Agostino Tassi, detto lo smargiasso, al quale il padre la affida per perfezionare la sua formazione. Siamo nel 1611, quando, all’interno dell’abitazione dei Gentileschi, dopo diversi rifiuti, il Tassi approfitta dell’assenza del padre e violenta la giovane. Il tutto avviene grazie alla compiacenza di Cosimo Quorli, membro della camera apostolica, e della vicina di casa che vede ma tace.

Artemisia Gentileschi - Autoritratto come allegoria della Pittura (1638-1639), Royal Collection di Windsor
 - photo credits Wikipedia

Artemisia Gentileschi – Autoritratto come allegoria della Pittura (1638-1639), Royal Collection di Windsor – photo credits Wikipedia

Il lungo processo e le umiliazioni

Il comportamento di Artemisia, di fronte al dramma vissuto, colpisce per la determinazione e il coraggio, così come il padre, che sarà sempre dalla sua parte nel corso del processo. Dopo l’inganno del Tassi, che promette di sposarla con un matrimonio riparatore, ma poi si scopre essere già coniugato, Artemisia lo denuncia. Il processo è lungo e umiliante, complicato dalle numerose amicizie potenti del pittore e dai falsi testimoni che non esitano a gettar fango sulla famiglia.

Una sentenza solo apparentemente giusta

Viene sottoposta a visite ginecologiche alla presenza dei membri del tribunale e persino a pratiche di tortura per rendere più veloce l’accertamento dei fatti, secondo la mentalità giurisdizionale dell’epoca. L’anno successivo, nel 1612, l’uomo viene riconosciuto colpevole “per sverginamento” e condannato a cinque anni di carcere. Gli viene però data la possibilità, in alternativa, di andare via da Roma. Lui, ovviamente, sceglie questa sua seconda possibilità, peraltro disattesa. Sempre grazie alle sue amicizie influenti, pare non si sia mai spostato dalla capitale e abbia continuato a vivere indisturbato.

Artemisia Gentileschi - Susanna e i vecchioni (1610) Castello di Weisenstein -photo credits Wikipedia
Artemisia Gentileschi – Susanna e i vecchioni (1610) Castello di Weisenstein -photo credits Wikipedia

Conosce Cosimo II de’ Medici e il nipote di Buonarroti

La reputazione di Artemisia, invece, è compromessa,. A Roma vengono composti sonetti licenziosi e ironici su di lei. Dopo un matrimonio riparatore con il pittore Pierantonio Stiattesi, si trasferisce prima a Firenze, dove entra alla corte di Cosimo II de’ Medici e conosce il nipote di Michelangelo Buonarroti. Poi è di nuovo a Roma, a Venezia e infine a Napoli, dove muore l‘8 agosto 1656.

Lo spettacolo nato tra Lombardia, Piemonte e Romagna

La narrazione della Compagnia Dellozio si focalizza soprattutto sulla capacità della donna di trasformare la  sofferenza in forza propulsiva per il suo riscatto.  Poco più di un’ora di narrazione attraverso un testo incalzante, lo spettacolo rappresenta nella sua ideazione una via di mezzo tra il live e la registrazione per lo streaming online. Nello spettacolo, nato tra Ossola, Gargallo, Milano e Cesena, gli artisti si esibiscono in contemporanea a distanza in comuni e regioni diverse, realizzando uno spettacolo live registrato in videochat.

Testi e drammaturgia di Matteo Minetti e Alberto Pincitore
Regia Matteo Riva
Con Beatrice Baldaccini, Matteo Morigi
Voce Elisa Marangon
Pianoforte e arrangiamenti di Roberto Olzer

Produzione Compagnia Dell’Ozio. Costo 5,90 euro. Disponibile fino al 14 marzo 2021 su

https: //www.ontheatre.tv/ArtemisiA-b106c900

a cura di Anna Cavallo

Nella cover: l’attrice Beatrice Baldaccini . Foto da pagina Facebook Compagnia dellozio