Caravaggio e la luce, cinque opere fondamentali

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Di Redazione Metropolitan

Michelangelo Merisi, detto Caravaggio - Photo Credits: web
Michelangelo Merisi, detto Caravaggio – Photo Credits: web

Caravaggio, pseudonimo di Michelangelo Merisi, è uno dei più celebri pittori di tutti i tempi. Nasce il 29 settembre nel 1571 e passato alla storia per i suoi dipinti, che combinano un’analisi dello stato umano fisico ed emotivo, sottolineato da uno scenografico uso della luce.

Nella pittura di Caravaggio, possiamo notare come la luce e il buio, non entrano in dissonanza tra loro, ma si completano, esaltandosi l’un l’altro. L’uso di questo binomio, è un’anteprima di quello che successivamente verrà usato in fotografia e cinema.

Caravaggio, Scudo con testa di Medusa - Photo Credits: web
Caravaggio, Scudo con testa di Medusa – Photo Credits: web

La funzione della luce è, inoltre, quella di evidenziare il sacro e il profano, in modo allegorico-simbolico. Ecco come la luce diventa rivelatrice di dettagli poco gradevoli, ma veri! Frutta difettosa, decapitazioni, sangue, prostitute. È rivelatrice di una realtà piuttosto che di un’immagine stereotipata. E’ la luce del realismo, del cinema del popolo.

Autoritratti di Caravaggio all'interno di opere - Photo Credits: web
Autoritratti di Caravaggio all’interno di opere – Photo Credits: web

Le 5 opere più importanti

Per spiegare meglio l’importanza del rapporto tra tale binomio caravaggesco, bisogna approfondire 5 fra le sue opere più celebri. E’ proprio grazie all’uso mirato della luce, che tali opere hanno avuto il potere di stregare, di incantare e di stupire.

1 – Ragazzo morso da un ramarro, 1595-1596

Caravaggio, Ragazzo morso da un ramarro - Photo Credits: web
Caravaggio, Ragazzo morso da un ramarro – Photo Credits: web

Una fra le prime opere realizzate da Caravaggio, mostra un ragazzo morso da un ramarro che sbuca dai fiori e dai frutti in cui era nascosta. Esso si trova in una posizione scomposta, con un’espressione dolorante e sorpresa allo stesso tempo. Essa fa riferimento al piacere e le pene d’amore, per via del modello effeminato, con una rosa tra i capelli e la spalla destra sensualmente scoperta.

Nel dipinto sono particolarmente curati gli effetti luministici: la luce che penetra da una finestra, si riflette nel vaso e attraversa l’acqua nella boccia di cristallo. Infatti essa entra in campo come un lampo trasversale nel buio, che non viene quindi dall’alto, ma da una sorgente al di fuori della scena dipinta. Binomio tra luce ed ombra conferisce realismo e teatralità.

2 – La vocazione di San Matteo, 1599-1600

Caravaggio, Vocazione di San Matteo - Photo Credits: web
Caravaggio, Vocazione di San Matteo – Photo Credits: web

Il secondo dipinto è la vocazione di San Matteo, realizzato su due piani paralleli. Quello più alto vuoto, occupato solo dalla finestra, mentre quello in basso raffigura il momento in cui Cristo nomina San Matteo suo apostolo. La sacralità della scena, viene stravolta dall’artista attraverso la realtà di garzoni seduti ad un tavolo in osteria.

Per evidenziare i dettagli della scena, utilizza l’espediente di una fitta penombra tagliata da squarci di luce bianca misteriosa. E’ proprio la luce che assurge a simbolo della Grazia divina proveniente dall’alto. Grazia che simbolicamente lascia la libertà agli uomini di aderire o meno alla Rivelazione, come si denota che non tutte le figure sono rivolte verso essa.

3 – Conversione di San Paolo, 1601

Conversione di San Paolo - Photo Credits: web
Caravaggio, Conversione di San Paolo – Photo Credits: web

La terza opera ritrae il momento topico della conversione di Paolo raccontata negli Atti degli Apostoli: quello in cui a Saulo, appare Cristo in una luce accecante che gli ordina di desistere dal perseguitare i cristiani e diventare suo apostolo sotto il nome di Paolo. Sono presenti nella scena un vecchio, un cavallo, e Gesù Cristo sotto forma di luce divina proveniente dall’alto.

Anche qui la luce assume una funzione allegorica-simbolica. Come simbolo di Grazia Divina, infatti, la luce ha lo scopo di irrompere nelle tenebre del peccato (il fondo scuro). Un peccato ancor di più sottolineato dalla presenza centrale del massiccio cavallo, parte rilevante del dipinto, e simbolo dell‘irrazionalità del peccato.

4 – Sette opere di Misericordia, 1606-1607

Sette opere di Misericordia - Photo Credits: web
Caravaggio, Sette opere di Misericordia – Photo Credits: web

In essa notiamo una composizione serrata, concentrata su un insieme di diversi personaggi, che raffigurano le sette opere di Misericordia. A supervisionare dall’alto, vi è la Madonna col Bambino sopra due angeli. Questa scena sacrale, può essere confusa con una semplice scena di genere. Ecco che sembra ambientata in un tipico vicolo popolare di Napoli, città in cui realizzò il quadro.

Nel dipinto convivono due ambienti di natura diversa. In alto, la Madonna col bambino in uno spazio divino e angelico, mentre in basso, i popolani in uno spazio terreno. La luce anche in questo caso illumina le figure in alto e lascia completamente in ombra quelle in basso. Anche qui, sottolinea simbologie ed allegorie verso il mondo divino.

5 – Decollazione del San Giovanni Battista, 1608

Decollazione del San Giovanni Battista - Photo Credits: web
Caravaggio, Decollazione del San Giovanni Battista – Photo Credits: web

L’ultima opera, realizzata a Malta, mostra l’attimo precedente alla decollazione di San Giovanni Battista. Secondo molti, quest’opera rappresenta il presagio di morte dell’artista, anche lui condannato alla decapitazione. Ecco perché questa è l’unica sua opera firmata, a riprova della sua devozione verso Dio e del suo pentimento.

La scena si svolge all’alba ed è concentrata tutta su un lato, priva di dettagli. La scena, anche qui, viene spogliata dalla sua sacralità per lasciare spazio al realismo dell’ambiente. Intende dare più importanza allo spazio al fine di aumentarne la drammaticità. Ancora una volta l’artista utilizza la luce come quinte teatrali, che illuminano le figure trasversalmente.

Federica Minicozzi

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