Aung San Suu Kyi nasce in Birmania il 19 giugno 1945. È un attivista politica, leader fondatrice della Lega Nazionale per la Democrazia che si batte contro il regime militare birmano. Una lotta che è diventata sempre più internazionale tanto che la Suu Kyi è stata insignita del premio Nobel per la pace nel 1991. Un premio ritirato di persona solo nel 2012 a causa della prigionia imposta dal regime militare birmano.

Aung San Suu Kyi, dalla prigionia alla libertà


Da sempre Aung San Suu Kyi è a capo del movimento di opposizione al regime militare del suo paese e fondatrice della Lega Nazionale per la Democrazia. Per questo ha vissuto anni agli arresti domiciliari ed inseguito in regime di semilibertà. La prigionia e la forza delle sue battaglie ha suscitato varie proteste da molti leader internazionali,, come ad esempio papa Giovanni Paolo II. Grazie alla pressione internazionali nel 2010 è stata finalmente liberata dal regime militare birmano. Ha potuto così andare a trovare il figlio, ritirare un Nobel per la pace vinto nel 1991 e partecipare alle prime libere elezioni birmane del 2015. Oggi la Suu Kyi è Consigliere di Stato del Presidente dopo aver lasciato una serie di ministeri politici.

Aung San Suu Kyi al momento della consegna del Nobel

Le controversie sulla leader birmana


Nonostante sia diventata ormai un’icona della pace e della non violenza nelle cultura mondiale, non sono mancate accuse contro la Suu Kyi. In particolare, nel 2017 è avvenuto un terribile genocidio compiuto dall’esercito birmano contro la minoranza dei Rohingya. la Suu Kyi fu accusata di essere rimasta indifferente e di non aver condannato apertamente se non di legittimare questa deplorevole azione. Per questo le furono ritirate molte onorificenze conseguite come la cittadinanza onoraria canadese. Tuttavia la Suu Kyi si sta preparando oggi a partecipare come candidata de facto all’elezioni politiche birmane del 2020 con il regime militare sempre in agguato.