Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. In occasione dell’avvicinarsi della prima domenica di Avvento abbiamo deciso di dedicare la puntata a questo importante tempo di attesa. Un tempo che ci porterà verso il Natale preparandoci alla venuta del Signore. Abbiamo voluto dare un’ulteriore dimensione di spiritualità al nostro racconto ispirandoci alla famosa leggenda dei quattro angeli dell’Avvento. Angeli che appaiono sulla terra per preannunciare la nascita di Gesù.
Avvento, l’inizio
Era il giorno prima dell’inizio dell‘Avvento. La seduta era iniziata da poco più di mezzora ma i minuti trascorsi, per quanto fossero pesanti le parole dette, sembravano molto di più. Alessandro Guerra in15 anni di attività aveva curato i pazienti dai pensieri più straordinari ma il giovane che aveva di fronte li superava di gran lunga di più. Francesco gli aveva infatti raccontato addirittura di aver visto un angelo vestito di blu. Un fatto che per un uomo di scienza come lui sembrava facilmente attribuibile al doloroso stato emotivo in cui versava il paziente a causa della morte della madre e di un rapporto burrascoso con il padre. Eppure le parole di quell’angelo e gli occhi azzurri del suo paziente che si erano riaccesi improvvisamente rispetto alla sedute precedenti gli avevano preannunciato qualcosa di diverso. Ecco perchè qualche ora dopo si trovo intensamente a pensare ad un angelo apparso un pomeriggio del giorno prima sulla panchina nei pressi di una fontana dedicata nella villa comunale della città proprio agli angeli.
Secondo Francesco sembrava un tranquillo signore sulla cinquantina che indossava un completo blu. Quello che però più colpiva di questa misteriosa situazione era il fatto che lo strano individuo conoscesse il nome e la situazione personale del suo paziente. “Apri la tua mente e il tuo cuore”, gli aveva detto, “conosci e ama te stesso. Tua madre ti vuole bene e vuole che anche tu te ne voglia”.
Il fratello perduto
Parole che avevano colpito direttamente anche Alessandro che aveva anche lui subito una perdita dovuta però alla sua incoscienza. Non vedeva suo fratello Giulio da 10 anni con cui aveva tagliato i ponti a causa di una vecchia condanna per furto dovuta alla sua tossicodipendenza. Giulio abitava nella stessa città ma Alessandro non aveva mai voluto incontrarlo nonostante il fratello l’avesse cercato con insistenza. L‘affermato psicologo temeva di sporcare la sua immacolata reputazione frequentando un tossico e aveva sempre dolorosamente rifiutando ogni proposta . Forse era il caso che anche lui iniziasse a capirsi di più non chiudendosi dietro ad un ruolo che la società glia aveva assegnato.
L’angelo rosso
Alessandro meditò sulla storia dell’angelo per alcuni giorni fino a metterla inavvertitamente da parte a causa di innumerevoli impegni di lavoro. Poi improvvisamente si ricordò che l’indomani sarebbe stato sabato e Francesco sarebbe venuto nuovamente per la sua seduta. “ Ieri ho visto di nuovo angelo”, disse Francesco mostrando un sorriso sottile e felice come se stesse raccontando un bellissimo sogno. “Sempre vestito di blu?”, chiese Alessandro incuriosito. “Era lo stesso dell’altra volta ma aveva un completo rosso. Quando mi sono seduto vicino a lui a guardare la fontana mi ha salutato e mi ha detto che cercava l’amore”. “L’amore?” ,ribattè sorpreso Alessandro. “Io cerco l’amore non avere paura ha detto”, continuò Francesco in tono estasiato, “tu nei hai tanto dentro e forse dovresti darne un po’ a tuo padre che non merita colpe non sue. Ama te stesso e ama il tuo prossimo ancora di più”.
La sorpresa ancora più grande fu che Francesco stava effettivamente ricostruendo un rapporto con il padre. Un rapporto rottosi dopo che il giovane aveva accusato il genitore di avergli mentito sulla reale malattia della madre. Un’ora dopo Alessandro ripensava nuovamente a suo fratello. Aveva sentito qualcosa che mai si sarebbe aspettato qualche tempo fa. Aveva sentito l’impulso di chiamarlo ma qualcosa lo trattenne. Poi lo chiamò ma nessuna risposta. Gli lasciò allora un lungo messaggio su cellulare pur pensando che, a causa dei suoi continui passati rifiuti, Giulio non avrebbe mai risposto. Tuttavia Alessandro si era proposto di riprovarci spinto dall’emozione che la storia dell’angelo di Francesco gli aveva ispirato. Dal suo ateistico punto di vita molto probabilmente si trattava di proiezioni emotive del suo paziente che stava ritrovando una forma di conforto dopo la perdita della madre. Un conforto che pian piano si stava trasmettendo anche a lui.
La venuta
La settimana seguente Francesco si presentò nuovamente per la seduta. Aveva visto nuovamente un angelo e sempre di venerdì pomeriggio. Stavolta era vestito di un bianco che il sole rendeva ancora più splendente e avevo detto che in Francesco c’era amore e ora il giovane ne era consapevole. Francesco infatti raccontò di aver parlato con il padre e che si era finalmente confidato con la scusa di una passeggiata e che ora poteva nuovamente guardarlo negli occhi. Aveva avuto paura ma nel silenzio aveva sentito la voce della madre che lo spingeva verso il padre. Dopo la seduta Alessandro rimase ancora più perplesso perchè non riusciva più a fare nessuna diagnosi concreta. La paura crebbe ancora di più quando Giulio finalmente gli rispose. Il loro incontro che sarebbe stato tra una settimana, di venerdì. In quell’occasione finalmente si sarebbero rivisti, ma come aveva preannunciato Giulio, non ci sarebbero state mezze parole ma solo verità.
In un primo momento non rispose. Era ancora indeciso temendo di assistere alla rabbia di un povero fratello malato a causa della droga. Improvvisamente si sentì bisognoso di aiuto come uno dei suoi pazienti. Non fece però nulla aspettando ansiosamente il giorno dell’appuntamento per decidere. Quando arrivò, si ricordò che proprio venerdì era il giorno delle apparizioni dell’angelo. Nel disperato bisogno di un consigli decise di andare alla fontana indicata da Francesco.
L’angelo viola
Si sedette sulla panchina di fronte ma gli unici angeli che poteva vedere erano sono quelli marmorei della fontana. Fece un profondo respiro mentre il timore di aver fatto una stupidità, di aver tradito il suo metodo scientifico si mescolo alla paura del fratello. Respirò ancora con il diaframma per calmarsi quando sentì dentro di se la voce di Giulio che gli diceva “Vieni è venuto”. Improvvisamente accanto a lui notò un signore di mezza età che corrispondeva alla descrizione di Francesco solo che aveva un vestito viola. Si guardarono ma lui gli fece cenno di andare. Qualche ora più tardi, mentre riabbracciava il fratello divenuto ora un onesto operaio di una torrefazione, venne a sapere che sarebbe nato tra qualche giorno un nipote. Si sarebbe chiamato Emanuele.
Stefano Delle Cave