Irpinia, storia di quel giorno di novembre in cui era sempre sera

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Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. Con l’avvicinarsi del quarantesimo anniversario del drammatico terremoto dell’Irpina abbiamo dedicato il nostro racconto di oggi a questa terribile sciagura avvenuta il 23 novembre del 1980. Per farlo ci siamo ispirati alle testimonianze di alcuni sopravvissuti e ad una canzone di Pino Daniele dal titolo ”È sempre sera” dedicata a questa immane tragedia.

Irpinia, l’inizio

Era a casa nel suo piccolo paesino dell’Irpinia distesa sul pavimento mentre l’inseparabile Costanza le teneva compagnia. Tina sapeva che la sorella sarebbe stata al suo fianco anche adesso nonostante i suoi genitori l’avessero richiamata ad un imperativo rispetto della famiglia. Per questo non aveva paura di come sarebbero andate le cose e anzi se ne stava tranquillamente a guardare la televisione come se nulla fosse successo risoluta nelle posizioni a cui il cuore l’aveva portata. In quel momento c’era Discoring e i quotidiani problemi si stavano perdendo all’interno di svariate note musicali. Anzi Tina non fece nemmeno inizialmente caso a dei richiami della madre che dal bagno le chiedeva di chiudere il gas in cucina che aveva lasciato aperto. Poi Costanza gli fece notare che sarebbe stato meglio provvedere subito per ricostruire una forma di dialogo che, sembrava al momento persa, con i genitori.

Tina si rialzò svogliatamente ma non ebbe nemmeno il tempo di rendersene conto che un rumore sordo la rovescio a terra. Si voltò immediatamente dall’altra parte notando che la televisione era si era improvvisamente spenta mentre le pareti della stanza iniziavano rovinosamente a tremare. Tina si ricordò del gas che non aveva fatto in tempo a spegnere sentendosi in colpa per aver messo in pericolo la sua famiglia. Si sentiva in colpa per aver creato quell’assurda situazione per quelli che ora riteneva futili motivi. Costanza corse immediatamente ad abbracciare Tina e a stringerla a se mentre la sorella urlava tra insistenti lacrime: “Il gas, perdonatemi…mamma ho dimenticato di chiudere il gas!”. Tutto intorno una nebbia di fumo cominciava ad avvolgerle mentre la terra le stava seppellendo. “Papà! Papà! Perdonami!”, urlava in maniera sempre più straziante. Nel frattempo Costanza le diceva che sarebbe andato tutto bene per non pensare a quello che realmente stava accadendo.

Abbiamo dedicato questa puntata di StoryLine al terremoto dell'Irpinia
Tra i due era nato un amore, immagine realizzata dal pittore Sergio Totaro

Ti amo Giovanni

Non si sentiva più tremare ma solo un strano silenzio intervallato da qualche urlo lontano. Tina notò che era ancora abbracciata a Costanza ma qualcosa gli impediva di muoversi e gli faceva molto male la gamba.La gamba, la gamba!, gridò improvvisamente per il dolore, “dove siamo, dove siamo?”. Costanza guardò brevemente in alto e “non si vede niente, deve essere crollato tutto” disse, “ ma deve essere ancora sera perchè è sempre sera”. Tina si tolse la polvere che le copriva gli occhi e notò tutt’intorno a se un’oscurità inoltrepassabile. “Papà! Mamma!” iniziò a urlare improvvisamente senza nessuna risposta. “Ho ucciso tutti, ho dimenticato il gas ed è saltata la casa” iniziò piangere a colpire con la mano il petto di Costanza. La sorella cercò di rassicurarla pur provando molto dolore a causa di un braccio bloccato e qualche costola contusa.

Tina però non riusciva a darsi pace ritenendosi sempre responsabile di tutto. In cuor suo si sentiva in colpa persino per aver conosciuto il suo Giovanni come non aveva mai fatto. Quel bravo ragazzo dai profondi occhi azzurri sempre disponibile e sincero lo aveva considerato la cosa più bella della sua vita. Tra i due nonostante la giovane età nato un amore ed un’intesa molto forte tanto da spingerli a fare già progetti matrimoniali che avevano scatenato le ire dei suoi genitori. Giovanni era visto in paese come una persona molto strana soprattutto dal momento in cui si era improvvisamente arricchito scatenando le maldicenze dei compaesani. A Tina non interessava quello che i suoi genitori pensavano ma quel fatto tremendo aveva messo in dubbio tutto anche se strenuamente cercava di negare la cosa.

Abbiamo dedicato questa puntata di StoryLine al terremoto dell'Irpinia
Sentì una presa alle mani, immagine realizzata dal pittore Sergio Totaro

La verità del terremoto

Piangeva Tina mentre iniziò a respirare affannosamente. L’ansia e la polvere le facevano lentamente perdere il senso del tempo tanto che cominciò nervosamente a chiedere: ”Che ora è? Che ora è?”. “Sempre sera, è sempre sera”, rispose debolmente Costanza, “non devi preoccuparti torneremo a rialzarci insieme con la mamma, papà e Giovanni”. “Non è vero, moriremo tutti ed è solo per colpa mia e del mio cocciuto amore”, urlò disperatamente Tina. “Non dire così è sta solo una fatalità..tu e Giovanni in un modo nell’altro sarete sempre insieme..insieme” la rassicurò Costanza con l’ultimo filo di voce prima di svenire. Tina vide la sorella cadere con la testa all’indietro e percepì la gravità della situazione ma la paura di ammettere quella che sembrava una dura verità lasciò il posto all’immaginazione.

“Costanza sai cosa faccio?”, disse Tina sorridendo improvvisamente, “adesso chiudo anche gli occhi e magari mi risveglio davanti alla televisione perchè questo è solo un incubo dal quale presto mi sveglierò. Anzi…Giovanni mi darà anche un bacio”. In quell’istante credette che effettivamente Giovanni la stesse chiamando. “Hai visto Costanza”, disse Tina chiudendo gli occhi godendosi quel momento, “Giovanni mi sta per svegliare”. Sentì nuovamente chiamare ed un rumore di mani che grattavano avvicinandosi. “Giovanni..Giovanni sono qui”, urlò Tina tendendo le sue mani. Improvvisamente sentì una prese alle mani ed aprì gli occhi. “Perdonami, è colpa mia non ho chiuso il gas”, disse Tina piangendo mentre qualcuno a fianco lei soccorreva la sorella e l’aiutava a respirare. “Non è stato il gas”, disse Giovanni, “è stato un terremoto che ha distrutto tutto e tu sei sopravvissuta”. Tina si rassicurò e in quell’istante si accorse di essere fuori dalle macerie. Una fioca luce le colpì il volto facendole notare che albeggiava e non era più sempre sera.