Babbo Natale in tutù: a Modena scoppia la polemica

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Di Redazione Metropolitan

Ha scatenato non poche polemiche l’istallazione natalizia nella piazza centrale di Modena: si tratta di un Babbo Natale in tutù. Enrico Aimi di Forza Italia, centro destra commenta: “È un’icona arcobaleno”. L’autore dell’opera, Lorenzo Lunati, replica alle polemiche: “Danza per liberarsi un po’ dal peso che si è portato sulle spalle per tutto questo tempo”.

Babbo Natale modenese al centro della polemica del centro destra

È un’immagine ormai consolidata nell’immaginario di chiunque quella della figura iconica di Babbo Natale: lunga barba bianca, tutone rosso e cintura bianca. Un omone tutto di un pezzo che consegna i regali ai bambini durante la notte di Natale. Ma chi ha detto che Babbo Natale non possa indossare anche altre vesti e presentarsi con una mise differente?

A dirlo sono i rappresentati del centro destra ed in particolare  il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Enrico Aimi davanti all’istallazione natalizia sui generis fatta a Modena. Nella piazza centrale della città di Modena, Piazza XX settembre, è stata infatti realizzata una statua che ritrae Babbo Natale con indosso un tutù. Una versione diversa ed ironica del solito Babbo Natale che siamo abituati a vedere, un Babbo Natale libero di esprimere la propria passione per la danza. Perché sì, la danza può anche essere una passione maschile senza far venir meno la mascolinità. Sono immediatamente scoppiate le polemiche a riguardo.

Tra i portavoce del dissenso, Enrico Aimi che ha così commentato, come riportato da Tgcom24, la particolare istallazione: “È più un’icona arcobaleno per adulti ideologizzati, mezzo babbo e mezza babba, che una figura da magia del Natale. Ma qui non si smette mai di fare politica, nemmeno di fronte ai bambini che meriterebbero solo di essere lasciati in santa pace”. Un commento assai spiacevole che denota l’incapacità, purtroppo ancora di molti, di modificare le proprie prospettive per aprirsi a nuove realtà.

Velocemente e con altrettanta forza sono arrivate le polemiche da parte di Ferdinando Pulitanò, presidente provinciale di Federazione dei Liberali: “Viste le sue recenti battaglie e l’odio per le nostre tradizioni forse la sinistra ha trovato finalmente il suo simbolo natalizio, un bel Babbo Natale in calzamaglia”.

La replica dell’autore dell’opera

Davanti a così tanto scompiglio e giudizi negativi non poteva ovviamente mancare la risposta da parte dell’autore dell’opera, autore del “reato imperdonabile”. Lorenzo Lunati, Art Director e Direttore del Marketing presso la Lunati Manufacturing Ideas Srl ha giustificato la sua scelta dicendo: “Il Babbo danza per liberarsi un po’ dal peso che si è portato sulle spalle per tutto questo tempo. E’ un Babbo per fortuna molto lontano da misere e sterili polemiche politiche”.

L’autore dell’opera ha anche voluto spiegare meglio la sua interpretazione del Natale gender free attraverso un post sulla pagina Facebook dell’azienda, allegando una foto. “E questo per quest’anno è il nostro Babbo Natale per Modena. È un Babbo che ci ha visti perdere tutti i riferimenti della nostra vita quale la conoscevamo, da un momento all’altro. È un Babbo che ci ha guardati da lontano smarriti e sofferenti per quasi due anni, che ora vede finalmente che osiamo quasi sorridere di nuovo. E’ un Babbo umano, che danza per liberarsi un po’ dal peso che si è portato sulle spalle per tutto questo tempo. Vuole provare a essere felice, ed è quello che dice a noi: SIATE FELICI“.

Ha quindi concluso la didascalia del post scrivendo: “E’ un Babbo per il quale nessuno di coloro che si sentono così offesi da questa immagine, ha pagato un solo centesimo, perché è completamente gratuito, né il Comune di Modena né la politica alcuna hanno versato né verseranno un soldo. E’ un Babbo fortunato perché con lui ballano tanti bambini e anche qualche adulto, e consapevole della sua fortuna porterà tutto il suo ricavato (per questo un ringraziamento speciale a tutto il nostro Team che ha contribuito e ci ha sostenuti in questa scelta) a chi ne ha bisogno“.

Cristina Caputo

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