Swing e Rockabilly nell’esordio discografico firmato “Barabba e Burattini” [Intervista]

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Di Redazione Metropolitan

Tanto Swing, rockabilly e sound anni 50 nell’album d’esordio dei partenopei Barabba. Un band napoletana dal cuore americano come amano definirsi. Registrato presso i Tuscià Recording Studio l’album “Barabba e Burattini” è un lavoro discografico di dieci tracce dalla volitiva linea compositiva a tratti provocatoria ed ironica. Un viaggio  negli anni 50′ fatto dalla band composta da Riccardo De Filippis, Antonio Barberio e Salvatore Traversa. Un trio musicale rockabilly catapultato nella musica attuale.  Swing

Quando nasce il progetto Barabba e come si è sviluppata musicalmente parlando la vostra identità artistica da musicisti swing e rockabilly ?

Il progetto Barabba, in via ufficiale nasce circa sette anni fa per le strade di Napoli,scenario nel quale si trova coraggio per esibirsi davanti a tanti passanti che solo un area Metropolitana può garantire. Riccardo De Filippis classe 90”alla semibatteria e voce ,Antonio Barberio classe 92” al contrabbasso da subito si mettono a lavoro assieme al primo chitarrista di sempre Paolo Pugliese dando vita alla formazione che tutt’ora presentiamo. Dopo le prime esibizioni poco retribuite (o non retribuite affatto), ci si cimenta nella scrittura del brano di stampo rock’n roll intitolato Fire, e con il passare del tempo la quantità di ingaggi aumenta ma solo a livello locale. La linea sonora di riferimento prende spunto principalmente dagli Stray Cats, noti negli anni 80” per aver reso Pop un genere di nicchia come il Rockabilly ma soprattutto dal Leader,Brian Setzer,virtuoso chitarrista nato a Long Island e tutt’ora in attività con la Brian Setzer Orchestra. Dopo tanti cambiamenti,nell’estate del 2017  entra nel gruppo al posto di Paolo, Salvatore Toto Traversa, classe 94” il quale contamina il sound collettivo con un tocco sicuramente derivato da un forte ascolto e rispetto di Pino Daniele.

Proponendo i vostri brani ricchi  riferimenti provenienti da oltreoceano avete trovato un pubblico interessato alla vostra musica oppure un po’ sospettoso?

Il pubblico a nostro parere ha accolto molto bene le nostre sonorità,d’altronde non abbiamo inventato nulla di nuovo ma abbiamo riproposto un flusso musicale da sempre amato ma non piu ascoltato come un tempo. Ci siamo solo impegnati a mescolare un’identità del tutto personale e moderna con il billy,genere da sempre amato ma non più vissuto come un tempo.Swing

Incuriosiscono, i maniera simpatica,  alcune vostre cover acustiche di brani come Paracetamolo di Calcutta o Chocolate Jesus di Tom Waits. Come è nata questa vostra trasversalità?

Ci diverte molto cimentarci in brani apparentemente lontani dal nostro genere cardine specialmente se stravolgiamo o accentuiamo totalmente il l’intenzione che il primo autore ha voluto donare all’ascoltatore.Questo è il caso di Paracetamolo di Calcutta. Per quanto riguarda Tom possiamo dire che lo consideriamo come un enciclopedia sonora dal quale prendere spunti totalmente fuori da ogni schema e ciò ci rende davvero soddisfatti durante la “ Coverizzazione “ del brano.

Arriviamo a Baracche e Burattini. Nel rockabilly che proponete ce anche spazio per tematiche importanti come la libertà per le donne affrontata ad esempio in Bin Laden. Credete che toccare questi temi in maniera scanzonata sia anche un modo per far riflettere meglio il pubblico?

Con le diverse forme d’arte è possibile dire ciò che si pensa ed usare la stessa arte come forma di difesa quando si verrà attaccato dalle critiche. Bin Laden è un grido di libertà e ci fa riflettere non solo sulla disperazione di una persona che si cimenta in amore ed arriva al punto di essere capace di fare le cose piu difficili da comprendere dal punto di vista sentimentale ma mette in risalto i diritti spesso violati delle donne medio orientali che negli ultimi anni hanno subito le risonanze di un involuzione culturale. Swing

Siete anche molto sfrontati, artisticamente parlando. Baracche e Burattini può definirsi un album realizzato senza porsi limiti e con la giusta vena di follia?

Barabba e Burattini è semplicemente il frutto di un anno di duro lavoro passato a sviluppare idee apparentemente banali,abbellite da pensieri personali, competenze acquisite nelle varie esibizioni ed è per noi grande fonte di orgoglio in quanto è il nostro primo lavoro ufficiale. La follia incanalata in questo album ci rende più liberi ed equilibrati nella vita quotidiana.

La vostra musica non si ferma certamente al rockabilly. Usate senza timore anche tanto swing e jazz. Quali sono i vostri riferimenti italiani per quanto riguarda questi generi?

Per quanto riguarda lo swing di sicuro la Brian Setzer Orchestra. Non possiamo ancora permetterci di azzardare un affermazione particolarmente impegnativa come l’attribuzione di una sonorità Jazz. Non lo conosciamo in senso stretto ma gli anni di ascolto e di studio ci hanno consentito di dare impressioni sempre diverse rendendo viva la nostra attenzione nei confronti di questo lavoro.Swing

In un epoca musicale travolta dal digitale e proiettata verso la Trap e il pop che dominano la scena mondiale sopratutto quella americana dove si collocano i Barabba con il loro sound anni 50 ?

Per ora stiamo ancora veleggiando al fine di acquisire un’ identità che renda il nostro sound riconoscibile a tutti ma nell’ambito della musica leggera noi potremmo collocarci in un flusso che si avvicina al blues moderno ma allo stesso tempo contornato da un pizzico di Pop.

Rimanendo in chiave musicale volendo fare un gioco. Vi sentite più americani nati in Italia o napoletani dal cuore americano?

Di sicuro Napoletani dal cuore americano! Ci incuriosisce sapere che in linea latitudinale New York si trova quasi allineata perfettamente con Napoli e sognamo di andarci un giorno, magari per un Tour.

Sergio Cimmino