Barometro dell’odio 2022: il cattivo esempio dei politici di centro-destra

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Di Rossella Di Gilio

Amnesty International Italia, promotrice del progetto “Barometro dell’odio“, finalizzato a misurare l’odio online, ha dedicato la sua sesta edizione alle Elezioni politiche 2022. Dai dati emersi, risulta che i politici di centro-destra hanno pubblicato oltre il doppio di contenuti discriminatori, rispetto a quella del centro-sinistra.

Barometro dell’odio 2022: il centro-destra detiene il primato dell’odio

Barometro dell'odio politici di centro-destra
Esempi di contenuti valutati da Amnesty

Il 9% dei contenuti postati da personaggi politici durante le ultime elezioni «è offensivo, discriminatorio o hate speech». A rilevare questi dati è Amnesty Intenational Italia, che ha dedicato la sesta edizione del suo progetto “Barometro dell’odio” alle Elezioni politiche 2022. Più di 50 attivisti hanno lavorato sinergicamente con lo staff dell’organizzazione per rispondere all’interrogativo attorno a cui ruota l’intera indagine: «Quanto e come il nuovo linguaggio della politica fa uso delle parole dell’odio online?». Per 5 settimane, nel periodo compreso tra agosto e settembre 2022, Amnesty ha raccolto oltre 30mila (di cui 2mila sono stati scartati perché non valutabili, per un totale 28.238 contenuti catalogati) contenuti presenti sui profili social (Facebook e Twitter) ufficiali dei politici candidati alle elezioni politiche nazionali. Il campione osservato durante il corso dell’indagine è di ben 85 politici (candidati sia ai seggi uninominali che plurinominali). Il gruppo specializzato di data scientist, ha evidenziato che 1 contenuto su 100 incita alla “discriminazione di una persona o di un gruppo di persone sulla base di caratteristiche personali o ne chiede la limitazione dei diritti”. Si parla dunque di veri e propri casi di hate speech. È la tipologia di comunicazione più premiata, in termini di like, interazioni e condivisioni degli utenti. I temi che hanno scaturito maggiori contenuti d’odio sono: «immigrazione (53%), minoranze religiose (36%), mondo della solidarietà (35%), Lgbtqia+ (31%) e discriminazione di genere (26%)». Un altro dato significativo è quello relativo alla discriminazione classista. Tra le categorie più colpite figura con il 17 di punteggio percentuale le persone in stato di svantaggio socio-economico. Inoltre, risulta che 4 contenuti su 10 sono attacchi sferrati tra avversari (e non) politici.

Chi sono gli haters della politica?

Stando ai dati, la coalizione del centro-destra ha pubblicato oltre il doppio dei contenuti offensivi e/o discriminatori rispetto alla coalizione del centro-sinistra: il 9% rispetto al 4%. Il “terzo polo” si colloca al centro col 6%. M5S ha pubblicato solo il 3% di contenuti di questa tipologia. Dall’indagine risulta inoltre che i principali esponenti politici, che hanno pubblicato contenuti offensivi e discriminatori, sono nettamente riconducibili a tre partiti: Lega in testa (Matteo Salvini, Manfredi Potenti, Claudio Borghi Aquilini, Edoardo Rixi e Severino Nappi – quest’ultimo non eletto), Fratelli d’Italia (Lucio Malan, Roberto Menia) e Azione. In pole position si colloca il leader del Carroccio (Matteo Salvini con il 18% di contenuti d’odio), a seguire l’attuale premier Meloni e in ultimo Carlo Calenda(9%). Forza Italia con Silvio Berlusconi si discosta dal trend di cdx con il 5%.

Se i politici quelle energie che mettono nell’insultarsi l’un l’altro le dedicassero a parlare di diritti in modo costruttivo saremmo già un passo avanti nella lotta alla discriminazione – commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, dopo i risultati emersi dal Barometro dell’odio 2022- Invece l’intolleranza, l’esclusione sociale, la marginalità partono proprio da qui: dall’assenza dei temi e delle persone nel dibattito pubblico; dalle rappresentazioni stereotipate e dalle generalizzazioni; dal linguaggio d’odio che viene sdoganato da chi per primo dovrebbe dare un buon esempio

Rossella Di Gilio

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