Beetlejuice: «The ghost with the most» sta per tornare con un sequel

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Di Federica Checchia

«Allora, dite il mio nome, ditelo due volte e alla terza io arriverò e ricordate che Io inghiotto, vomito, | sputo e rutto, | faccio porcate, chiedetemi tutto! Ma soprattutto ricordate che sono qui per voi!». I fans dello spiritello porcello devono aver seguito alla lettera le indicazioni e, a trentasei anni dall’uscita del primo capitolo, la saga di Betelgeuse (ma attenzione! Si pronuncia Beetlejuice) sta per tornare sul grande schermo, diretto nuovamente da Tim Burton.

Dopo il successo della pellicola del 1988, Burton ha realizzato una serie tv animata chiamata In che mondo stai Beetlejuice?. Nel frattempo, si è parlato a lungo di un vero e proprio sequel, senza però arrivare a nulla di concreto per molto tempo. Il regista, tuttavia, non ha mai abbandonato il desiderio di riprendere il discorso, ma ad una condizione: non ci sarebbe stato alcun seguito, se Michael Keaton non avesse deciso di tornare nei panni del sadico fantasma. Finalmente, dopo anni di dubbi e rinvii, la macchina si è rimessa in moto, e le avventure dello scaccia-vivi torneranno nelle sale cinematografiche il 6 settembre 2024, con il titolo Beetlejuice Beetlejuice.

Beetlejuice Beetlejuice: trama e cast

Un primo sguardo a Beetlejuice Beetlejuice, sequel del fortunato film del 1988, diretto da Tim Burton

Il lungometraggio originale ruotava intorno alle vicende di Barbara e Adam Maitland (Geena Davis, Alec Baldwin), scomparsi in un incidente, che chiedono l’aiuto del dispettoso Betelgeuse (Keaton) per sfrattare i nuovi inquilini viventi della loro casa, la famiglia Deetz. La trama del nuovo film, anticipata vagamente dal teaser trailer rilasciato il 21 marzo 2024, è la seguente: «Dopo un’inaspettata tragedia familiare, tre generazioni della famiglia Deetz tornano nella piccola città di Winter River, nel Vermont. Lydia Deetz, sensibile alle visioni paranormali, inizia a vedere il demone Beetlejuice che la perseguitava da adolescente. Il suo piani per sposare finalmente Lydia assume una rilevanza importante quando la sua defunta moglie torna in vita e inizia a cercarlo nell’aldilà. Nel frattempo, la figlia adolescente di Lydia intraprende una storia d’amore con un coetaneo del posto».

Il cast è, ancora una volta, d’eccezione, tra vecchie glorie e new entries. Keaton indosserà ancora il completo bianco e nero del bio-esorcista, metre Winona Ryder e Catherine O’Hara, indimenticabile madre di Kevin in Mamma, ho perso l’aereo, riprendono rispettivamente i ruoli dell’oscura Lydia Deetz e di Delia Deetz.

L’attesa, però, è tutta per Jenna Ortega e Willem Dafoe. La nuova attrice-feticcio di Tim Burton, che l’ha già diretta nella fortunatissima serie Mercoledì, riconfermata per una seconda stagione, impersonerà Astrid, la figlia adolescente di Lydia, che innescherà una reazione a catena che porterà al ritorno di Betelgeuse. Dafoe, invece, dopo il trionfo di Povere Creature!, sarà un investigatore molto speciale. In un’intervista a Variety ha dichiarato: «Interpreto un agente di polizia nell’aldilà, quindi sono una persona morta. Nella vita ero una star dei film d’azione di serie B, ma ho avuto un incidente che mi ha mandato nell’aldilà. Ma grazie alle mie capacità, sono diventato un detective nell’aldilà.».

Tra gli altri interpreti, anche Monica Bellucci, che presterà il volto a Delores, ex moglie dell’irriverente spettro, Arthur Conti (House of the Dragon) e Justin Theroux (La ragazza del treno, Joker). Assenti, invece, i protagonisti del primo Beetlejuice, Davis e Baldwin.

Le origini di Betelgeuse e le teorie dei fans

Lo ha confermato lo stesso Keaton: in Beetlejuice Beetlejuice, scopriremo qualcosa in più sulle origini del demone. Scavando nel suo passato, grazie anche all’entrata in scena della ex consorte, forse riusciremo a capire come si sia ritrovato intrappolato tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Ospite al Jimmy Kimmel Live, ha affermato: «La cosa bella di interpretare Beetlejuice è che non si può mai dire: ‘Beh, il mio personaggio non lo farebbe’. Farebbe qualsiasi cosa, il che è stato davvero fantastico da interpretare. Tuttavia, nel secondo film, che vi dico essere molto bello, Tim mi propone un’idea. Ammetto che inizialmente ho pensato: ‘Oh, ok. Non lo so, buona fortuna”. Quindi c’è una specie di retroscena, che è una specie di sorpresa per tutti.».

Nel corso degli anni, in molti hanno formulato ipotesi riguardanti lo spettro. La più diffusa e accreditata è certamente la teoria secondo la quale il personaggio di Keaton si sarebbe tolto la vita. Nel’opera dell’88, è rivelato che, prima di dedicarsi agli esorcismi, il poltergeist fosse una sorta di assistente, dunque un “funzionario privato”. Ricordando come si scherzasse sul fatto che le persone che pongono fine alla propria vita diventano funzionari pubblici nell’aldilà, questo potrebbe essere il stato il destino dello stesso Beetlejuice. Per ora si tratta di supposizioni, che potrebbero essere smentite o confermate alla prima proiezione.

Un ritorno alle origini per Tim Burton

Squadra che vince, non si cambia. Deve averlo pensato anche Burton, da sempre affezionato a una serie di collaboratori fidati. Primo fra tutti, Danny Elfman. Il cineasta e il compositore hanno lavorato insieme in diverse occasioni, da Edward Mani di Forbice a Il Mistero di Sleepy Hollow, da Big Fish a La Fabbrica di Cioccolato, oltre che nello stesso Beetlejuice. L’artista si è detto entusiasta del progetto, ed è stato molto felice di «tornare in quel mondo». Le musiche di Elfman non saranno, tuttavia, le uniche a fare ritorno in Beetlejuice Beetlejuice. Come confermato da Catherine O’Hara in un episodio del podcast Let’s Talk Off Camera, il brano Day-O (The Banana Boat Song), legato indissolubilmente a una delle sequenze più memorabili del cult movie del 1988, ci sarà, e in grande stile.

Il “ritorno alle origini” si estende anche agli aspetti tecnici del film. «È visivamente così eccitante», ha rivelato Jenna Ortega a Entertainment Tonight, «Credo che non useremo molta CGI, quindi è stato soddisfacente girare sul set.». Via libera, dunque, alla tecnica stop-motion, favorita rispetto alle ultime tecnologie. Lo stesso Tim Burton ha confidato: «Avevo bisogno di un ritorno alle origini e alla qualità artigianale. Ho sentito ancora una volta perché amo fare film.». I buoni propositi ci sono, le premesse pure; non ci resta che sederci, esclamare «Beetlejuice! Beetlejuice! Beetlejuice!», e aspettare settembre.

Federica Checchia

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