Cultura

La Bella Addormentata, il capolavoro ballettistico di Petipa

Per il quarto appuntamento della rubrica “Passi di danza” abbandoniamo un attimo la danza contemporanea per tornare a parlare di balletto classico. Se la scorsa settimana avevamo dato il benvenuto alla stagione primaverile con “La sagra della primavera“, oggi affrontiamo un’altra grande meraviglia del repertorio cajkovskijano, “La bella addormentata“. Considerata il capolavoro per eccellenza di Marious Petipa, egli ne ha curato anche il libretto. Gli altri due grandi balletti del coreografo infatti, Lago dei cigni e Schiaccianoci, furono completati dal suo assistente Lev Ivanov, che ne firmò la coreografia.

Alcuni cenni storici

La bella addormentata, balletto in un prologo, tre atti e quattro scene, debuttò il 3 Gennaio 1890 al Teatro Marijnskij di San Pietroburgo. Questa versione vedeva come interpreti principali Carlotta Brianza, nel ruolo della Principessa Aurora, e Pavel Gerdt, nel ruolo del Principe. Inoltre Maria Petipa, figlia del coreografo, vestiva i panni della Fata dei lillà ed Enrico Cecchetti quelli di Carabosse (en travesti) e dell’Uccellino azzurro. Come già accennato sopra, il libretto fu redatto da Marious Petipa in persona insieme a Ivan Vsevolozkij, autore anche dei costumi.

La Bella Addormentata storica del 1890 – Photo Credit: The Marious Petipa Society
Carlotta Brianza e Pavel Gerdt ne “La Bella Addormentata” del 1890 – Photo Credit: The Marious Petipa Society

Ci racconta Alberto Testa in uno dei suoi scritti che fu proprio Vsevolozkij a chiedere a Čajkovskij un grande balletto. In quanto direttore del Teatro Marijnskij infatti egli consegnò al compositore una nota di Petipa che precisava le esigenze del coreografo. Čajkovskij fu quindi costretto a seguire un itinerario narrativo-coreografico ben determinato, ma non incontrò grandi difficoltà nello svolgersi del lavoro. Col passare degli anni, grazie soprattutto all’intesa tra coreografo e compositore, “La bella addormentata” divenne uno dei balletti più acclamati in tutto il mondo.

La trama de La bella addormentata

Il prologo de “La bella addormentata” mostra la reggia del re Florestano intenta a festeggiare il battesimo della piccola Principessa Aurora. Il re e la regina invitano alla festa tutto il reame, ad eccezione della perfida Carabosse. Per vendicarsi, la strega lancia una maledizione alla piccola appena nata: al compimento dei 16 anni Aurora si pungerà un dito e morirà. Fortunatamente la Fata dei lillà non ha ancora portato il suo dono alla piccola e riesce a salvarla regalandole un sonno profondo al posto della morte.

Al sedicesimo compleanno della Principessa giunge Carabosse travestita da vecchia che le si avvicina e le porge un mazzo di fiori in cui è nascosto un ago. Come previsto quindi, Aurora si punge e si addormenta insieme a tutta la corte. Cento anni dopo, la Principessa si risveglierà solo grazie al bacio del Principe Desirèe (o Florimondo), che la Fata dei lillà ha condotto a corte. Nell’ultimo atto si festeggiano quindi le nozze tra i due giovani, a cui partecipano alcuni personaggi delle favole di Perrault: il Gatto con gli Stivali e la Gattina Bianca, l’Uccellino azzurro e Florine, Cappuccetto Rosso e il Lupo. Chiudono il divertissemant i due innamorati che si avviano verso la loro felicità e il lieto fine.

Svetlana Zakharova e Germain Louvet in La bella addormentata- Photo Credit: Brescia e Amisano
“La bella addormentata” con Svetlana Zakharova e Germain Louvet alla Scala di Milano – Photo Credit: Brescia e Amisano

Curiosità

  • La belle au bois dormant è il titolo del balletto in francese, ma anche il titolo di un’altra coreografia precedente a questa. Risale infatti al 1829 la coreografia di Jean Pierre Aumer su libretto di Eugène Scribe, il quale ha rielaborato liberamente la favola di Perrault. Il balletto non rappresentò all’epoca un grande successo, se non per l’apparizione di Maria Taglioni, per la quale il coreografo aveva composto un assolo.
  • Non sempre “La bella addormentata” viene rappresentata in tutta la sua durata, anzi spesso ne vengono estrapolate e messe in scena solo alcune variazioni. È il caso soprattutto del divertissement al terzo atto, dove sfila la suite delle danze nel finale. Inoltre, anche il Pas de deux rappresenta uno dei momenti che spesso vengono staccati dal contesto e da solo prende il titolo di Oiseau Bleu.
  • Grazie a “La bella addormentata” gli italiani conoscono Margot Fonteyn, l’allora Principal Dancer del Royal Ballet e storica partner di Rudolf Nureyev. La Fonteyn danzò questo balletto in una versione ridotta del 1950 con la coreografia di Petipa-Wallmann-Appleyard.

Eleonora Gorgoretti

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