Bella Ciao, la canzone della Resistenza diventata ormai un simbolo di italianità (ma non solo) nel mondo. Tanto che se oggi all’estero chiedete a uno straniero di “cantare una canzone italiana” saranno probabilmente di più quelli che intoneranno “Bella ciao” piuttosto che l’intramontabile “Volare” di Domenico Modugno.

Dove nasce la canzone “Bella ciao”? Qual è il suo reale significato? Perché oggi è diventata ancor più popolare, scatenando in diversi casi molte polemiche? Interrogativi che tornano sempre attuali in vista del 25 Aprile, festa della Liberazione e Festa nazionale.

“Bella ciao” è una canzone popolare italiana (le prime tracce risalgono all’800) la cui versione “partigiana” è databile intorno agli anni ’50. Pur essendo considerata infatti una “canzone della resistenza” non ci sono documentazioni (anzi ci sono addirittura testimonianze di partigiani) che venisse cantata dai resistenti (partigiani) negli anni ’40. La stessa Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) riconosce che Bella ciao: “Divenne inno della Resistenza soltanto vent’anni dopo la fine della guerra diventando un inno soltanto quando già da anni i partigiani avevano consegnato le armi”.

“Non ci sono indizi della rilevanza di Bella ciao tra le brigate partigiane – riporta l’enciclopedia online, Wikipedia – e neppure della stessa esistenza della versione del partigiano antecedente alla prima pubblicazione del testo nel 1953. Non ci sono tracce nei documenti dell’immediato dopoguerra né è presente nei canzonieri importanti: “Non c’è, ad esempio, nel “Canzoniere Italiano” di Pasolini e nemmeno nei “Canti Politici” di Editori Riuniti del ’62. C’è piuttosto evidenza di una sua consacrazione popolare e pop tra il ’63 e il ’64, con la versione di Yves Montand e il festival di Spoleto, quando il Nuovo Canzoniere Italiano la presentò al Festival dei Due Mondi sia come canto delle mondine sia come inno partigiano. Una canzone duttile, dunque, e talmente “inclusiva” da poter tenere insieme le varie anime politiche della lotta di liberazione nazionale (cattoliche, comuniste, socialiste, liberali…) ed esser cantata a conclusione del congresso DC che elesse come segretario l’ex partigiano Zaccagnini”.

Il testo della canzone Bella Ciao

“Una mattina mi son svegliato
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.

O partigiano portami via
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
o partigiano portami via
che mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.

Seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e le genti che passeranno
mi diranno che bel fior.

E questo è il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà”.

Video Bella Ciao nella Casa di Carta

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