“Là dove sto la televisione è rotta ed anche la presa per caricare il telefono..”. Dalla montagna pescando trote, rintanato nel suo idillio, è atteso nei palazzi del potere, dopo otto anni la sua elezione al Quirinale. Arazzi, stucchi, fregi, non lo incantano quanto la soavità del bosco. La campagna che predilige non sarà certo quella elettorale. “Bentornato Presidente“, stasera in tv Peppino Garibaldi come ‘l’eroe dei due mondi’. Ma in camicia rossa e a cavallo soltanto nel suo mondo agreste.
Il governo chiama. Le difficoltà nella situazione politica incombono. Serve un Presidente del Consiglio. Tra un’aiuola da zappare, l’orto da potare, la moglie Janis (Sarah Felberbaum), non riconosce più l’uomo appassionato che voleva cambiare l’Italia. E, insofferente alla tranquillità della vita fuori porta, viene convocata anche lei al Quirinale. Senza pensarci lascia a casa Giuseppe (Claudio Bisio), e con la figlia Guevara (Roberta Volpetti), prende la destinazione di Roma per la carriera politica. Sarà per inseguire la consorte che lo stimato Garibaldi, con l’altissimo gradimento del paese, accetterà l’incarico.
Bentornato Presidente, l’attualità al cinema
Tutto sembra trarre ispirazione ‘dall’indimenticabile’ momento storico italiano, a partire dalle elezioni del 4 Marzo 2018; con il clone di Giuseppe Conte e i due vicepremier che tanto somigliano a Di Maio e Salvini, e non manca il sosia di Renzi. Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi ne fanno un film nel 2019, “Bentornato Presidente” stasera in tv, che è la continuazione di “Benvenuto Presidente” del 2013. Una farsa dai toni favoleggianti: “Precedenza italiana” e “Movimento candido” sono i partiti alla completa assenza di realtà.
Brillante l’idea della semplicità al potere, con i suoi evidenti contrasti: Giuseppe arriverà nel palazzo del lusso e degli intrighi, in tenuta da pescatore. Una busta di vermi, berretto di lana, e canna da pesca in spalla. Morale: a Palazzo Chigi ci si arriva anche se vendevi il Borghetti sugli spalti. Chiara la farsa dell’uomo qualunque che governa a ‘casaccio’, o ad istinto. “Lavorare per non essere rieletto“, questa la qualità indispensabile di un capo di governo. Ancora non si abitua ai corazzieri ‘Bisio premier’, e al protocollo che non prevede certo abbracci e pacche sulla spalla. Nei saloni altezzosi della capitale, la cravatta va indossata al posto della mise da boscaiolo.
Peppino for president
Potrebbe risultare rischioso e petulante, rivedere sullo schermo i ‘difetti’, ‘l’egocentrismo’ e le ‘tattiche’ affabulanti dei nostri leader. Sarebbe un abuso di satira per lo spettatore. I tecnici del mestiere, ovvero i cineasti di professione, rimproverano a Bisio di guardare in macchina da presa per ben due volte: all’inizio con il dito puntato verso il pubblico, e alla fine del film, nel suo ultimo dialogo “Eh, che ne dite?“. E’ il copione che lo richiede, ma Hollywood sarebbe rabbrividita.
Per riproporre gli interni del Quirinale, sono state riutilizzate le location del film precedente: Palazzo Farnese a Roma, Reggia di Venaria a Venaria Reale, e Accademia delle Scienze di Torino. Anche le scene in montagna sono state girate a Predazzo (Trento). Le musiche cercano di creare un montaggio ad effetto. Sottolineando il colpo di scena, anche in toni forti, non proprio di sottofondo. Nel film si ride di tutte le forze politiche indistintamente. Del loro essere schiave dei social e degli algoritmi da tastiera. La commedia sembra quella di oggi. Ma fa più ridere la realtà.
Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema. Seguici.