Biden è decollato con l’Air Force One e poco dopo è arrivata la comunicazione ufficiale dalla Giordania: cancellato il summit a cui avrebbero dovuto prendere parte i leader di Usa, Egitto, Giordania e Autorità palestinese. “Non c’è motivo di fare nient’altro in questo momento se non fermare questa guerra”, ha detto il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi a Al Jazeera. “Non ci sono benefici per nessuno in questo momento con l’organizzazione di un summit”.
Biden, atteso a Tel Aviv in Israele, avrebbe dovuto raggiungere la Giordania nel pomeriggio del 18 ottobre. Il viaggio verrà posticipato, considerato anche il lutto proclamato da Abbas: “Il presidente ha inviato le sue più sentite condoglianze per le vite innocenti perse nell’esplosione dell’ospedale di Gaza e ha augurato una pronta guarigione ai feriti. È ansioso di consultarsi presto di persona con i leader ed è d’accordo pper rimanere regolarmente e direttamente impegnato con ciascuno di loronei prossimi giorni”, ha fatto sapere la Casa Bianca.
Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh ad Al Jazeera ha dichiarato “Gli Stati Uniti hanno la responsabilità dell’attacco all’ospedale al-Ahly a Gaza a causa della copertura che danno all’aggressione israeliana”. Il massacro conferma la «brutalità» di Israele e la portata della sua sconfitta” dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Haniyeh ha poi lanciato un appello ai palestinesi nei territori occupati ad insorgere contro l’occupazione israeliana.
La Russia e gli Emirati Arabi Uniti hanno chiesto una riunione urgente e aperta del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per domani mattina, mercoledì 18 ottobre, dopo l’attacco all’ospedale di Gaza: lo ha riferito il vice ambasciatore russo alle Nazioni Unite Dmitry Polyanskiy.
Gli eventi di Gaza hanno spinto molti paesi arabi e islamici a diffondere comunicati di condanna per la strage. In particolare Qatar, Arabia Saudita, Egitto, Turchia, Algeria, Libano e Iraq hanno condannato quanto accaduto chiedendo un immediato cessate il fuoco a Gaza
Attacco in Giordania all’ambasciata israeliana
Centinaia di persone hanno assaltato la sede dell’ambasciata israeliana ad Amman, in Giordania, in seguito all’attacco all’ospedale al-Ahly a Gaza City. Le immagini mostrano centinaia di manifestanti che si proteggono il volto dopo aver appiccato il fuoco all’esterno dell’ambasciata. Il fumo e le fiamme sono visibili nei video rilanciati dai social. Anche a Tunisi si registrano tensioni tra manifestanti pro-Palestina, scesi in strada dopo le notizie del massacro all’ospedale di Gaza, e polizia tunisina. I manifestanti hanno tentato di marciare verso la sede dell’ambasciata di Francia ma sono stati bloccati. Lo riferiscono i media locali.