Bioetica, l’aborto e le questioni morali tra Europa e Vaticano

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Di Stefano Delle Cave

La bioetica e le questioni morali di cui si occupa riguardano la vita di tutti. A dimostrarlo il nuovo scontro complesso scatenato dalla recente sentenza antiabortista della Corte Suprema degli Stati Uniti. Una decisione che ha diviso le coscienze tra chi difende la libertà di portare avanti o meno la gravidanza e chi è a favore della vita. Un fatto che ha provocato da un lato una reazione dell’Ue con l’approvazione di una nuova risoluzione che riconosca l’aborto come un diritto fondamentale. Dall’altro una discussione nel mondo cattolico diviso tradizionalismi e nuove aperture

La bioetica, la sentenza degli Usa e le paure dell’Europa

Bioetica, fonte cdt.ch

Tutti abbiamo sentito parlare di fecondazione artificiale, aborto ed eutanasia. Sono i grandi temi che sta affrontando attualmente la bioetica intesa come studio morale su questioni che riguardano la scienza medica. Anzi, in particolar modo, la bioetica è stata chiamata in causa dopo la controversa sentenza contro l’aborto della Corte Suprema degli Stati Uniti. Una decisione che ha rimesso in discussione l‘aborto non solo in America e nel mondo. Un fatto che ha fornito ai movimenti e alle associazioni pro vita nuova linfa vitale per difendere e portare avanti le le loro posizioni. Il tutto ribaltando quei cambiamenti sociali posti in essere negli anni 70′. Un ritorno al proibizionismo che ha fatto correre ai ripari anche la Ue con una politica pronta ad impedire il ritorno al divieto in diversi Stati membri.

Una soluzione in questo senso sembra essere la risoluzione stravotata al Parlamento europeo per ampliare l’articolo 7 della carta dei diritti dell’Ue. In base a questo articolo “ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e delle proprie comunicazioni”. A questo enunciato si aggiungerebbe, in base alla risoluzione approvata, che “ ogni persona ha diritto all’aborto sicuro e legale”. Un soluzione che scongiurerebbe in Europa quella corsa ai divieti di molti stati americani dopo la controversa e storica sentenza della Corte Suprema degli Usa ed eviterebbe la drammatica diffusione di pratiche abortistiche pericolose e illegali.

La posizione cattolica tra tradizionalismo e aperture

La bioetica viene intesa dal mondo cattolico tradizionalista in senso naturalistico lasciando cioè inalterato lo scorrere della vita e bandendo pratiche come aborto, fecondazione assistita ed eutanasia. È una morale rigorosa che tuttavia prevede recentemente qualche apertura. Papa Francesco nella sua enciclica “Laudato si” si era già avvicinato alla bioetica globale uscendo dallo schema tradizionale e ponendo questa scienza in rapporto ai grandi temi sociali e ambientali.

Recentemente nel saggio di padre Jorge Josè Ferrer, Professore di Teologia morale presso la Pontificia Università Cattolica di Porto Rico, intitolato “Rileggere l’etica teologica della vita” viene ribadita una apertura importante. Un cambiamento che segue le posizioni di Papa Francesco sul valore della coscienza e del discernimento concreto nell’applicazione della norma morale. Pertanto, scrive padre Ferrer che “per stabilire che un determinato corso dell’azione – per esempio, un intervento clinico – è eticamente appropriato, non basta l’applicazione più o meno meccanica di una norma generale, ma è necessaria l’ardua opera del discernimento, che tiene conto delle circostanze personali e del contesto sociale” . Un fatto che potrebbe essere un passo avanti importante che superi i rigorismi favorendo un dialogo costruttivo tra le parti nei temi delicati posti in discussione dalla bioetica.

Stefano Delle Cave

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