“Blackout Love”: perché abbiamo bisogno di eroine come Valeria

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Di Redazione Metropolitan

Blackout Love” è un film fresco, dinamico ed esplosivo che con un simpatico, quanto surreale, pretesto, ci catapulta nell’occhio di quel ciclone che è la vita della protagonista, Valeria (Anna Foglietta). La Valeria che conosciamo si lascia vivere, sembra schiacciata dalla vita. Eppure ci scopriamo a pensare che sia l’eroina di cui abbiamo bisogno.

La prima opera di Francesca Marino ci porta infatti per 1h33 oltre il male gaze (sguardo maschile), per presentarci una protagonista “difettosa”, vendicativa, decisamente incapace di gestire la propria vita e i suoi rapporti con gli altri. Un personaggio che si svincola dal cliché della donna perfetta da tipica romcom, regalandoci un modello più libero, raggiungibile e che s’inserisce in un modello plurale.

Trailer di “Blackout Love”

La rappresentazione di una vita disastrata

La prima scena del film riesce in modo magistrale a descriverci senza parole la condizione disastrata della vita sentimentale di Valeria. Gli slip recuperati da un bicchiere pieno di alcol, lei nel letto con un uomo molto più giovane e il palesarsi della sua incapacità di relazionarsi con il prossimo.

La scelta del brano musicale che accompagna la sequenza, “L’Histoire à l’envers” degli Elephanz, ci anticipa la trama del film in modo molto sottile, percepibile solo a posteriori, raccontandoci anche un po’ delle speranze inconscie di Valeria.

"Blackout Love" di Francesca Marino
Una scena da “Blackout Love” di Francesca Marino

Lungo tutta la pellicola le musiche curate da Matteo Nesi e Andrea Manusso continueranno ad illustrare in modo espressivo e puntuale le reazioni emotive della protagonista e le situazioni, costituendo un valore aggiunto del film.

Dal lato professionale Valeria è un’allenatrice di una squadra di pallavvolo femminile. Dettaglio non da poco dato che sembra aver fatto dell’agonismo la propria direttrice di vita tanto in palestra quanto in campo relazionale. Il suo motto è quello delle sue “belve”: “Schiaccia il nemico!”, un consiglio che sembra portarsi dietro nell’approccio ad ogni individuo di sesso maschile.

Valeria, un po’ vittima e un po’ “merda”

Man mano che ci addentriamo nella storia, capiamo di più sul suo passato e mentre ci si delinea un’immagine di vittima sbeffeggiata dal destino e dalle persone che ha amato, scopriamo anche i suoi atteggiamenti poco rispettosi e scorretti.

Valeria è tutto tranne che un personaggio perfetto o su cui si può esprimere un giudizio definitivo. Si “incastranel suo stesso meccanismo di autodifesa. Fa scelte masochiste, spacciandole a se stessa come un piano di vendetta, ma con la sola (diciamolo, tenera) speranza di trarne qualcosa di positivo per se stessa e dare un’altra chance a qualcosa di perduto.

Anna Bonaiuto e Anna Foglietta in una scena di "Blackout Love"
Anna Bonaiuto e Anna Foglietta in una scena di “Blackout Love”

È un personaggio complesso che sbaglia e che al pubblico, alla fine, va giù lo stesso, perchè capisce le motivazioni infantili dietro le sue scelte e perchè conosce il bisogno di seguire i propri impulsi peggiori.

Valeria è un personaggio che ci parla perché è arrivabile: ha scatti di rabbia, crisi di pianto, sembra una stronza, ma alla fine sembra avere ragione. Valeria ci parla perchè alla fine ha anche torto, perché gestisce male situazioni che potrebbe gestire in modo diverso, più corretto, più umano per gli altri e per se stessa.

Una “commedia non romantica” da recuperare su Prime Video

Ci sono altri elementi interessanti in questa rara chicca italiana: la rappresentazione della solidarietà femminile, la centralità della comunicazione e dell’ascolto, la cura… se credere valga la pena di esplorarli, trovate “Blackout Love” in esclusiva nel catalogo di Prime Video.

Questa “commedia non romantica“, com’è stata definita, è un film leggero ed emozionante, che con un po’ d’ironia fa andare giù un paio di pillole amare e ci regala un personaggio femminile prezioso, che anche quando raggiunge il traguardo del suo finale non evolve, non cambia, non migliora poi di tanto, rimanendo la se stessa imperfetta che è sempre stata.

Debora Troiani

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