Ne abbiamo viste di cose che non potremmo neanche immaginare dal lontano 1982, anno in cui uscì uno dei capisaldi della fantascienza cinematografica odierna e uno dei migliori film di Ridley Scott ovvero quel “Blade Runner” che tanto ci ha straziato e affascinato. In pochi erano convinti che il suo fantomatico sequel avrebbe mai visto la luce ma infine il progetto tanto temuto e criticato è giunto al cinema e il risultato è semplicemente magnifico. Perché “Blade Runner 2049” è pura fantascienza cinematografica.
Non avete mai visto un miracolo
Artefice di questo piccolo miracolo è Denis Villeneuve, uno dei migliori registi in circolazione dalla poetica inattaccabile. Se il suo precedente “Arrival” riuscì dove fallì in parte “Interstellar” di Nolan, questo “Blade Runner 2049” è ciò che dovevano essere, per esempio, l’ultima trilogia di Star Wars (franchise solo in apparenza appartenente al genere “Sci-Fi”) o il nuovo ciclo di film della saga di “Alien” diretti dallo stesso Scott: un prodotto sì legato all’originale ma non totalmente dipendente da esso e capace di proseguire e aggiornare il contesto del capostipite.
Non che questo seguito sia completamente perfetto con qualche lungaggine di troppo (soprattutto nella seconda parte) e forse troppi elementi per un film che comunque si presenta come autoconclusivo. Qualcuno potrebbe lamentarsi anche dalla trama di per sé “semplice” ma siamo seri: il primo “Blade Runner” né tantomeno il romanzo originale di Phillip K. Dick si basavano su una trama articolata o complessa ma piuttosto su un’ ambientazione accattivante e sulle tematiche profonde e piene di fascino.
La cosa più umana che possiamo fare
Al di là di questo, il lavoro di Villeneuve è notevole come pochi. Le tematiche e le riflessioni del film originale (a sua volta tratte, anche se poi esposte in modo diverso, dallo splendido libro firmato da Dick) sono rispettate e giungono al passo successivo, mostrando i Replicanti in un’ottica cupa ma non meno tragica di quella con cui erano inquadrati Roy Batty e i suoi compagni. Persino l’inserimento di Deckard (Harrison Ford) è funzionale al racconto che ha per protagonista proprio un replicante, l’agente K (Ryan Gosling).
E come con tutte le sue precedenti opere, Villeneuve ci presenta un flm dal comparto tecnico eccellente (premiati, meritatamente, gli effetti visivi e la fotografia di Roger Deakins) ed è visivamente uno dei migliori film fantascientifici degli ultimi anni. “Blade Runner 2049” ci ha ricordato così che si può rispolverare capolavori del passato senza snaturarli, rispettandoli e riuscendo persino a creare seguiti dignitosi.
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