Boschi vs Grillo: ma ad andare ko è il corpo delle donne

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Di Redazione Metropolitan

Al netto del principio della presunzione di innocenza che ispira il nostro sistema processuale penale, lo spettacolo a favor di camera di Beppe Grillo non è andato giù a molti e a molte. Tra queste anche la capogruppo alla Camera di Italia Viva, Maria Elena Boschi che commenta con un lapidario «Il video è scandaloso» l’endorsement del comico genovese verso il figlio indagato per stupro. «Grillo si deve vergognare – prosegue la capogruppo – che lui utilizzi il suo potere politico e mediatico per assolvere il figlio è vergognoso».

Ma le critiche verso il fondatore del M5s proseguono: «Le sue parole sono piene di maschilismo. Quando dice che la ragazza ci ha messo otto giorni per denunciare fa un torto a tutte le donne vittime di violenza e forse non sa il dolore che passa attraverso quelle donne, che spesso impiegano non giorni, ma settimane per superare magari la vergogna e l’angoscia». Continua la Boschi il suo j’accuse spiegando: «Quando [Grillo] dice che si tratta di “quattro ragazzi che stanno scherzando”, deresponsabilizza adulti maggiorenni e lo può fare semplicemente perché lui è famoso».

Volano stracci tra sinistra e M5s

Chi sta facendo pessima mostra di sé è forse la politica italiana. I rappresentanti politici, incapaci di dialogare sulla sostanza progettuale in uno scenario post-apocalittico alla Dick causa Coronavirus, brancolano nel buio sul corpo già martoriato di tante vittime di violenza. Da un lato una figura ambigua come Grillo che, entrato in politica dalla porta di servizio sventolando la bandiera dell’onestà, non ha perso occasione per tradire tutte le promesse fatte ai suoi elettori. Dall’altro una donna, Maria Elena Boschi, che prima di esser donna è politico. E non fa nulla per nasconderlo. «Ma vi ricordate – ammette la capogruppo – cosa ha fatto a me, a mio padre e alla mia famiglia? Mio padre è stato accusato di ben altri reati, certo non di stupro». Come se ci fosse una categoria nobilitante di reati. Al termine del video spiega inoltre la Boschi: «Vi ricordate quanto odio, quanta volgarità e quanta violenza verbale in quegli anni hanno accompagnato la mia famiglia? Spesso ispirati da Beppe Grillo e dal M5s». «Eppure noi – conclude il rappresentante del PD – abbiamo aspettato che parlasse la Giustizia, che parlassero i Giudici.

Le vere vittime

Parla quindi di donne, Maria Elena Boschi, ma forse non per le donne. O non solo per loro. «Beppe Grillo oggi ci insegna che ci sono regole che si applicano alla sua famiglia ed alla mia famiglia». Eppure, la Boschi chiede una levata di scudi rosa: «Mi piacerebbe che dentro il Movimento 5 stelle qualcuno, magari qualche donna, prendesse le distanze da Beppe Grillo». Molte, in effetti, le donne che da dentro il gruppo parlamentare si sono dissociate. Tra queste la parlamentare M5s Federica Daga che commenta: «Parole gravi. In otto giorni non si supera lo shock dello stupro». La stessa deputata è stata vittima di violenza nel 2015. Anche Patrizia Cadau, del M5s di Oristano commenta il video dicendo che «il video è imbarazzante». Mentre sui social restano in trend hashtag come “#stuprodigruppo” o “#beppegrillovergognati”, la tensione sul tema resta alta. Insomma, volano stracci tra la sinistra e il M5s: niente di nuovo si dirà. Così come non è nuovo che le vere vittime restino le donne. Due volte vittime per la precisione, fisiche prima e morali poi, per il solo fatto di avere un corpo.

di Serena Reda