Brady e i Patriots non rimontano: Philadelphia vince il Superbowl 40-32

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Di Andrea Mari

Sembra la classica trama di un film americano – il quarterback di riserva della squadra sfavorita che entra in campo dopo l’infortunio del titolare e sconfigge la squadra dei più forti con una prestazione superlativa -, ma è esattamente quello che è successo a Minneapolis nel 52º Super Bowl, uno di quelli che rimarrà scolpiti nella memoria degli appassionati per diverso tempo. Tom Brady, l’uomo dei record, il primo ad aver giocato otto Super Bowl in carriera, si è dovuto arrendere a Nick Foles, quarterback di riserva dei Philadelphia Eagles, che solo pochi mesi fa pensava al ritiro e si è trovato titolare nella partita più importante della storia della sua squadra dopo l’infortunio di Carson Wentz. Foles ha trascinato gli Eagles alla vittoria per 40-32 grazie a oltre 300 yards di lancio e 4 touchdown totali e ha sollevato il premio di MVP di una partita che è stata spettacolare già dal primo quarto.

Us Bank Stadium

Nel nuovissimo US Bank Stadium infatti sono gli attacchi a dominare in quella che diventa subito la partita dei record: nel primo parziale entrambi i quarterback vanno oltre le 100 yards, non era mai successo, e a portarsi in vantaggio sono gli Eagles con la ricezione funambolica di Alshon Jeffery che vale il primo vantaggio sul 9-3. Nel secondo quarto è l’ex di turno – LeGarrette Blount – a colpire i suoi vecchi compagni con cui ha alzato il trofeo lo scorso anno e ancora una volta i Patriots si trovano sotto in doppia cifra sul 15-3. James White segna il primo td della serata per i Patriots con una corsa potente a metà del secondo parziale e accorcia per i suoi sul 15-12, ma il giovane coach degli Eagles Doug Pederso si inventa una fantasiosa trick play sul quarto down in chiusura di secondo quarto ed è proprio il quarterback Nick Foles a ricevere il passaggio da un suo compagno, diventando il primo QB di sempre a farlo in un Super Bowl.

Brady in azione

Le squadre vanno negli spogliatoi e a prendersi la scena è Justin Timberlake, la star di quest’anno del prestigioso Halftime Show. All’inizio del terzo quarto il ritmo non cambia affatto e le difese continuano a subire gli attacchi particolarmente ispirati: ci pensano prima i Patriots con Rob Gronkowski, a cui risponde Corey Clemens, ma Brady non si ferma e con altri due touchdown per Chris Hogan e il solito Gronk regala ai Patriots il primo vantaggio della partita sul 33-32. Con tutta la pressione del mondo e la sua squadra sotto nell’ultimo quarto è Foles ad alzare ancora il livello e prendersi la scena quando alla fine di un drive lunghissimo trova il suo tight end Zach Ertz per il touchdown del sorpasso a due minuti dal termine. Tutto fa pensare ad un’altra incredibile rimonta di Tom Brady negli ultimi minuti del Super Bowl, ma la prima grande giocata difensiva degli Eagles mette la parola fine alla partita: Brandon Graham strappa la palla dalle mani di Brady e la riconquista, poi Elliott mette il field goal che vale il definitivo 40-32 per il primo Super Bowl della storia di Philadelphia.

La festa finale degli Eagles

È stata la partita con il maggior numero di yards conquistate (1151), quella con il secondo punteggio più alto ridi sempre (72 punti totali) e la miglior prestazione di sempre di un quarterback – il quarantenne eroico Tom Brady- che mette insieme 505 yards ma perde la possibilità di conquistare il suo sesto anello. Gli underdogs (così sono chiamati gli sfavoriti negli States), ce l’hanno fatta grazie all’entieroe per eccellenza, il panchinaro, protagonista inaspettato di uno dei Superbowl più belli degli ultimi anni.

MAURIZIO GADDI