Cultura

Brave | Intervista a Wednesday Martin: la vita segreta di noi stesse

A chi non è mai capitato di avere fantasie sessuali nei confronti di un uomo o di una donna sconosciuti, incontrati per caso sul tram verso casa?

Sono quasi certa che sarebbero in pochi quelli a dare una risposta del tutto sincera. 

Ho sempre ritenuto che il tradimento “mentale” non fosse vero tradimento:  non viene compiuto e se non avviene non è reale.

Fantasticare è lecito, l’immaginazione, così come le sensazioni, le emozioni, la libido non puoi frenarle, nemmeno rinchiuderle, devi lasciarle scorrere.

  Per quanto possa sfuggire al nostro controllo, ritengo sia una forma di sfogo, una piccola pausa “virtuale” dalla quotidianità, dalla noia, anche il solo fatto di chiedersi: “come sarebbe”, “e se..”.

Nell’immaginario collettivo il tradimento di un uomo è sempre stato giustificato della sua stessa natura: l’uomo ha istinti, bisogni e necessità diverse; le donne una volta “accasate”, una volta dato vita alla progenie si rilassano nella loro “confort zone” credendo di aver soddisfatto tutte le aspettative della società e della famiglia nei loro confronti.

Una volta raggiunto l’equilibrio emotivo non hanno bisogno di nulla; il loro appagamento sessuale diventa una priorità secondaria quasi come se il loro corpo smettesse di funzionare.

Considerazioni così generiche non sono solo sbagliate, ma non tengono conto nemmeno di tutte le variabili, che in un corpo complesso come è quello umano, possono esistere e co-esistere. 

L’essere madre, moglie o figlia non preclude la possibilità di continuare a sentirsi donna, di sentirsi sexy, di avere ancora il potere di ammaliare, di desiderare e sentirsi desiderata da qualcuno che non sia necessariamente il proprio partner.

I tabù e il falsi pregiudizi sull’argomento abbondano, così come abbondano le giustificazioni da parte di donne che “vorrebbero ma non possono” perché le conseguenze sarebbero troppo dure da affrontare: nessuno vorrebbe dover passeggiare per le strade della propria città con una “A” cucita sul petto. 

Ma nonostante i pregiudizi, nonostante le conseguenze c’è chi se ne frega e da libero sfogo alla propria libido.  Tanto di cappello!

La scrittrice Wednesday Martin

Quale modo migliore di sfatare miti e false leggende sull’argomento se non quello di affidarsi all’esperienza di altre, all’opinione di esperte come la ricercatrice sociale Wednesday Martin che da vent’anni scrive di donne e della loro sessualità.

Nel suo nuovo libro, Vita segreta di noi stesse, edito DeAgostini, parla di donne e per le donne su un tema delicato come il tradimento vissuto per una volta da chi il tradimento l’ha commesso e non ha paura di confessarlo.

Copertina del libro

Della serie le corna stanno bene a chi sa portarle.

L’ho intervistata per Metropolitan Magazine Italia e questo è ciò che mi ha detto:

1)Perché ha ritenuto necessario svolgere uno studio sull’infedeltà femminile? 

Perché fa parte del normale repertorio della sessualità femminile. Non esiste nel mondo una cultura senza l’infedeltà femminile, e non c’è modo di estinguerlo, nemmeno uccidendo le donne. È anche sistematico nel mondo animale, dove la monogamia femminile è un’eccezione relativamente rara, nonostante le regole. Noi dobbiamo smettere di agire come se ci fosse qualcosa di anormale riguardo l’infedeltà femminile. Potrebbe non piacerci, ma di sicuro non è “innaturale” e tantomeno  inusuale!

2) Cos’è che le premeva mettere più in chiaro, la assoluta parità tra “voglie” maschili e femminili o l’erroneità della maggior parte delle giustificazioni alla base del tradimento femminile?

Le due sono intimamente legate. Perché una delle più grandi falsità della cultura occidentale è che gli uomini sono più “sessuali” delle donne, e che le donne sono più “naturalmente monogame” degli uomini per biologia. FALSO. Infatti, molti biologi evoluzionisti ora ci credono, grazie a gestazione e allattamento, ha molto più senso per noi moltiplicare gli accoppiamenti piuttosto che cercare un solo “miglior” maschio attraverso la nostra preistoria evolutiva. 

3) Quanto influisce l’inappagamento emotivo in un tradimento? E in che rapporto è rispetto a quello sessuale?

Adesso sappiamo, grazie a ricercatori incluso Dott..Tammy Nelson e la Dott.ssa Alicia Walker, che uomini e donne hanno motivazioni molto simili nel perseguire relazioni sessuali al di fuori della coppia. Molte persone cercano validità, connessione,  e fremito sessuale. È FALSO che le donne tradiscono solo per motivazioni emotive e gli uomini solo per sesso. Assolutamente falso. 

4) Pensare o semplicemente immaginare di tradire il proprio partner (con chicchessia) ci rende meno innamorate?

Per niente! Nel mio libo discuto a lungo delle nuove scienze le quali ci mostrano che quando si tratta di sesso, le donne hanno bisogno di varietà, novità e avventura anche più di quanto facciano gli uomini.  Numerosi studi dimostrano che le donne registrano un calo del desiderio a lungo termine, nei rapporti di convivenza molto prima di quanto facciano gli uomini, e questo a causa della noia sessuale. Pensare a qualcun altro durante il sesso è un metodo efficace per introdurre varietà, novità e avventura nella vita sessuale con il tuo partner o tuo marito. Vai avanti, è perfettamente normale, e utile. Enjoy!

5) Esiste il peggiore e più frequente tabù contro cui si trova a combattere più spesso durante le sue ricerche?

Che gli uomini siano naturalmente più sessuali e promiscui.  E che le donne “evolvono” nell’essere monogame perché hanno bisogno della protezione degli uomini. Abbiamo avuto bisogno di loro per il 3% della storia dell’Uomo Sapiens, e solo in determinati ambienti tra cui l’occidente industrializzato.  Le donne probabilmente si sono evolute nel ricercare piacere da numerosi partner ovunque le circostanze lo consentissero. Ciò ci ha permesso di proteggerci contro la fertilità maschile; aumentare le probabilità di uno sperma di alta qualità e di una gravidanza sana;  privare lo sperma disponibile alle nostre rivali femminili;  e diffondere in giro la probabilità di paternità, cosicché numerosi uomini penseranno “potrebbe essere la mia prole, non la ucciderò anzi, addirittura aiuterò sia lei che il bambino”.  Le donne si sono evolute soprattutto nel cercare piacere perché si trattava di una strategia altamente adattiva. 

6) Qual è, secondo lei, la miglior cura contro i falsi pregiudizi?

L’educazione. La mia missione è rendere le scienze e le scienze sociali sulla sessualità accessibili a chiunque. Giornalisti e social media influiscono davvero sulla prospettiva delle persone non perpetuando costantemente stereotipi. Per esempio, negli Stati Uniti, si parla tanto di Trump come di “un uomo degli uomini”. Non lo è. È uno strano colpo di frusta.  L’ineguaglianza è un’aberrazione nel lungo calendario dell’evoluzione umana.  

L’egualitarismo era in atto molto prima che l’agricoltura dei patriarci e dell’aratro mettesse radici centinaia di anni fa.  Dobbiamo smettere di naturalizzare l’attuale stato delle cose dove gli uomini sono in cime e le donne in fondo.  È qualcosa di molto recente, se guardiamo da lontano, cosa che sta fa l’antropologia. 

7) Se dovesse dare un consiglio ad una donna che non ha ben chiara la propria sessualità, senza necessariamente etichettarla o catalogarla, quale sarebbe?

Sei normale. Lo spettro della sessualità femminile è anzi molto ampio. Essere gay, bisessuale, asessuale, monogama, o ciò che chiamiamo “promiscuo”, sono tutti aspetti normali di cosa significa essere donne e sessuale.  Ci siamo evolute come alte strateghe sociali e sessuali, ed è improbabile che qualunque cosa tu preferisca sia “strana”. 

8) Cosa spinge una coppia a cercare un nuovo o più “elementi” da inserire nel rapporto?

La noia. Ci abituiamo agli stimoli nel tempo, e diventiamo “desensonizzati” per le cose che ci entusiasmano. È normale. Ma penso che ora siamo in grado di avere più di una discussione se effettivamente vogliamo le forme di relazioni che abbiamo ereditato, un matrimonio monogamo per la vita. 

Sulla base dei dati, delle interviste di esperti, e dei colloqui avuti con le donne, mi è chiaro che la noia per la monogamia è una normale fase di sviluppo di qualsiasi matrimonio.  Per le donne, tipicamente, si fissa tra il primo e il quarto anno, mentre per gli uomini ci vogliono qualcosa come dai nove a dodici anni. 

Alcune persone decidono poi di fare ioptare per la stabilità contro l’eccitamento. Altre decidono di non poter andare avanti senza facendo così un passo indietro senza discuterne. 

Resta da vedere se gli italiani abbracceranno ciò che gli americani chiamano “non-mongamia consensuale”-essere trasparente con il proprio partner circa cosa vogliamo dall’altro in merito al sesso e alla connessione. 

Scrittrice prolifica conosciuta già per “Nella giungla di Park Avenue”, il suo nome è apparso anche su testate come il New York Times, Daily Telegraph, Gioia, Elle Magazine.



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