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Brian Yuzna: il regista ospite a Wonderland

Brian Yuzna è stato protagonista della puntata di martedì di Wonderland con la messa in onda di un’inedita intervista. La trasmissione di Rai 4 ha incontrato il regista americano, celebre per i suoi film horror, a Trieste lo scorso ottobre. Lo ha fatto in occasione del Science+Fiction Festival, evento che ha voluto Brian Yuzna tra i suoi ospiti.

L’incontro si concentra soprattutto sul primo lavoro del regista, Society-The Horror (1989). La scelta non è casuale. Prima di tutto questa è l’opera che ha consacrato il regista come uno dei grandi del genere horror. In secondo luogo, il 2019 ha segnato il trentennale dalla realizzazione della pellicola che è stata anche restaurata per l’occasione. Durante l’intervista il regista Brian Yuzna parla ampiamente delle tematiche di questo film. E’ proprio questo ad ispirare il titolo della sezione della trasmissione che ospita la sua intervista, “Il  fascino famelico della borghesia”.

Brian Yuzna al Science+Fiction Festival di Trieste - Photo Credits: mondospettacolo.com
Brian Yuzna al Science+Fiction Festival di Trieste – Photo Credits: mondospettacolo.com

Il mito della scalata sociale

Come lo stesso regista afferma, il film è concepito come una grottesca rappresentazione del fatto che la scalata sociale sia solamente un irrealizzabile mito.

“La mitologia di Society si basa sul fatto che avere soldi non basta a collocarti all’interno della società. Devi esserci nato dentro.

O ancora:

“In America abbiamo il mito secondo cui basta rimboccarsi le maniche per salire lungo la scala sociale, cosa vera entro certi limiti. Unoligarchia gestisce un’economia finalizzata a coloro che hanno soldi, il cui valore, la cui pozione viene valorizzata solo se gli individui che sono utili all’economia hanno sempre di meno.

Qui si inserisce anche un altro tema con cui Brian Yuzna gioca grottescamente all’interno di Society. Si tratta del fatto di voler dare all’upper class una connotazione estremamente negativa.

“Ho lavorato con gli sceneggiatori […] anche per fare emergere più nettamente ciò che era già all’interno della storia, ossia il fatto che questa gente facoltosa fosse davvero spregevole, davvero tremenda, gente decisamente immorale.

Entrambi questi elementi sono chiaramente visibili in una delle scene principali del film. Billy Warlock (Bill Whitney), il giovane protagonista, si ritrova ad una festa a sorpresa organizzata in suo onore. A parteciparvi vi è tutta l’upper class di Beverly Hills, élite di cui la sua stessa famiglia adottiva fa parte. I partecipanti, però, trasformano in mutanti carnivori. Una volta alla festa, Billy viene costretto ad assistere mentre gli “invitati” si nutrono di un suo amico, Blanchard (Tim Bartell), anch’egli figlio adottivo. Rischia poi lui stesso di essere vittima della stessa orribile sorte.

Un frame della scena in cui Blanchard viene mangiato - Photo Credits: quinlan.it
Un frame della scena in cui Blanchard viene mangiato – Photo Credits: quinlan.it

Il protagonista e l’amico sono due outsider, dunque, che, seppur ricchi, non riescono mai veramente ad entare a far parte del gruppo. Non solo. I facoltosi membri dell’upper class contrastano metaforicamente la loro scalata sociale. Quest’ultimi infatti diventano carnefici, dei veri e propri mostri.

Brian Yuzna e le sue influenze cinematografiche

L’incontro con Brian Yuzna ha anche portato alla luce alcuni interessanti aspetti riguardanti il suo stile e le sue influenze. Una degli elementi più interessanti è il ruolo che il cinema italiano ha avuto per la sua cultura cinematografica. Nel corso dell’intervista il regista dichiara, infatti, come durante la sua adolescenza abbia guardato molto al cinema europeo. Afferma, inoltre, di conoscere Pasolini e il suo Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975). Si lancia anche in un elogio allo stesso Fellini e soprattutto a quello che per lui è il suo film più significativo ossia Satyricon (1969).

“Ma ovviamente per me il film con la F maiuscola è Satyricon […] era una specie di esperienza psichedelica. Com’era mai possibile che qualcuno realizzasse qualcosa di simile?”

Infine, a conclusione dell’incontro, il regista spiega come proprio questa pellicola gli abbia lasciato qualcosa di profondo per la sua arte.

“Mi ha dato energie. E’ quello che mi ha fatto pensare: tu lo sapresti fare? sapresti fare un film così folle?”

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Giorgia Silvestri

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