L’ultimo grande dell’epoca d’oro di Hollywood, nato il 2 novembre 1913 ad Harlem (New York), Burton Stephen Lancaster, successivamente chiamato Burt Lancaster, appassionato di sport, coltiva il suo sogno di diventare un acrobata rinunciando persino alla borsa di studio della New York University, cominciando ad esibirsi come trapezista insieme all’amico Nick Cravat.
I film, in cui lavorerà con il suo amico ed ex collega d’acrobazie Nick Cravat, saranno prodotto di intrattenimento che porterà enormi incassi, permettendo così alla neonata casa di produzione, Norma Productions (fondata nel ’50 da Lancaster, Ben Hecht e James Hill), di consolidare la sua posizione.
Burt Lancaster: da trapezista a volontario durante la Seconda Guerra Mondiale
Dopo dodici anni di attività circense, Burt, si procura una brutta frattura ad un polso trovandosi costretto a nuovi lavori: come commesso in un grande magazzino e alle biglietterie per i concerti organizzati dalla CBS di New York. Durante la Seconda guerra mondiale, si arruola come volontario dove viene inviato in Africa settentrionale e successivamente in Italia con le truppe alleate.
Successivamente, nel ‘45, la vita di Burt Lancaster cambierà in modo del tutto casuale: in un ascensore, un agente teatrale lo nota per il suo fisico atletico proponendogli un provino a Broadway per la parte di un sergente tutto d’un pezzo in un lavoro teatrale, “A Sound of Hunting“, un dramma bellico da cui qualche anno dopo, è tratto anche il film “Otto uomini di ferro“.
“A Sound of Hunting” – Broadway Production – Burt Lancaster – Photo Credits – Web
Da Broadway all’affermazione come star di Hollywood
A Broadway incontra il noto sceneggiatore e produttore Harold Hecht, il quale gli procura un provino per Hollywood. Il produttore Hal B.Wallis conferma Burt sul grande schermo, per sette anni, permettendogli di lavorare ad un film, a sua scelta, ogni anno.
Così, in attesa del ruolo per cui è scritturato (il noir “Furia nel deserto“ di Lewis Allen), gira nel frattempo per la Universal, film che rappresenta il suo esordio cinematografico: “I gangsters“ (1946) di Robert Siodmak, tratto da un racconto di Ernest Hemingway, in cui lavora con una giovane Ava Gardner, e che lo fa subito notare sia dalla critica sia dal pubblico.
Burt Lancaster: i Western, l’Oscar e Il Gattopardo
Tra i film che Lancaster produsse, sono da ricordare i western “Vera Cruz“, in cui recitò accanto a Gary Cooper, “L’ultimo Apache” e “La rosa tatuata“, dove esordì Anna Magnani (che le valse l’Oscar alla miglior attrice). Inoltre, Lancaster ottenne uno dei suo massimi successi come produttore con Marty (1955), con il quale Ernest Borgnine vinse l’Oscar al miglior attore protagonista.
Nel ’60 giunse un’occasione d’oro per Burt grazie al ruolo di Elmer Gantry, ne “Il figlio di Giuda” che gli valse l’Oscar come miglior attore. Il pubblico italiano ricorda molto bene Burt Lancaster per il difficile ruolo del principe di Salina ne “Il Gattopardo“ (1963) di Luchino Visconti, tratto dall’omonimo libro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Premio Strega 1959) e in cui lavora con la giovane Claudia Cardinale affiancata da Alain Delon.
Peter Ustinov, Shirley Jones, Elizabeth Taylor e Burt Lancaster, 1960 Academy Awards, Santa Monica, Ca.
“Il Gattopardo” – 1963 Burt Lancaster, il Principe Fabrizio ne “Il Gattopardo” – 1963 Burt Lancaster con Claudia Cardinale e Alain Delon alla prima de
“Il Gattopardo”
Il ritiro a vita privata e gli ultimi anni della sua carriera
Burt Lancaster, lavorerà più volte in “trasferta italiana” con Luchino Visconti in Gruppo di Famiglia in un Interno, con cui vince un David di Donatello. Ricordiamo Novecento (1976) di Bernardo Bertolucci e La pelle (1981) di Liliana Cavani, in cui lavora per la quarta volta con Claudia Cardinale.
Negli anni ’90 viene colpito da un ictus e le sue capacità motorie rimarranno notevolmente compromesse. Dopo un’ultima apparizione nel film “Separate But Equal“ del 1992 di George Stevens Jr, si ritira a vita privata, due anni prima della sua scomparsa.
Giuliana Aglio
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