

Il Cagliari esce con il bicchiere mezzo vuoto dallo stadio “Dall’Ara” di Bologna, dove la squadra di Sinisa Mihajlovic ha avuto la meglio imponendosi con il risultato di 3-2. Le due squadre rossoblu hanno dato vita a una delle gare più spettacolari di questo inizio campionato, con un atteggiamento spregiudicato figlio dei moduli messi in campo e delle caratteristiche ultra-offensive dei giocatori. Alla fine, il Cagliari è stato tradito dalle “solite” disattenzioni difensive.
Cagliari: attacco sfavillante, ma ancora troppi tiri concessi agli avversari
Se c’è una statistica di Bologna-Cagliari che deve preoccupare Di Francesco, è quella ancora una volta relativa ai tiri subiti: ben ventidue, di cui nove nello specchio della porta. Anche contro i Felsinei, Alessio Cragno è stato impegnato severamente a più riprese, compiendo veri miracoli su Orsolini e Palacio, prima di subire il gol dell’1-1 firmato Barrow. Un vero peccato perché, come sempre, il Cagliari era partito abbastanza bene: solito pressing alto e recupero palla immediato per cercare lo scarico sugli esterni. Un tipo di gioco che era fruttato il gol del vantaggio firmato Joao Pedro, che aveva capitalizzato un’azione partita da un recupero palla a centrocampo.
La vulnerabilità difensiva si è però rivelata ancora una volta un fattore decisivo a sfavore del “Calcio Casteddu“. Emblematico il gol del pareggio segnato da Soriano con tutta la difesa costretta a scappare dietro per rincorrere il portatore di palla che, con un gran tiro dal limite, beffa l’incolpevole Cragno. Il Cagliari si è fatto sorprendere troppo tra le linee e ha avuto la “sfortuna” di trovarsi davanti un Barrow in stato di grazia. A nulla sono serviti i cambi nel finale, che Di Francesco sperava potessero sovvertire le sorti del match.
Buone indicazioni da Ounas
Qualche segnale confortante è però arrivato anche da parte dei subentrati: per esempio Ounas, che nella mezzora scarsa concessagli dal suo allenatore, è andato a sfiorare il gol con una bella imbucata dentro l’area di rigore. L’algerino è ciò che Di Francesco chiedeva: un esterno di qualità ed esperienza che potesse offrire un’alternativa importante a Riccardo Sottil. Nella porzione di gara giocata l’algerino ha toccato ventinove palloni, rendendosi molto utile alla manovra offensiva grazie a due passaggi smarcanti a favore dei compagni. È sicuramente l’algerino una delle carte su cui Di Francesco potrà fare maggior affidamento nel prosieguo della stagione ma, come rimarcato già altre volte, il Cagliari deve rivedere il proprio assetto difensivo. La retroguardia a quattro, con i terzini costretti a spingere per tutti i 90 minuti, e una mediana troppo “leggera” (Rog-Marin) a supporto dei centrali, rischiano di rendere il Cagliari un vero “colabrodo”, costretto a raccogliere molto meno di quanto effettivamente semini in campo.
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