Cal Crutchlow lascia un vuoto nel paddock MotoGP

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Di Redazione Metropolitan

Cal Crutchlow appende il casco al chiodo e chiude la carriera di pilota a tempo pieno. Quello del 2020, infatti, è stato l’ultimo Mondiale del pilota britannico che il prossimo anno scenderà sulle piste ufficiali solo in veste di collaudatore Yamaha. Dopo dieci anni nel circus MotoGP, Crutchlow lascia la carriera agonistica facendo sprofondare il paddock in un malinconico silenzio. Un pilota senza filtri, a tratti sboccato, che con il suo stile ironico e politicamente scorretto è stato punto di contatto tra i tifosi e il mondo elitario della MotoGP.

“È il momento giusto. È semplicemente il momento giusto di smetterla con le competizioni. Negli ultimi anni ho superato di gran lunga quelle che erano le mie aspettative. E probabilmente ho superato anche le aspettative che la maggior parte della gente aveva nei miei confronti. Quindi sono contento di quello che ho fatto. Ovviamente ho sprecato alcune occasioni, avrei voluto vincere qualche gara in più o finire più in alto in campionato. Però credo di aver fatto più di quello che il mio talento mi permetteva.” – Cal Crtuchlow al termine del Mondiale 2020 della MotoGP

La stima e il tifo per Cal vanno ben oltre i meri meriti sportivi. Il britannico, infatti, si fa apprezzare non tanto per la sua invidiabile serietà professionale, ma soprattutto per la sua personalità inimitabile. Sempre diretto nelle dichiarazioni, mai scorretto in pista, riusciva a scoprire in qualsiasi momento del giorno, o della notte, il velo serioso del paddock. Come il miglior “uomo spogliatoio”, sapeva spezzare la monotonia professionale, opprimente e a tratti “robotica”, per entrare nel cuore dei tifosi che, proprio in lui, potevano riconoscere la pura spensieratezza di questo sport.

Cal Crutchlow Marc Marquez Fotobomber
Mondiale MotoGP 2013, Marc Marquez festeggia la vittoria al Sachsenring mentre, alle sue spalle, un compiaciuto Cal Crutchlow sfrutta l’occasione per incorniciare (a modo suo) lo strepitoso secondo posto. Nel corso degli anni, l’ignaro Marquez sarà più volte vittima dei “photobomber” del britannico. – Photo Credit: Twitter MotoGP

Cal, “as mad as it sounds”

Dietro allo sguardo serio, professionale e a tratti burbero, Cal nasconde uno spirito giocoso e bambinesco che, una volta liberato, divampa nell’ambiente. Fotobomber, dichiarazioni spiazzanti, frecciatine e imprese notturne sono solo alcune delle folli prodezze del britannico che, in questi 10 anni in MotoGP, è sempre riuscito a strappare un sorriso sincero anche al pubblico più difficile. Per chi le avesse dimenticate quelle che seguono sono solo alcune delle strane prodezze del numero #35.

Nel 2017, durante i test a Losail, Crutchlow è protagonista di un curioso fuori programma. Con il telefono fissato al serbatoio della Honda RC213V, il britannico si lancia in pista deliziando i fan con un inedito on board. I funzionari Dorna, ovviamente, impongono al pilota di rimuovere subito il filmato dai social in fermento. Il messaggio di scuse pubblicato, naturalmente, lascia spazio a libere interpretazioni.

“Perdonatemi tutti! Sono stato beccato dai ‘piani alti’ e mi hanno detto di togliere il video. Spero che lo abbiate salvato tutti!”

Un anno più tardi, sul circuito di Silverstone, Crutchlow sfrutta l’occasione per dar prova del suo ingegno. In attesa dell’annullamento del GP, proprio a causa delle rigide condizioni atmosferiche, Cal si impossessa delle termocoperte destinate alla sua moto, per ripararsi dal freddo mattino inglese.

L’ultima bravata del britannico risale al secondo round di Valencia di questo Mondiale 2020. Prima di affrontare il viaggio verso Portimao, Cal onora la sua ultima notte da pilota titolare lasciando un segno indelebile nel paddock. A raccontarci la folle notte è direttamente lui:

“Eravamo io, Jack Miller, Sam Lowes, Dakota Mamola e Alex Lowes. Abbiamo festeggiato nel motorhome di Jack. Alle 4:45 del mattino abbiamo deciso di fare uno scherzo a Joan Mir e di andare a svegliarlo. Il suo camper era mezzo aperto, e allora siamo entrati. Pensavamo che l’avremmo trovato lì, ma non c’era. Così abbiamo iniziato a cercare il suo trofeo per fare delle foto, ma se l’era portato a casa! È stato bello passare una notte del genere prima di chiudere la stagione.“

Cal Crutchlow
“Le banane mi rendono pazzo, e anche un pochino più veloce” – Photo Credit: pagina Facebook ufficiale di Cal Crutchlow

Cal Crutchlow, pillole di una lunga carriera

Nonostante lo spirito libero e scatenato, il numero #35 dimostra in più occasioni le sue straordinarie doti di pilota che lo hanno portato dai campionati minori alla classe regina. La sua carriera agonistica inizia nel 1999 quando vince il campionato britannico junior Challenge. Cinque anni più tardi lascia i trofei minori per passare alle competizioni delle derivate di serie. I primi due anni della Supersport li corre come wildcard per Honda, per poi passare in Yamaha con la quale vince il Mondiale 2009. Nel 2010 si sposta poi in Superbike dove porta in pista la Yamaha YZF R1 del team ufficiale. Sebbene esordiente Cal non mostra nessun timore reverenziale e, in più occasioni, si impone come protagonista in pista.

Cal Crutchlow Honda LCR
Il Box di Honda LCR omaggia Cal Crutchlow nel suo ultimo Gran Premio in MotoGP. – Photo Credit: Pagina Facebook ufficiale di Cal Crutchlow

Nel 2010 affronta il passaggio decisivo: quello dalle derivate di serie alla MotoGP nel team Yamaha Monster Tech3. Dopo tre anni con la casa nipponica, nel 2014, passa in Ducati come compagno di Andrea Dovizioso. L’avventura con Borgo Panigale dura solo una stagione però, perché nel 2015 Cal si sposta nuovamente per corre approdare nel Team Honda LCR. Da allora rimane fedele al box di Lucio Cecchinello correndo con Honda fino a questo suo ultimo Mondiale nel 2020. In 169 Gran Premi, il britannico conquista 3 vittorie, 16 podi e 4 pole position.

Il ritorno in Yamaha

Nel 2021, Cal abbandonerà le corse per indossare la tuta da collaudatore per Yamaha. La stessa Yamaha con la quale si incoronò campione nel 2009, la stessa che lo introdusse in Superbike per poi, un anno più tardi, portarlo nell’élite della MotoGP.

Cal Crutchlow Honda
Diretto, provocatorio, pazzo, professionale e mai contradditorio. Cal Crutchlow saluta le corse e la MotoGP lasciandosi alle spalle un box insolitamente silenzioso. Non preoccupatevi però perché sicuramente ne sentiremo ancora parlare – Photo Credit: pagina Facebook ufficiale di Cal Crutchlow

Descrivere completamente una persona tanto silenziosa e professionale, quanto festaiola e imprevedibile non sarà mai pienamente possibile. Riteniamoci quindi fortunati per aver vissuto in prima persona un pilota come Cal che, a modo tutto suo, è riuscito sempre a strapparci un sorriso facendoci sentire un po’ più vicini a quei piloti che, come dice lui, sembrano quasi “robots”. Grazie Cal.

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Alberto Gelmi