Cance, “Basta che se ne parli” è il nuovo singolo

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Di Redazione Metropolitan

Oggi esce in digitale Basta che se ne parli della cantautrice pop/r’n’b ligure Cance. Il brano è il terzo estratto dalla compilation contenuta all’interno di “Sound BoCS Diary”, libro di lettura aumentata che conterrà racconti, fotografie, videoclip e brani. Il brano sarà accompagnato da un videoclip in uscita il 1° febbraio.

“Basta che se ne parli” prende spunto dall’attualità

Basta che se ne parli” di Canceprende spunto dall’attualità e dalla cronaca, una riflessione in chiave ironica sul rapporto quasi maniacale che tutti noi abbiamo con i social network.” È il terzo brano estratto dalla compilation contenuta in “Sound BoCS Diary”, libro di lettura aumentata, in uscita a marzo, che conterrà racconti, fotografie, video e, appunto, una compilation di brani inediti creati, scritti, registrati e prodotti dai 10 artisti che sono stati ospiti della residenza artistica “Sound BoCs”, la prima Music Farm a sfondo civile mai realizzata in Europa.

La canzone, che si può ascoltare su Spotify, sarà accompagnata da un videoclip, online a partire dall’1 febbraio. Qui la cantautrice ligure racconta in chiave ironica il rapporto quasi maniacale che tutti noi abbiamo con i social network e che, spesso, ci porta ad avere un distacco totale dalla realtà.

Cance: “Ci spingiamo oltre il limite per avere più like”

Cance, che lo scorso anno ha vinto il Premio under 35 di Musica contro le Mafie, per questo brano prende spunto dall’attualità e alla cronaca recente. Ad esempio, da argomenti delicati quali le sfide social tra adolescenti, dai selfie estremi alla “Blackout Challenge” (che ha causato pochi giorni fa la morte di una bambina di dieci anni), ed episodi della politica di oggi che si gioca sempre sui social a “colpi di post”. 

La cantautrice si pone una domanda: “Ognuno sente il bisogno di auto rappresentarsi ed esprimersi, ma a quale prezzo?” E prosegue: “Ci dipingiamo addosso qualcosa che non ci appartiene, modificando il nostro aspetto (labbra, occhi e cuore) pur di ricevere attenzioni; ci spingiamo fino al nostro limite ed oltre, se fosse possibile anche su altri pianeti, per avere più like o visualizzazioni; lottiamo per conquistare il nostro posto in un fantomatico cielo dove poter brillare, che sia per quindici secondi o per sempre.”

L’idea del brano è ben rappresentata dal videoclip (regia e animazioni a cura di Asia Allegretti & Chiara Seveso), realizzato con animazioni che intervengono sul live action, e che nasce con l’intento di parodiare attraverso personaggi allegorici, gli episodi a cui Cance fa riferimento nel brano. Nel video, le figure oniriche e galline starnazzanti rappresentano il chiacchiericcio di un pubblico omologato e sempre aggiornato e la ricerca tramite i social della propria “unicità”.

Cance, Basta che se ne parli, cover - ph: Gabriele Lo Piccolo
Cance, Basta che se ne parli, cover – ph: Gabriele Lo Piccolo

Cance, “Basta che se ne parli” sarà contenuto in “Sound BoCS Diary”

Il brano è scritto da Giulia Cancedda (voce, chitarra ritmica, chitarra percussiva). Vi hanno collaborato Gennaro de Rosa (bendir, Cellulare), Vlad KayaDub Costabile (Drum machine, basso) e Stefano Amato (violoncello). Si tratta del terzo estratto dalla compilation di brani inediti. Questa sarà contenuta, insieme a racconti, fotografie e video realizzati dai dieci artisti ospiti della residenza, all’interno del libro di lettura aumentata “Sound BoCS Diary”, in uscita a marzo.

“Sound BoCS Diary”, a cura di Gennaro de Rosa, è edito da Musica contro le mafie. Sarà presentato a Casa Sanremo nella settimana del 71° Festival della Canzone Italiana. È stato creato dagli artisti residenti di “Sound BoCS”, progetto di residenza artistica innovativa e creativa a sfondo civile nel cuore della città di Cosenza. “Sound BoCS è stato un esperimento sociale, tra il talent e il reality, ovviamente con le dovute differenze, in uno dei momenti più complicati per la musica e non solo, abbiamo puntato la massima attenzione al lato umano, lavorando sulla costruzione di quello che chiamiamo “NOI” con diversi corpi ma uguali nello spirito – racconta Gennaro De Rosa, Presidente e Direttore Artistico di Musica contro le mafie – Diversità che si sono fuse dando vita a qualcosa di diverso e di comune senza perdere la propria identità“.

A cura di Valeria Salamone

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