Arriva la mossa del governo contro il caro benzina: un buono da 200 euro per i dipendenti, maggiore trasparenza sui prezzi e sanzioni per i trasgressori. A tutela dei consumatori, l’obbligo di cartello con due prezzi.

Il Consiglio dei ministri ha dato inizio a queste misure a favore dei consumatori, al fine di contrastare i rincari che si sono verificati nelle ultime settimane.

Buoni benzina da 200 euro e multe ai trasgressori

Le novità per il caro benzina -Photo Credits:gettyimages
Le novità per il caro benzina -Photo Credits:gettyimages

Secondo il decreto approvato dal Cdm, per il primo trimestre del 2023, per dare sostegno ai consumatori, sono rinnovati i buoni benzina per un valore massimo di 200 euro per lavoratore dipendente. I fornitori in autostrada dovranno avere un tetto che sarà fissato da una norma. Il nuovo regime di trasparenza per la vendita dei carburanti prevede l’individuazione di un prezzo medio nazionale da esporre ai distributori.

Dovrà essere esposto dai distributori di benzina il prezzo medio nazionale dei carburanti che ogni giorno verrà elaborato dal ministero dell’Ambiente. Sarà l’Antitrust a vigilare sull’assenza di cartelli sul prezzo. Inoltre verrà irrobustita la collaborazione con la Guardia di Finanza, che effettuerà dei controlli sul rispetto della norma. Sono previste sanzioni in caso di violazione e l’accertamento di recidività può comportare la sospensione dell’attività, da un minimo di 7 a un massimo di 90 giorni.

Caro benzina: speculazione sul prezzo o colpa del governo?

A determinare il prezzo della benzina sono tre componenti: il costo netto del combustibile, incluso il guadagno dei gestori delle pompe, le accise e l’imposta sul valore aggiunto (Iva). La componente fiscale e’ pari al 58%, decisamente superiore al prezzo industriale (42%). Secondo quanto rilevato dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, il 9 gennaio, dopo la reintroduzione delle accise il prezzo della benzina è a 1,812 euro/litro, dove la componente fiscale e’ pari a 1,055 euro/litro mentre quella industriale 0,757 euro/litro. Costi superiori ai due euro al litro in numerose stazioni di rifornimento urbane, fino ad arrivare ai 2,5 euro in autostrada.

Sono oltre 2.800 le violazioni accertate. L’Antitrust ha richiesto di poter acquisire la documentazione relativa ai controlli recentemente effettuati nelle stazioni di rifornimento dalla Guardia di Finanza. A seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, Mario Draghi a marzo aveva introdotto uno sconto di 30 centesimi delle accise sui carburanti, poi ridotto a 18 centesimi dal 1 dicembre, per sterilizzare la crescita dei prezzi. Da una parte Lega ed FdI, parlano di speculazione sul prezzo, dall’altra le opposizioni replicano che la responsabilità degli aumenti e’ in capo al governo, che non ha rinnovato a partire dal 1 gennaio lo sconto sulle accise che determinano parte del prezzo dei carburanti.

Prezzi: si va verso una stabilizzazione?

Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha detto:

“Dai dati che abbiamo rilevato dovrebbe esserci una stabilizzazione dei prezzi. Non dobbiamo puntare il dito e dire che sono tutti speculatori, si tratta di monitorare”.

Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha ricordato:

La decisione del governo di non confermare il taglio delle accise sulle benzine non è stata presa a cuor leggero. E’ una misura che costa oltre un miliardo al mese, il governo ha deciso di utilizzare quelle risorse per finanziare tutte misure sociali“.

Per quanto riguarda le opposizioni, da una parte il M5s parla di “scaricabarile nei confronti dei gestori da parte di un governo che dopo 3 mesi gia’ marcia fuori strada“, dall’altra per il Pd, il coordinatore dei sindaci dem Matteo Ricci parla di “maggioranza in tilt. Prima cercano i responsabili delle speculazioni sulla benzina e poi scoprono che sono loro“.

Mariapaola Trombetta

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