Era il 1 gennaio 1977, quando su Carosello si chiuse il sipario. Raccontare cos’era Carosello alle nuove generazioni è semplice e allo stesso tempo fa sorridere per come siamo abituati a pensare la televisione d’oggi. Dire che era una serie di spot pubblicitari è riduttivo e non gli rende giustizia. Carosello era di più, molto di più. Raccontava storie. I suoi personaggi, disegni animati e non, in brevissimo tempo si sono fatti strada nel pubblico divenendo punti di riferimento. Non era solo pubblicità, era un appuntamento fisso al quale per anni gli italiani sono rimasti legati.
Era una forma d’arte, un piccolo contenitore nel quale si alternavano sketch comici sullo stile del teatro leggero e intermezzi musicali che erano seguiti da messaggi pubblicitari. La prima parte, dedicata agli sketch, chiamata “pezzo” era della durata di 1 minuto e 45 secondi. La seconda invece, quella puramente pubblicitaria, chiamata in gergo “codino”, era della durata di 30 secondi e le parti erano nettamente separate tra loro. Il passaggio dal pezzo al codino, avveniva attraverso una frase-chiave pronunciata dal protagonista ed era nella parte finale che veniva nominato il prodotto.
Tra sketch e pubblicità
Ogni Carosello era inserito in una cornice dal contesto teatrale, ed ogni appuntamento cominciava con l’apertura di un sipario. Questo era accompagnato da una sigla che ricordava la musica della fanfara. Il programma andò in onda su Rete 1 della Rai dal 3 febbraio 1957 al 1 gennaio 1977. Veniva trasmesso tutti i giorni, e fu sospeso solo in occasione di particolari eventi storici. Tra questi la drammatica morte di John e Robert Kennedy, rispettivamente il 22 novembre 1963 e il 5 giugno 1968. Come pure durante l’allunaggio di Apollo 14 avvenuta il 9 febbraio 1971.
Ma non solo, Carosello ha rappresentato per una gran parte di quella generazione che all’epoca aveva pochi anni, un vero e proprio svago prima di dover andare a letto. Pochi minuti in cui gli antitesiani di quelli che più tardi diventarono i cartoni animati, raccontavano brevi storie semplici e divertenti. Personaggi come “Calimero“, pulcino nero, simbolo dei detersivi della Miralanza. In più l’indimenticabile “Omino coi baffi” della caffettiera Bialetti, o “La Linea” delle pentole Lagostina, solo per citarne alcuni, diventati dei miti.
I volti noti del Carosello
Carosello però non era solo uno spazio dedicato ai più piccoli, infatti parecchi sketch e messaggi pubblicitari hanno avuto i volti noti del mondo dello spettacolo di allora come: Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Giorgio Albertazzi, Arnoldo Foà. Alcuni interpreti furono anche: Mike Bongiorno, Corrado, Aldo Fabrizi, Dario Fo, Franca Rame, Domenico Modugno, Mina, Adriano Celentano, Ernesto Calindri, Nino Manfredi, Virna Lisi, Gino Bramieri, Walter Chiari .
Ma non solo, infatti parecchi sketch videro protagonisti anche: Gino Bramieri, Walter Chiari, Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello, Sandra Mondaini, Gino Cervi, Fernandel, Paolo Panelli. E ancora Bice Valori, Paolo Stoppa, Paolo Ferrari, Aroldo Tieri, Carlo Dapporto, Nino Taranto, Raffaele Pisu, Ubaldo Lay, Renato Carosone e non ultimi Eduardo e Peppino De Filippo, Erminio Macario e Totò. Che dire? Certo da allora il modo di fare televisione è cambiato radicalmente. Il Carosello segnò un’epoca. Così il 1 gennaio 1977 ci fu l’ultima messa in onda del Carosello. Su lui si chiuse quel sipario che segnò il passaggio dalla tv in bianco e nero a quella a colori (1975), dalla tv d’intrattenimento a quella “anche” commerciale dei tempi moderni.
di Loretta Meloni
Immagine di copertina (Carosello) photo credit: curiosando708090.altravista.org