Caterina Cropelli, l’intervista sul nuovo album: “È stato un percorso dettato dal bisogno di scrivere di quello che mi accadeva”

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Di Joelle Cotza

Caterina Cropelli nasce Cles, in Trentino Alto Adige, nel 1996. All’età di tredici anni impara, da autodidatta, a suonare la chitarra e durante gli anni del liceo inizia a farsi sentire nei locali delle valli trentine. Dal 2016, dopo l’avventura a X Factor, accompagnata dalla sua chitarra apre i concerti di grandi nomi della musica italiana come Cristina Donà, Eugenio Finardi, Irene Grandi, Gianluca Grignani, Enrico Ruggeri. Il 25 novembre 2022 esce “In queste stanze piene“, il suo secondo disco, anticipato dai singoli “La promessa“, “Abitudini“, “La vita davanti“, “Povera me” e “Causa affetto“.

L’intervista a Caterina Cropelli

Caterina Croppelli
PH: Francesca Bazzoni
Caterina Cropelli

MM: Caterina Cropelli, vuoi introdurci il tuo nuovo progetto “In queste stanze piene”? Da dove è nata l’idea per lo stesso?

CC: “In Queste Stanze Piene” non nasce da una vera e propria idea di partenza ma è stato un percorso dettato dal bisogno di scrivere di quello che mi accadeva, senza pensarci troppo nella speranza che i sentimenti, le emozioni, disagi e domande esistenziali che mi ponevo potessero essere condivise anche da chi un giorno le avrebbe ascoltate.

MM: Come definiresti la tua musica?

CC: È difficile dare una definizione alla propria musica perchè sarebbe un po’ come metterla in una scatola, dare un nome troppo preciso alle cose alle volte le costringe a stare strette, e ad essere solo quella cosa li. Se penso a questo disco lo trovo colorato, versatile, ci sono canzoni che partono da un animo pop ma sfiorano anche il rock, o il gospel… tra malinconia e spensieratezza raccontano delle parti di me, delle stanze aperte. Restano poi le stanze da aprire e anche quelle fanno parte della mia musica…

MM: Quando hai cominciato a produrre musica e quando hai scritto il tuo primo brano?

CC: Ho iniziato a scrivere cinque anni fa dopo la mia esperienza ad X Factor. Ho pensato che avrei dovuto provare a lasciare qualcosa di più, fino ad allora avevo solo interpretato canzoni di altri, così ho cominciato il mio percorso di scrittura e di ricerca di me stessa e di cosa volevo dire. Il primo brano che ho scritto si chiamava “Sempre più piccola”, è una canzone che parla di DCA, disturbi del comportamento alimentare di cui ho sofferto quando ero più piccola. Oggi quella canzone ha trovato la sua stanza “In Queste Stanze Piene”.

MM: C’è un brano in particolare, o una frase, che ti descrive al meglio?

CC: Ci sono molte cose di me nelle mie canzoni, mi sento rappresentata da tutti i brani scritti, da alcuni forse un po’ di più ma faccio comunque fatica a pensare che sia solo uno. In questo momento forse la frase “La vita davanti” è quella che mi da più carica.

MM: Se non fossi Caterina, quale artista vorresti essere? C’è un artista in particolare che ti ha ispirato maggiormente? Se sì, chi?

CC: Ci sono vari artisti che mi hanno ispirata, ma trovarne solo uno per me è una tortura! Avrei voluto essere un sacco di persone… a partire da Jimi Hendrix il giorno in cui ha scritto “Little wing”, passando per Aretha Franklin, Stevie Wonder, ma anche Amy Winehouse… mi sembra un bel gioco questo… si potesse essere qualcuno per un giorno, ogni giorno per 365 giorni avrei una lista molto lunga!

MM: Ti andrebbe di elencarci da tre a cinque brani (di altri) che ti colpiscono e/o ami e per quale motivo

CC: Un brano è quello che cito nella prossima domanda. Poi “Master Blaster” di Stevie, “Lasciarsi un giorno a Roma” di Niccolò Fabi, “Vienna” di Billy Joel, “Ain’t no mountain high enough”, ma anche qui sono solo alcuni dei brani con cui sono stata in fissa, ma vi assicuro che sono tantissimi.

MM: Di quale film/serie tv vorresti scrivere o aver scritto la colonna sonora?

CC: Non è una vera e propria colonna sonora, ma è un brano che torna spesso e volentieri in molti film e serie televisive. “To build a Home” della The Cinematic Orchestra con Patrick Watson per me è la canzone perfetta. Se mi chiedete cosa avrei voluto scrivere vi dico questa tutta la vita.

MM: Esistono delle vere e proprie guide per ascoltare i brani del tuo nuovo album, vorresti aggiungere qualcosa? Un suggerimento, un augurio..?

CC: Non ho suggerimenti ma mi auguro che questo mio nuovo lavoro possa portare conforto, comprensione e dare man forte a chi lo ascolterà e ci vedrà un po’ di vita propria tra queste stanze.

Joelle Cotza

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