Cultura

Saturnali, il Natale nell’antica Roma e le sue origini storiche e mitologiche

Nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente, i Saturnali; le antiche feste in onore del dio Saturno paragonabili alle attuali festività di Natale e Capodanno.

Saturnali, il dio Saturno e le celebrazioni come rievocazione della mitica Età dell’Oro

Saturnali
Credits: wikipedia

I Saturnali, noti come Saturnalia in latino, erano le celebrazioni più popolari della religione romana. I Saturnali, nel tempo, si sono identificati come le attuali feste di Natale e Capodanno. I festeggiamenti istituiti nel 217 a.C., originariamente duravano solo un giorno, il 17 dicembre; in seguito, Cesare aggiunse due giorni, Caligola tre e l’Imperatore Domiziano, ultimo della dinastia Flavia, li portò a sette: dal 17 al 23 dicembre. Queste celebrazioni si indicevano in onore del dio Saturno, corrispettivo greco di Crono, padre di Zeus. Saturno, per i romani, era la divinità deputata alla protezione dell’agricoltura, dei raccolti, della pastorizia e delle messi.  

Si riteneva che Saturno, scacciato dall’Olimpo, avesse trovato rifugio presso il dio Giano e, per un breve periodo, avesse regnato nel Lazio dando inizio alla mitica Età dell’Oro; epoca di pace, prosperità e progresso. I Saturnali erano quindi una rievocazione dell’era aurea (aurea aetas); periodo storico privo di guerre, differenze sociali e sofferenze in cui regnava la prosperità e l’abbondanza senza che quest’ultime derivassero da fatiche e sofferenze. In questi giorni, infatti, i romani si abbandonavano all’allegria più sfrenata sospendendo azioni militari, lavori e qualsivoglia operazione in cui si prevedeva fatica.

Rituali, lo scambio dei doni: strenae, sigillaria e lauti convivi

L’apertura dei Saturnali prevedeva un sacrificio nel tempio di Saturno situato in Campidoglio. Successivamente, era uso banchettare presso un lauto simposio intonando il grido Io Saturnalia!; una sorta di augurio ripetuto per le case e le strade a cui seguivano anche dei doni simbolici detti strenae, strenne. Nel tempo, infatti, la strenna diventa un tipico regalo la cui usanza è donarlo o riceverlo proprio nel periodo natalizio. Una tradizione che, quindi, si è tramandata; già in epoca latina,infatti, il termine strēna era reso come ”regalo di buon augurio”. Un’altra consuetudine era, poi, invitare gli amici a pranzo in cui si era soliti scambiare dei doni. Era permesso il gioco d’azzardo, severamente proibito negli altri periodi dell’anno. Un’immagine, seppur lontana, che rimanda alle attuali usanze praticate attraverso il cenone di Natale, lo scambio dei regali e i giochi da tavolo tipici del periodo natalizio.

Di solito, i doni scambiati, erano di varia natura e a secondo delle possibilità economiche di chi donava; le persone abbienti regalavano monili, piatti, oggetti in oro e argento o, comunque, roba di valore. Le persone con meno disponibilità erano soliti regalare cerei e sigillaria: rispettivamente, candele e statuette d’argilla.Una curiosità dei Saturnali era che, durante i festeggiamenti, l’ordine sociale si capovolgeva totalmente. Quasi come in universo parallelo, si viveva per tutta la durata delle celebrazioni in un mondo alla rovescia dove schiavi e padroni erano alla pari. Chiunque era considerato un uomo libero e, tramite estrazione a sorte, si eleggeva un princeps; una figura caricaturale della classe nobile che deteneva il potere.

Stella Grillo

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