In occasione del giorno in cui Caterina de’ Medici, la Regina di Francia, avrebbe compiuto 505 anni, facciamo luce su una delle icone più chiacchierate e temute del sedicesimo secolo.
Caterina de’ Medici arriva in Francia quando ha soli quattordici anni, uno spiccato accento italiano nel parlare francese, e un’enorme dote di monete e gioielli da parte del papa che le assicurò le nozze con Enrico II. Era una ragazzina minuta e con gli occhi sporgenti, fluente in italiano, francese, greco e latino, delicata seppur dai lineamenti insignificanti.
Ai suoi diciassette anni, la Francia non aveva ancora un erede al trono. Il giovane marito di Caterina, di cui lei era follemente innamorata, si consolava con le sue favorite e da una di esse ebbe una figlia, notizia che spezzò il cuore della medicea. Dopo ben otto anni ecco che la prima gravidanza germogliò nel ventre di Caterina: Francesco II di Valois, il futuro delfino di Francia. Dopo di lui, Caterina partorì altre nove volte.
Nostradamus
Enrico II morì nel 1559 per una grave ferita in battaglia, lasciando la moglie a piangerlo per il resto dei suoi giorni, rifiutandosi di indossare altro che abiti neri (sebbene la tradizione volesse il bianco per le vedove a lutto). Una lancia spezzata divenne il suo emblema, seguita dal motto: «Lacrymae hinc, hinc dolor» (Da qui le mie lacrime, da qui il mio dolore).
Francesco II succedette al trono, accompagnato dalla costante ombra della madre, che proprio in quegli anni si guadagnò le nere leggende che le vengono attribuite. Il nuovo re di Francia era cagionevole di salute, così come molti dei suoi fratelli, e in un periodo storico in cui i re parevano cadere come mosche, Caterina scelse di affidarsi alle arti oscure.
Nostradamus era un uomo parecchio influente nella cultura francese di quel tempo, una sorta di profeta che si diceva riuscisse a prevedere il futuro. Era stato in grado di preannunciare la morte del re e dunque l’acquisizione del titolo di regina reggente da parte di Caterina.
Una profezia in particolare le fece raggelare il sangue nelle vene: «Tre dei tuoi figli cingeranno la corona di Francia: Francesco per un anno, Carlo per quattordici, Enrico per quindici.» Ma Caterina aveva partorito un altro maschio dopo Enrico, il piccolo Francesco Ercole. Alla richiesta di spiegazioni, Nostradamus le mostrò il viso di Enrico di Borbone, che l’ultimo re di Francia della dinastia dei Valois aveva designato come suo successore senza consultare la madre (come si diceva fosse suo solito). Ciò le fece comprendere che Francesco Ercole non sarebbe sopravvissuto abbastanza per diventare sovrano, e che i Borboni avrebbero posto fine alla dinastia dei Valois. Tutte le profezie si avverarono.
La “leggenda nera” di Caterina
Caterina si trascina dietro un’aura oscura e omicida, che la vuole responsabile della morte della regina di Navarra e del figlio Carlo IX per avvelenamento, l’arma attribuita alle donne e agli italiani.
Ma tutte le dicerie sul suo conto pare siano inesattezze storiche, probabilmente alimentate dalla xenofobia dei francesi nei confronti di una regina italiana, e dal periodo in cui si iniziò a screditare i Valois per innalzare i Borboni.
Caterina, sebbene per molti secoli venne additata come una strega, una donna malvagia, gelosa e manipolatrice, era in realtà una figura politica di spicco, che diede addirittura le basi per i vincenti risultati di Richelieu. Si trattava di una donna intelligente e pragmatica, ma soprattutto di una brava madre e una moglie devota, caratteristiche che a quanto pare non bastarono a guadagnarsi una nomina positiva tra i francesi. L’accusa di lasciare che gli stranieri dominassero la nazione era più un rimprovero che sorgeva dal proprio raffinato gusto influenzato dal Rinascimento italiano, cultura che tentò di accorpare alla propria immagine, senza mai tuttavia abbandonare la propria educazione di stampo francese.
La figura della regina oscura, tuttavia, è una leggenda che tarda a morire, specie in diversi siti storici francesi in cui ancora si racconta di tecniche macabre e armadi contenenti veleni che (falsamente) appartenevano a Caterina.
Mariadonata Di Lorenzo
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