Chi è Manuel Bortuzzo: la storia e l’incidente del campione di nuoto

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Di Redazione Metropolitan

Nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2019, l’atleta Manuel Bortuzzo viene raggiunto da un colpo di pistola durante un agguato nella periferia di Roma, e resta paralizzato per una lesione al midollo. Due giovani confessano di averlo colpito per errore. Sono stati condannati a 16 anni, pena poi ridotta a 14 anni e 8 mesi. Intanto Manuel continua la riabilitazione e spera un giorno di poter tornare a camminare. La sua storia è raccontata anche nel docufilm “Ultima gara“.

Raoul voleva mostrare cosa c’è dietro l’immagine vincente degli sportivi. Me ne ha parlato così e poi mi ha detto: pensaci. Ma io gli ho dato subito il mio sì: quando mi sarebbe ricapitato di fare un film assieme a lui”. Queste le parole di Manuel Bortuzzo al Corriere della Sera a proposito del docufilm Ultima gara, in onda il 3 giugno su Canale5. Da un’idea di Raoul Bova e con Filippo MagniniMassimiliano RosolinoEmiliano Brambilla. Due anni dopo le riprese, Manuel racconta: “Lì ero nel pieno dello sconvolgimento per quello che mi era successo. Ora sono cambiato, per fortuna in meglio. Il peggio è passato. Ho ritrovato la tranquillità, la serenità che lì ancora non avevo: era passato pochissimo. L’incidente era stato a febbraio (nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2019 venne colpito durante una sparatoria fuori da un bar alla periferia sud di Roma che lo ha lasciato paralizzato alle gambe, ndr) e abbiamo iniziato a girare a maggio. Ma sono felice di aver fotografato in questo film quei mesi”. E durante le riprese, ha trovato anche degli amici: “… Loro erano i miei miti. Brambilla ha fatto storia nel nuoto, Massimiliano non sbagliava un colpo e poi re Magno, una divinità: a Roma, ogni tanto, nuotavamo nella stessa piscina. Lo vedevo da lontano, io non ero niente in confronto, e provavo un’emozione… Ora mi ritrovo non solo ad averli amici, ma ad aver anche girato un film con loro e Raoul Bova, un attore che stimavo moltissimo”.

Nella notte della sparatoria nella zona dell’Axa, tra l’Eur e Ostia, Manuel si trova con la fidanzata Martina, anche lei nuotatrice, davanti a un distributore automatico di sigarette, quando viene raggiunto dagli spari. Il mezzofondista, allora ventenne, subisce una lesione al midollo che non gli consente più di camminare né di continuare la sua carriera nel nuoto agonistico.

Pochi giorni dopo, arriva la confessione di Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, due giovani che ammettono di aver esploso tre colpi di arma da fuoco da un auto in corsa, ma sostengono di aver colpito per errore l’atleta. Secondo la Procura, i due volevano

dimostrare la propria capacità criminale, sparando sulla pubblica via colpi di arma da fuoco nei pressi del pub nei confronti di ignari passanti.

I due, imputati di tentato duplice omicidio aggravato dai futili motivi, sono stati condannati a 16 anni di carcere con rito abbreviato. La sentenza però, purtroppo, non cambia le cose per Manuel, a cui dopo il raid è stato estratto un proiettile all’altezza di una vertebra che gli causa una lesione midollare che gli impedirà l’uso delle gambe.

L’atleta, però, ha continuato a sperare e ha iniziato un percorso di riabilitazione in palestra e in piscina non appena ha potuto. Ora il suo sogno non è più partecipare alle Olimpiadi, ma ricominciare a camminare: fortunatamente, la lesione midollare non è completa e c’è ancora spazio per la speranza, che il ragazzo ha scelto di raccontare nelle pagine del suo libro, Rinascere.