Chi è Tony Santagata: “Ho avuto un brutto lutto, mi ha salvato la fede”

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Di Redazione Metropolitan

Tony Santagata, nome d’arte di Antonio Morese (Sant’Agata di Puglia, 9 dicembre 1935), è un cantautore italiano.
Si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza a Napoli: qui prende lezioni di canto e musica e canta in alcuni circoli cittadini, anche assieme al suo primo gruppo. Trasferitosi a Roma, nel 1959 è già uno dei protagonisti dell’Embassy, uno dei simboli della Dolce Vita. Canta le sue canzoni, ma non riesce a trovare un discografico che gli pubblichi “Quant’è bello lu primm’ammore”, “La zita”, “Li strascenete” a altri, giudicati non commerciali. Nel frattempo è uno dei fondatori storici del Folkstudio nei primissimi anni sessanta. Poi una piccola etichetta, la Sunset Record, gli publica il primo disco.

Quant’è bello lu primm’ammore diventa disco, sul lato A c’è Miezz’a la piazza, canzoni di sua esclusiva proprietà, non depositate alla SIAE. Il disco venne subito censurato dalla Rai. Promotore del cabaret italiano, dopo essere stato il primo a usare il dialetto pugliese con il suo originale cabaret, da lui ideato, nel 1967 partecipa al Cantaeuropa, invitato da Ezio Radaelli. Invitato al festival la Barca d’oro a Napoli e vince con una canzone contro la guerra. Invitato a rappresentare il mondo del cabaret, per commemorare Totò al teatro Politeama, unico artista non napoletano, scrive e canta Carissimo Totò.

Nel 1968 è l’unico ospite canoro al Festival del cinema di Taormina, dove gli vengono dedicati ben 16 minuti. Nel 1970, dopo 220 repliche come protagonista al Derby Club di Milano, viene invitato da Marcello Marchesi a partecipare a Ti piace la mia faccia (4 puntate su Raiuno in prima serata). Nel 1970 è l’autore della sigla di una nuova trasmissione, A come agricoltura. Nel 1971 la Rai lo invita a partecipare al programma Speciale 3 milioni, dove è presente per 4 puntate su 5, come cantautore italiano, dove presenta. Il gallo contestatore, La pagnotta, Un esercito di viole, Il seminatore, tutte di sua composizione. Intanto sono migliaia gli spettacoli come protagonista nei maggiori teatri e cabaret italiani. Lavora principalmente al centro-nord, cambia casa discografica, dalla Rca alla Fonit.
Nel 1972 Radaelli, su pressione del grande regista Anton Giulio Majano, lo scrittura per il Cantaeuropa di quell’anno. Il Premio Regia Televisivo, il Festivalbar lo vedono protagonista di Recital di 45 minuti, dal vivo, vedette assoluto fuori gara. Nel 1973 viene invitato a Canzonissima come cantautore in italiano. Arriva in finale e presenta come canzone nuova, un brano che è attuale ancora oggi: Austerity, dopo aver superato i due turni precedenti con altri due brani di sua composizione: Il pendolare e Vieni cara, siediti vicino. Quest’ultima, di carattere ambientalistico, era la sigla della trasmissione A come agricoltura.

Nel 1974/75 ottiene la vittoria a Canzonissima, nella inedita sezione Folk, con Lu maritiello da lui scritta, dopo aver vinto le due eliminatorie precedenti con i suoi grandi successi Quant’è bello lu primm’ammore e La zita. Ha inoltre partecipato al Festival di Sanremo 1973 con Via Garibaldi (premio ex aequo per il miglior testo) e al Festival di Sanremo 1994 come membro della Squadra Italia con Una vecchia canzone italiana. Ha scritto 6 opere musicali moderne; la più nota Padre Pio Santo della speranza, eseguita in Vaticano presso l’Aula Paolo VI la sera della canonizzazione del Santo. La canzone finale, Padre Pio ho bisogno di te, è diventata la preghiera ufficiale dei fedeli del Santo.

Tony Santagata ha dichiarato, in risposta a una domanda formulatagli da Anna Falchi, che “i pugliesi riescono a conquistare il pubblico per la simpatia istintiva e la grande intelligenza”Settant’anni di carriera sono stati appena compiuti dal cantante, che ha iniziato a esibirsi in pubblico all’età di 14 anni e mezzo. “A mia moglie ho dedicato numerose canzoni, fra cui ‘Quant’è bello lu primm’ammore’”, ha quindi rivelato Tony Santagata, aggiungendo che l’elisir di eterna giovinezza di una storia d’amore è da identificarsi in un lavoro continuo su se stessi, nei litigi, che rinnovano il sentimento, e nell’ottimismo: “Bisogna cercare di stare insieme il più possibile, anche se io spesso sono stato assente per via della mia carriera”. Memorabile il suo rapporto con Padre Pio (“Mia moglie ha ricevuto una grazia dal Santo e a me predisse che sarei diventato cantante”), mentre di recente ha sofferto “di un terribile male alla testa: sono stato colpito da una pallonata mentre giocavo a calcio e sono stato operato d’urgenza”.