Christa Wolf una scrittrice segnata dal nazismo

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Di Redazione Metropolitan

Il 18 marzo 1929 nasce Christa Wolf in un ambiente piccolo borghese, con un orizzonte provinciale, in una Polonia in pieno periodo nazista. Questo la condizionerà moltissimo in tutta la sua crescita sia umana che professionale; tanto che in una sua intervista affermerà:

Nessuno può sfuggire ai condizionamenti che infanzia e adolescenza hanno sulla tua vita, soprattutto per quegli avvenimenti che si vorrebbero dimenticare o negare soprattutto di fronte a se stessi.

In pieni anni ’50 la Wolf si immette nel panorama culturale divenendo critica letteraria presso la “Neue Deutsche Literatur“, rivista dell’Unione degli Scrittori della DDR. Cercherà di innescare nuove ideologie e eliminare le idee naziste rischiando molte volte anche la censura. Nel 1955 un primo viaggio nell’Unione Sovietica correda la formazione della critica letteraria.

Dalla critica letteraria Christina Wolf passa alla scrittura

E’ tramite la scrittura che la Wolf si sente veramente capace di esprimere la realtà che sta vivendo. Nella sua prima novella, poi rinnegata, narra di una giovane che va in Russia e conosce di un giovane ufficiale reso cieco dai nazisti.  Si innamorano, ma rinunciano a questo amore per l’ideale di una società migliore

Christa Wolf al centro dell’attenzione della critica internazionale

Nei primi anni ’60 viene indetto un programma chiamato Bitterfelderweg dove tutti gli intellettuali potevano recarsi nelle fabbrica per toccare con mano il lavoro degli operai; la Wolf decise di prendervi parte lavorando presso una fabbrica di vagoni ferroviari. Darà origine alla stesura del romanzo sulla divisione della Germania che la pone al centro dell’attenzione della critica internazionale: ‘Il cielo diviso‘ pubblicato all’indomani della costruzione del muro di Berlino.

Il Cielo Diviso di Christa Wolf - credit: Mondadori
Il Cielo Diviso di Christa Wolf – credit: Mondadori

Negli anni seguenti uscirono diverse nuove opere di Christa Wolf, tra le quali le più importanti sono: ‘Riflessioni su Christa T‘ . Un testo in cui l’autrice affronta il disagio dell’individuo all’interno di una società omologante, una minaccia alla perdita della libertà individuale. Le editorie dell’Est controllavano a quel tempo le pubblicazioni e per questo libro decisero di farlo in tiratura limitata.

Riflessioni su Christa T. - credit: Amazon
Riflessioni su Christa T. – credit: Amazon

A pochi mesi dalla caduta del muro di Berlino l’autrice pubblicherà un breve testo ‘Che cosa resta‘, un libro che parla  di una donna, una scrittrice famosa, sorvegliata dalla Stasi. Questo provoca fa esplode una campagna denigratoria molto violenta, soprattutto ad opera della stampa occidentale, ai danni della Wolf. Alcuni recensori vedono le dichiarazioni di chi vuole presentarsi come vittima, chi vuole fare solo del sano moralismo.

Che cosa resta di Crista Wolf- credit: Amazon
Che cosa resta di Crista Wolf- credit: Amazon

E’ molto difficile dividere la vita letteraria e la vita umana di questa autrice, le due cose si legano indissolubilmente e non lasciano spazio a fraintendimenti. Il suo è un vero e proprio racconto di donne che lottano in un periodo difficile, creando così un nuovo eroismo femminile.

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