Per Chuck Berry la vita dev’essere stata un po’ come andare sulle montagne russe, tra impennate vertiginose e improvvise e spaventose cadute. Ed in effetti un parco giochi musicale lui, ad un certo punto, l’ha davvero messo su. Ma nel parco giochi della vita la star assoluta è sempre stato lui: fra i primi ad entrare nella Rock ‘n’ Roll Hall of Fame, al quinto posto nella classifica di Rolling Stone dei 100 migliori artisti e al settimo dei 100 migliori chitarristi, sicuramente una delle più grandi leggende della musica.

“Se tu volessi dare un altro nome al Rock and Roll, lo potresti chiamare Chuck Berry” John Lennon

Chuck Berry - Ph© Frans Schellekens/Redferns
Chuck Berry – Ph© Frans Schellekens/Redferns

Agli albori del Rock and Roll

Berry nacque a Saint Louis il 18 ottobre del 1926 e, benché la sua famiglia non vivesse particolari ristrettezze economiche e fosse riuscita anche a farlo studiare, ebbe sempre una propensione a delinquere. Fu infatti presto arrestato per rapina a mano armata, varcando i cancelli del carcere per la prima ma non ultima volta. Contemporaneamente sviluppò interesse per la musica, in particolare per la chitarra, e iniziò a suonare nei club della città con Ebby Hardy alla batteria e soprattutto con colui che sarà al suo fianco nella maggior parte della sua carriera e contribuirà alla realizzazione dei suoi più grandi successi: il pianista Johnnie Johnson.

Un background musicale abbastanza simile al Re Elvis e al Man in Black Johny Cash: gospel, blues, country, rockabilly, ma anche jazz e R&B. Chuck Berry fu pioniere nel raccontare gli adolescenti americani di metà anni ’50 e a cantarne i primi vagiti di ribellione. Suo primo successo fu Maybellene, incisa nel ’55 alla Chess Records, dove fu indirizzato da Muddy Waters in persona. La fama internazionale arrivò l’anno seguente con Roll Over Beethoven, brano contenente il suo riff marchio di fabbrica.

Chuck Berry - Ph: kpbs.org
Chuck Berry – Ph: kpbs.org

Costruzione di una leggenda

Si può sostanzialmente dire che la maggior parte dei pezzi che hanno reso Berry la leggenda che è, e che cambiarono per sempre il modo di fare musica, fu realizzata fra il ’55 e il ’58 circa. Oltre ai due brani già citati, arrivarono in carrellata Thirty Days, You Can’t Catch Me, School Day, Rock and Roll Music, Sweet Little Sixteen e soprattutto quella Johnny B. Goode che è stata anche mandata nello spazio nel 1977 all’interno della sonda Voyager I.

I decenni successivi lo videro protagonista di nuove vicende giudiziarie di varia natura che gli costarono altri soggiorni nelle prigioni americane. Ma nel frattempo Berry era una star internazionale e, se la sua vena creativa iniziava a perdere i colpi, le sue esibizioni dal vivo continuavano ad infiammare le folle. Con il nascere di nuove correnti musicali, dal punk al rock psichedelico e poi al grunge, fu chiaro che la sua musica era ormai un genere sorpassato, anche se comunque rimaneva immortale e continuava ad essere tirata in ballo in ogni revival fifties.

Johnny B. Goode – Chuck Berry con Bruce Springsteen e la E Street Band

Chuck Berry per la storia del Rock

Chuck Berry fu fonte d’ispirazione e idolo venerato da schiere di musicisti, come John Lennon che nel ’72 lo volle come ospite d’onore al Mike Douglas Show. È stato l’uomo che ha reso la chitarra strumento protagonista. La sua Duck Walk è stata tante volte ripresa da artisti come Angus Young e i suoi brani sono stati spesso il punto di partenza di band poi diventate altrettante leggende. Pensiamo ai Rolling Stones che pubblicarono come primo singolo una cover di Come On e che di fatto erano nati anche grazie alla comune passione per Berry che univa Richards e Jagger.

Lo stesso Richards nell’86 mise su uno straordinario spettacolo al Fox Theatre di Saint Louis per celebrare i 60 anni del mito del rock al quale presero parte, fra gli altri, Eric Clapton, Etta James e Julian Lennon. Divenne poi un documentario girato da Taylor Hackford: Hail! Hail! Rock ‘n’ Roll. Le sue canzoni sono state oggetto di numerosissime cover e compaiono in diversi film: ricordiamo Michael J. Fox che interpreta Johnny B. Goode in Ritorno al Futuro, oppure John Travolta e Uma Thurman che ballano su You Never Can Tell in Pulp Fiction.

Chuck Berry - Ph: © Francois G. Durand/Wirelmage
Chuck Berry – Ph: © Francois G. Durand/Wirelmage

Il padrino del Rock and Roll

“La mia musica è molto semplice. Volevo suonare il blues ma non ero abbastanza ‘blue’. Non ero come Muddy Waters o altra gente che aveva veramente sofferto. [] Così mi sono concentrato sul divertimento, sull’allegria e sulle novità. Ho scritto di automobili perché una persona su due le possedeva. Ho scritto d’amore perché tutti vogliono l’amore. Ho scritto canzoni che i bianchi potessero comprare perché ciò mi avrebbe portato denaro. Era quello il mio scopo: guardare il mio estratto conto e vedere milioni di dollari”

Adolescenti, auto, sesso, amore e soldi. Di questo ha cantato Chuck Berry, diventando forse il primo poeta del Rock and Roll. La scabrosa filastrocca My Ding A Ling fece scalpore. La sua musica è una grezza miscela di blues delle origini e country spensierato, in grado di annullare le divisioni razziali e sociali del pubblico. I più grandi musicisti si sono consumati le dita a furia di riprodurre i suoi riff di chitarra. E praticamente tutti, più o meno consapevoli, hanno in qualche modo tratto ispirazione e reso omaggio al grande padrino del Rock and Roll.

Emanuela Cristo

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