‘Ciao Amore Ciao’, l’ultimo saluto di Tenco a Sanremo nel 1967

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Di Alessandro Carugini

Luigi Tenco è considerato uno dei più importanti cantautori italiani. Insieme a Fabrizio De André, Bruno Lauzi, Gino Paoli, Umberto Bindi ed i fratelli Reverberi, fu uno degli esponenti di spicco della “scuola genovese“. Un nucleo di artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana fin dagli anni sessanta. La sua morte, avvenuta a 28 anni nell’albergo Savoy di Sanremo durante l’edizione del Festival di Sanremo del 1967. Un evento di cronaca che segnò il panorama indelebilmente il panorama musicale e culturale italiano.

Tenco ed il Festival di Sanremo del 1967

Copyright Renato Casari

Il diciassettesimo Festival della Canzone Italiana si è svolto nel Salone delle feste del Casinò di Sanremo dal 26 al 28 gennaio 1967. Condotto per la quinta volta consecutiva da Mike Bongiorno, affiancato da Renata Mauro.

La canzone vincitrice fu Non pensare a me cantata da Claudio Villa ed Iva Zanicchi, che prevalse per soli due punti di distacco sulla seconda classificata. A tutt’oggi il minimo storico di tutti i Festival di cui si conosca il punteggio finale.

Tra i cantanti stranieri in gara, da segnalare Dionne Warwick, Cher e Sonny Bono, e Marianne Faithfull, nota per essere impegnata con Mick Jagger. Tra gli stranieri avrebbe dovuto figurare anche il francese Christophe, in coppia con Domenico Modugno. Quest’ultimo si pentì di averlo scelto come partner e riuscì a farlo sostituire in extremis con Giuseppe Gidiuli.

Fu, anche, l’esordio di Lucio Battisti sebbene solo come autore. Portò in gara Non prego per me, scritta in coppia con Mogol e interpretata da Mino Reitano e gli Hollies.

Per lungo tempo si credette che un incendio divampato all’interno dell’archivio della RAI negli anni ottanta avesse distrutto le registrazioni di questa edizione.

Nel gennaio 2017 è ritrovata all’estero, probabilmente a Malta, la serata finale trasmessa in Eurovisione. Tale evento è annunciato durante la puntata di Porta a Porta del 25 gennaio dello stesso anno. Contestualmente, il materiale ritrovato è pubblicato sul sito Rai Play. In questa occasione, la direttrice di Rai Teche Maria Pia Ammirati smentì l’ipotesi dell’incendio che si era diffusa, affermando che in quel periodo la RAI non registrava gli eventi trasmessi in diretta televisiva.

Il caso Luigi Tenco

Quest’edizione del Festival di Sanremo è passata agli annali per aver fatto da sfondo al suicidio di Tenco, presente alla gara con ‘Ciao amore, ciao’ abbinato alla cantante francese Dalida, alla quale era legato anche sentimentalmente. Il brano è eliminato dopo la prima serata.

Nella notte tra il 26 e il 27 gennaio, viene ritrovato il corpo senza vita del cantante piemontese.

Una morte tragica e misteriosa che ha lasciato tristezza, domande e una scia di buchi neri mai colmati, che ha destato scalpore e critiche quando, nonostante la notizia diffusa, fu scelto di mandare avanti il festival.

The Show must go on, dissero tacitamente e messo da parte il trambusto delle ambulanze e della polizia, tutti sono tornati sul palco dell’Ariston a cantare.

Secondo l’ultima ricostruzione Luigi Tenco si recò nella sua stanza all’hotel Savoy. Effettuò due telefonate: una ad Ennio Melis della RCA, e non ottenne risposta, la seconda a Valeria, una ex fidanzata di qualche anno prima. I due parlarono di progetti, di intenzioni da realizzarsi a breve, di rincontrarsi il giorno dopo e di partire per il Kenya. Tutto confermato nel 2002 dalla stessa Valeria che aggiunse che Luigi aveva scritto dei fogli con nomi e cognomi denunciando alcuni fatti che vanno ben al di là della manifestazione canora. Valeria rivelerà che, nel corso della telefonata ricevuta, il cantante era irritato e che voleva tenere una conferenza stampa il giorno seguente per denunciare la combine delle scommesse clandestine che incombeva sul Festival. Tenco era determinato a fare nomi e cognomi, e che avrebbe buttato giù due righe come promemoria. La telefonata sarebbe terminata all’una di notte del 27 gennaio.

Un’ora dopo, il corpo di Tenco viene ritrovato da Lucio Dalla e successivamente da Dalida nella sua stanza.

Il corpo riportava un foro di proiettile alla testa, l’entrata del foro era sulla tempia destra, quello d’uscita era sulla tempia sinistra. Sembra che nessuno sentì lo sparo. Vicino al corpo un biglietto scritto a mano contenente il seguente testo:

Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi.

Questo fece subito pensare al suicidio come spiegazione della morte, tanto più che Tenco aveva acquistato una pistola l’anno precedente per difesa personale.

L’ultimo a immortalare vivo il cantante fu il fotografo e giornalista Renato Casari, nella tarda serata. In questo primo piano Tenco appare sorridente ma con lo sguardo assente.

Speculazioni e chiusura del caso

Nonostante ciò, per molti decenni, sono sussistiti dubbi: Tenco aveva inoltre sostenuto che poche settimane prima, a Santa Margherita Ligure, due automobili, dopo averlo speronato, avevano tentato di mandarlo fuori strada, senza alcun motivo apparente. Per questi e per altri motivi, dopo anni di pressioni esercitate da una parte della stampa e dal fratello Valentino, a trentotto anni dai fatti, la procura generale di Sanremo ha disposto la riesumazione della salma per effettuare nuovi esami e viene eseguita l’autopsia. Il 15 febbraio 2006 viene confermata l’ipotesi del suicidio. Caso chiuso!

La famiglia, tramite la nipote Patrizia Tenco, decise di condividere la tesi ufficiale come veritiera, considerando speculazioni tutte le altre ipotesi. Anche i colleghi Bruno Lauzi, Gino Paoli, Fabrizio De Andrè e Ornella Vanoni sostennero la tesi del suicidio come verosimile.

Tenco era rimasto turbato dal tentativo di suicidio con arma da fuoco di Paoli stesso nel 1963, prima di rompere la loro amicizia, e negli ultimi giorni di vita aveva fatto allusioni a un “epilogo drammatico”. Lauzi disse in seguito che Tenco, sebbene non fosse depresso, in momenti di sconforto gli aveva più volte detto di volersi sparare. Inoltre la sera della morte era apparso stravolto anche prima di esibirsi, mentre dopo, secondo Radaelli, “aveva lo sguardo strano di chi era già in un altro mondo“. Paoli e la Vanoni affermano che, quella sera, per smaltire la delusione dell’eliminazione, Tenco avesse bevuto molto e assunto molte pastiglie di Pronox, un barbiturico e nella stanza ne fu ritrovata una scatola vuota. Forse queste sostanze gli avessero causato uno stato di forte alterazione psicologica, tale da spingerlo al tragico gesto.

Ai funerali non vi fu partecipazione dei cantanti o discografici, tranne che per la presenza di Fabrizio De Andrè, i fratelli Reverberi, Lucio Dalla ed Ezio Radaelli.

Alessandro Carugini

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