Esteri

Cina, un poligono nel deserto: i bersagli sono copie di navi e portaerei USA

L’esercito cinese usa modelli e riproduzioni di portaerei Usa come obiettivi nelle esercitazioni svolte in una zona remota del deserto occidentale.

Dalle immagini satellitari, si legge sul sito web Us Naval Institute, emerge che l’Esercito popolare di liberazione (Pla) si starebbe concentrando sugli attacchi e la “neutralizzazione” di uno dei mezzi chiave del potere americano: nel deserto del Taklamakan, nello Xinjiang, sono state riprodotti una portaerei e due cacciatorpedinieri missilistici guidati classe Arleigh Burke. Entrambi sono in dotazione alla Settima flotta Usa nel Pacifico occidentale, comprese le acque intorno a Taiwan.

L’esercito cinese ha realizzato dei modelli in scala 1:1 di portaerei e navi Usa da utilizzare probabilmente come bersagli durante test di missili balistici a lunghissimo raggio, una sorta di poligono di addestramento.

Secondo quanto riportato dalla Reuters, questi modelli riflettono gli sforzi della Cina per difendersi da attacchi navali, in particolare dagli Stati Uniti, visto il crescere delle tensioni con Washington, che rimangono alte sia su Taiwan che sul Mar Cinese Meridionale e che si starebbero avvicinando pericolosamente a un punto di non ritorno.

Le immagini satellitari hanno anche mostrato un sistema ferroviario di circa 6 metri di larghezza su cui è montato un bersaglio delle dimensioni di una nave. Secondo gli esperti, questa sagoma potrebbe essere utilizzata per simulare una nave in movimento.

I programmi missilistici cinesi sono supervisionati dalla PLARF, il comando delle Forze Missilistiche dell’Esercito Popolare di Liberazione, conosciute in precedenza come Secondo Corpo d’Artiglieria. Il ministero della Difesa cinese non avrebbe finora risposto a richieste di commenti.

Secondo l’ultimo rapporto annuale del Pentagono, il PLARF avrebbe condotto a luglio dello scorso anno il suo primo lancio nel Mar Cinese Meridionale lanciando sei missili balistici antinave DF-21 nelle acque a nord delle Isole Spratly, una zona in cui la Cina ha delle controversie territoriali con Taiwan e altri quattro paesi del sud-est asiatico

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