E’ stato proiettato ieri al Festival CinemAmbiente di Torino, in programma dal primo al 6 ottobre, il documentario “L’Etincelle – The Spark“, sulla Zad francese di Notre-Dame-des-Landes. Zad è l’acronimo di “zone à défendre“, zona da difendere, e indica un’area rurale occupata per preservarla da progetti di costruzione edile.
CinemAmbiente: la storia della Zad di Notre-Dame-des-Lantes
Tra le pellicole presentate al Festival CinemAmbiente, quella sulla Zad di Notre-Dame-des-Lantes racconta una storia fatta di scontri con il governo e senso di comunità. La zona occupata nasce ufficialmente nel 2008 vicino Nantes, nel nord-ovest della Francia per impedire la costruzione di un aeroporto. Negli anni in molti hanno definito la strada intrapresa dalla comunità zadista “un’utopia”, anche a causa delle irruzioni da parte della polizia.
Nel 2018 il governo francese ha abbandonato il progetto dell’aeroporto e ha disposto il ritorno dell’area ad uso agricolo. Per questo motivo ha ordinato lo sgombero dei 250 abitanti della zona, tutti agricoltori e attivisti.
Nella settimana dedicata alla Terra Valeria Mazzucchi e Antoine Harari ci raccontano la realizzazione di quella che definiscono “una breccia dentro il modello unico socio-economico proposto dalle nostre società“. I due registi hanno seguito per tre anni la comunità della Zad per capire le ragioni dietro l’occupazione:
«Abbiamo assunto uno sguardo vicino ed empatico con i suoi residenti. Evitando di entrare in un approccio meramente politico, abbiamo voluto conoscere le ragioni personali che hanno portato i nostri personaggi ad investire nel progetto della Zad».
Le lotte della Zad per riportare l’ambiente al centro
Nell’area a 30 chilometri da Nantes le prime manifestazioni e occupazioni risalgono già agli anni Settanta. Nel corso degli anni si è sviluppata una comunità in lotta contro il capitalismo e le grandi opere di costruzione statali. Gli abitanti della Zad sono ora un punto di riferimento per le lotte ecologiche di tutti gli attivisti che vogliono riportare l’ambiente al centro del mondo.
I due registi alla domanda se il modello di Notre-Dame-des-Lantes fosse esportabile in altre parti del mondo, hanno risposto:
«Ci sono diversi esempi di realizzazione di ideale di una forma di vita diversa. Per ora i luoghi sono limitati, ma certamente dà il coraggio di sperimentare».
La comunità zadista al centro del documentario infatti non è l’unica in Europa. Ce ne sono in Germania e in Svizzera e anche queste nascono dall’occupazione illegale di aree che lo Stato voleva destinare a grandi opere.