Clubhouse, il nuovo fenomeno di internet ha pianificato il suo sbarco nel mondo social. Celebrità, inviti mirati, utenti iPhone ma non Android, e niente Facebook. Clubhouse prodotta da Alpha Exploration, è pronta a rivoluzionare il mondo dei social network. Con solo audio, permette di creare stanze in cui discutere “a voce” dei propri argomenti preferiti. Lanciata nell’aprile del 2020, la strategia di marketing è stata attentamente pianificata dai fondatori Paul Davison e Rohan Seth. Potendo entrare a farne parte solo su invito, questi sono stati inizialmente distribuiti col contagocce alle più note celebrità statunitensi. Queste a loro volta hanno iniziato ad invitare amici, dando così vita a un circolo elitario.

Entrare in Clubhouse significava inizialmente far parte di un club esclusivo: ed è proprio per questo motivo che i media d’oltreoceano hanno cominciato a interessarsi al nuovo fenomeno social. Tra i primi “fortunati” a far parte dell’esclusivo club appaiono Oprah Winfrey, il miliardario Marc Andreessen, l’attore Chris Rock e la popstar Drake. La vincente strategia ha portato in poco più di due mesi a contare 1.500 utenti attivi e la valutazione del nuovo network a 100 milioni di dollari. Giunto in Italia ad inizio gennaio, il meccanismo ha generato una nuova catena favorendo l’ingresso di influencer, comunicatori, guru del marketing e molte altre figure professionali.

Nella foto  Clubhouse-app  photo credit: vanityfair.it
Nella foto Clubhouse-app photo credit: vanityfair.it

Clubhouse-app, le regole

Introdursi nel circuito di Clubhouse ora è un pochino più facile. E’ sufficiente infatti mettersi in lista d’attesa e attendere che qualche conoscente ne permetta l’ingresso. Il concetto di struttura a inviti ha due effetti: il primo è quello di entrare a far parte di un club “esclusivo”; il secondo che è prevalentemente usato da nomi noti del mondo social e dello spettacolo. Cosa che conferisce ancor di più fiducia tra i nomi popolari che ne fanno parte, è la peculiarità che i messaggi vocali si dissolvono quando la stanza viene chiusa. Insomma Clubhouse non è per tutti. Lo si capisce da subito dalla scelta iniziale, che ne permette l’uso solo ai possessori di IPhone, snobbando persino Facebook, il cui profilo è utilizzato da 2,7 miliardi di persone nel mondo, prediligendo al contrario, i profili Twitter o di Instagram. Clubhouse si è così costruita una fama di esclusività.

Chiunque dei “fortunati” riesce ad accedere deve però rispettare alcune regole. Per esempio deve farlo con il proprio nome e verificare l’identità. L’iscrizione è possibile solo al compimento dei 18 anni. E’ fatto rigoroso divieto, di qualunque tipo di “abuso, bullismo e molestie nei confronti di nessuna persona o gruppo”. Qualora si rilevi un’infrazione di una di queste importanti regole Clubhouse-app prevede una serie di provvedimenti che vanno dall’ammonimento alla sospensione e dall’espulsione alla segnalazione alle forze dell’ordine. Inoltre è prevista la figura del moderatore che regola i partecipanti e il taglio della conversazione. La stanza è completata dagli speaker e dagli ascoltatori che hanno la facoltà di assistere e intervenire.

di Loretta Meloni

Immagine di copertina (Clubhouse-app) photo credit: blogsicilia.it

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