Qual è il modo migliore per combattere il caldo estivo, se non sorseggiare dei buoni e freschi cocktails? In queste righe potrete trovare alcune delle proposte più fresche che potranno accompagnarvi nelle uscite e giornate più calde.
Se l’indecisione vi assale, lasciatevi trasportare dalle loro curiose storie, dalla nascita agli aneddoti in essi celati. Chissà che non scopriate nuove storie da raccontare e vantarvi con i vostri amici di aperitivo.
Bellini: la nascita di un’amicizia
La storia di amicizia celata dietro al cocktail “Bellini” è quella tra il suo inventore Giuseppe Cipriani e un americano di nome Harry. Il padre del Bellini dopo la Prima Guerra Mondiale si vide impegnato in numerosi viaggi, in giro per l’Europa e l’Italia, tra cui Venezia, dove nel 1927 conobbe Harry, il nipote di una singolare signora statunitense. L’anziana donna, ricoperta da diversi problemi, ripartì e lasciò da solo il nipote, senza soldi con cui mantenersi. Il giovane dopo aver stretto un legame con Cipriani, ricevette da quest’ultima una cospicua somma di denaro in prestito per tornare in patria.
Dopo circa 4 anni il giovane Harry tornò in Italia per sdebitarsi con Cipriani, aggiungendo ulteriore denaro alla somma precedentemente prestata. Cipriani decise così di aprire il suo Harry’s Bar, in onore dell’amico e durante il 1948, quando a Venezia si respirava un fervido ambiente culturale, ebbe un’idea. A seguito di una mostra di Giovanni Bellini, Cipriani si lasciò ispirare dalla sua arte e diede vita ai cocktails Bellini. I panneggi delle opere di Bellini, le ritroviamo nel colore rosato della bevanda ricavato dalla purea di pesche bianche.
Tra letteratura e musica: i cocktails Hemingway e Tequila Sunrise
Lo scrittore Ernest Hemingway, non è solo conosciuto per la sua magistrale scrittura, molti riconoscono il nome da un cocktail altrettanto famoso. Sembra infatti che quest’ultimo sia nato proprio sotto una specifica indicazione dello scrittore, intorno gli anni Trenta presso l’El Florida dell’Havana. Il drink è una variazione del Daiquiri, che prevede l’aggiunta del Maraschino per sostituire lo zucchero e una maggiore quantità di Rum. Ma perché sostituire lo zucchero? Da alcune ricerche sembra proprio che il famoso scrittore era diabetico e per questo motivo aveva richiesto quest’accortezza. Il nome, affettuosamente donatogli era “Papa Hemingway”, uno dei suoi soprannomi, per poi diventare ufficialmente, “Hemingway Special”.
Il “Tequila Sunrise” è un ulteriore cocktail estivo da provare assolutamente! Il nome deriva dalle sfumature colorate della bevanda che rimandano ad una romantica alba. La ricetta risale agli anni Settanta da Bobby Lazoff e Billy Rice, bartender californiani. Il mondo della musica è particolarmente legato a questo cocktail tanto da intitolare nello specifico due brani “Tequila Sunrise”, rispettivamente gli The Eagles e la band Cypress Hill. Questo cocktail fu una piacevole scoperta anche per Mick Jagger. Durante la festa di apertura dell’American Tour del 1972 chiese un “Margarita” ma gli fu proposto dallo stesso Lazoff il “Tequila Sunrise”. Il gruppo talmente colpito dal cocktail decise di soprannominare il tour “Cocaine & Tequila Sunrise Tour“.
Il cinema muto durante il Proibizionismo: Mary Pickford
Il Proibizionismo, portava con sé restrizioni e leggi molto severe per ciò che riguarda la consumazione di alcolici. Nel 1920 dietro il bancone del bar all’Hotel Nacional de Cuba dell’Havana, nacque in gran segreto il “Mary Pickford“. Il nome è un omaggio all’attrice Gladys Smith, conosciuta come Mary Pickford, celebre nei film muti. Una personalità molto influente che insieme a Charlie Chaplin, fondò la United Artists. La creazione è contesa da Eddie Woelke, ideatore de “El Presidente“, e il barman Fred Kaufmann che probabilmente è stato il primo a preparare i cocktails, quando Mary Pickford, Charlie Chaplin e Douglas Fairbanks fecero una visita nella capitale cubana.
L’ultimo cocktail che proponiamo di assaggiare, non solo per il gusto all’arancia ma per la “divertente” e curiosa storia che lo lega è lo “Screwdriver“. Tradotto “cacciavite”, sembrava essere l’utensile utilizzato da alcuni tecnici che lavoravano all’estrazione del petrolio, per miscelare la bevanda a base di vodka e succo d’arancia, poiché l’unico a portata di mano.
Silvia Colaiacomo
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