
Colpo di Stato in Gabon: nel Paese africano da poco più di due milioni di abitanti, una dozzina di soldati e poliziotti ha annunciato l’annullamento delle elezioni, lo scioglimento di “tutte le istituzioni della Repubblica” e la “fine del regime“.
In un messaggio televisivo trasmesso sul canale Gabon 24, dodici militari tra guardie presidenziali, membri dell’esercito e agenti di polizia hanno annunciato di aver annullato i risultati delle elezioni e di aver sciolto «tutte le istituzioni della repubblica». Uno di loro ha aggiunto che hanno «deciso di difendere la pace mettendo fine all’attuale regime» a causa di politiche di «governo irresponsabili e imprevedibili che hanno progressivamente deteriorato la coesione sociale e che rischiano di portare il paese nel caos». I militari hanno anche detto che i confini del paese sono stati chiusi «fino a futura comunicazione». Il loro annuncio è stato diffuso anche sul principale canale della televisione pubblica, Gabon Première.
Durante la dichiarazione, sono stati uditi colpi di armi automatiche in diversi quartieri di Libreville. Secondo i risultati annunciati dal presidente del Centro elettorale gabonese (CGE), Michel Ste’phane Bonda, alla televisione di Stato Gabon 1e’re, il principale rivale di Bongo, Albert Ondo Ossa, ha ottenuto solo il 30,77% dei voti. Albert Ondo Ossa aveva denunciato “brogli orchestrati dal campo di Bongo” due ore prima della chiusura dei seggi, sabato, e in quel momento stava già rivendicando la vittoria
Colpo di Stato in Gabon

L’annuncio del colpo di Stato è arrivato poco dopo la pubblicazione dei risultati ufficiali delle elezioni presidenziali di sabato, che hanno visto il Presidente in carica Ali Bongo Odimba, al potere da 14 anni, vincere un terzo mandato con il 64,27% dei voti. Secondo i golpisti, il suo è “un governo irresponsabile e imprevedibile che si traduce in un continuo deterioramento della coesione sociale che rischia di portare il Paese nel caos”. Per questo, come ha detto uno dei militari leggendo in Tv un comunicato a nome del “Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni”, “abbiamo deciso di difendere la pace ponendo fine all’attuale regime”.