Alzi la mano chi non ha mai mangiato un cono gelato. Impossibile, vero? Il gelato è un’istituzione, salvavita in estate, ma piacevole anche in inverno. Il cono invece, è un pratico contenitore commestibile, fatto di cialda di wafer o di biscotto, e rende il gelato da passeggio una delle scuse più belle per incontrare un amico. Sebbene tutti ne mangiamo a volontà, sappiamo qual è la sua vera storia? Chi l’ha inventato, e come ha avuto questa idea geniale? Scopriamolo nel Metropolitan Today di oggi.
Il gelato, per sua natura, ha vita breve. Per questo, per poter essere consumato comodamente, deve stare su un supporto. Si narra che proprio in Italia nacquero i primi gelati confezionati in ostie di pane, e che già ai tempi di Caterina de Medici la ricetta, attraverso la servitù, venne esportata in Francia. I coni di carta e metallo, utili ma sicuramente scomodi, erano utilizzati in Inghilterra, Germania e Francia durante il 19 secolo.
Il brevetto del cono gelato
Il 13 dicembre 1903 un fortunato italiano, Italo Marchioni, riceve il brevetto n.746971 per l’invenzione del cono gelato, da lui venduto in America sin dal 1896. Infatti, l’inventore ebbe l’idea per servire i suoi gelati venduti in bicchieri di vetro. Capitava spessissimo purtroppo, che i bicchieri gli venissero rubati, o frantumati. Questa è naturalmente la versione ufficiale, sebbene a Marchioni venne dato il brevetto, moltissimi dopo di lui cercarono di attribuirsi la paternità di questa splendida invenzione. Frederick Bruckmann poi, già dal 1912 realizza una macchina per arrotolare meccanicamente i coni.
Ma tradizione vuole che un altro italiano, un certo Spica, produttore di gelati napoletano, abbia realizzato un metodo per rendere impermeabile il cono, creando il cosiddetto Cornetto, di cui registra il marchio nel 1960. Il marchio, acquistato da Unilever nel 1976, ha reso il Cornetto famoso in tutto il mondo. In ogni caso, di chiunque sia la paternità, ringraziamo l’inventore per questo prodotto delizioso, che avrà sicuramente lunga vita, e che mette d’accordo tutti, grandi e piccoli.
a cura di Marianna Soru
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