Consigli per romantici a caccia di film d’amore: non ci sono più le rom-com di una volta

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Di Benedetta Vicanolo

“Non ci sono più le rom-com di una volta”. Le commedie romantiche sono state per lungo tempo, soprattutto nel passaggio tra i due secoli un punto focale di attrazione e riassunto paradigmatico di un mondo che, a vederlo a posteriori, sembra raccontare molto più di noi che di sé. Oltre ogni snobismo che la critica cinematografica puntualmente rivolge nei confronti di questo specifico genere, alcune Rom-Com sono vedette di un panorama immaginifico di un’ampia fascia di popolazione.

Le Rom-Com sono “cose da femmine” quindi escluse a prescindere dal bacino dell’impegno drammatico di chi vuole una storia che non si estingua nel bacio tra due amanti. Affermazione che deriverebbe dal fatto che solitamente questo tipo di film segue degli schemi molto rigidi e plasticosi, snaturando la vera matrice umana dei rapporti in nome di trame ad effetto in grado di strappare sospiri. Nel corso del tempo protagonista indiscussa del genere è stata una donna angelo del focolare in cerca dell’uomo perfetto, oppure un’eroina che insegue i propri sogni e che scappa dall’amore oppure ancora una donna che fa da anello di congiunzione tra i suoi sentimenti e quelli dell’uomo senza macchia e senza paura incapace di dimostrare affetto. Tuttavia se dovessimo limitarci a questi giudizi è evidente la matrice maschilista e assolutamente infondata dietro a giudizi superficiali di una critica superficiale. Oggi, oltre a non essere “robe” a esclusivo consumo femminile, le rom-com raccontano la società, meglio ancora la percezione che ha la società di determinate tematiche. Tuttavia il loro andamento nel corso degli anni è intrinsecamente legato alle donne e alla loro storia.

Che cosa sono le Rom-Com? Esempi di “amori indisciplinati”

Long Shot (Jonathan Levine, 2019)

Per parlare di commedie romantiche sarebbe meglio risalire alle sue origini e quindi sviscerare tutto il repertorio di Katharine Hepburn e dei suoi anni d’oro per parlare di un cinema che finalmente dava risalto ai desideri della spettatrici femminili. Dal genere alle sue origini la protagonista femminile è stata plasmata ancora e ancora, dalla donna emancipata e caratterizzata da qualità tradizionalmente maschili a quella che scappa dal claustrofobico ambiente domestico diventando una traditrice del suo ruolo di madre e moglie fino all’appropriazione definitiva – o quasi – del suo corpo e dei suoi sogni. Perdoneranno i più pignoli di questo dilettantistico excursus storico che tuttavia risulta fondamentale per parlare delle rom-com di un passato più prossimo e di un presente ancora macchiettistico.

Alcune delle commedie romantiche più famose hanno segnato le costellazioni di riferimento del nostro contemporaneo. Negli anni a noi più prossimi Pretty Woman, Notting Hill, Se mi lasci ti cancello, Il diario di Bridget Jones e Dieci cose che odio di te sono stati solo alcuni dei film che hanno formato intere generazioni e collaborato nella creazione di aspettative rispetto alla costruzioni di relazioni e sentimenti. Molti dei titoli, prima dell’esplosione delle grandi piattaforme streaming, assicuravano grandi incassi al botteghino e soldi facili a cui puntare con la realizzazione di film semplici con attori particolarmente attraenti in grado di regalare storie da sogno e spesso totalmente irrealizzabili su cui poter fantasticare.

L’amore del nuovo millennio

Parlare di rom-com contemporanee non è facile se pensiamo alla complessa realizzazioni di opere che riescano a debellare cristallizzate idee di mascolinità e femminilità, o per andare sul pesante rispetto a concetti come il genere identitario, l’orientamento sessuale, l’abilisimo e la grassofobia, senza risultare bellicose o forzate. Il pubblico contemporaneo, particolarmente attento a determinate tematiche, potrebbe spostare facilmente l’asticella del successo o dell’insuccesso di un determinato prodotto. Per questa ragione il panorama audiovisivo ha costruito, per un’ampia consumazione, prodotti che destabilizzano quell’idilliaca storia d’amore tra esseri perfetti, preferendo dare risalto alle cicatrici e alle sfumature di imperfezione tipiche della natura umana. Sia chiaro che di storie impossibili il cinema ne è ancora permeato, ancora a pagare lo scarto della sua grossa eredità come fabbrica di sogni. Ma se di mondi irrealizzabili è fatto il cinema, la società cerca di riappropriarsi di storie vere che raccontano di tutt*.

Oltre ogni idealizzazione, le rom-com di oggi raccontano in modi semplici sentimenti complessi che legano la crescita personale e i propri traumi con i compromessi strettamente condizionati dal proprio rapporto con un’alterità, un interesse amoroso, qualcuno per cui ne valga la pena. Senza prendersi mai davvero troppo sul serio, le rom-com di oggi dimostrano un’evoluzione della nostra società e la capacità di dare la giusta dignità storica a sentimenti umani. Tra questi segnalo alcuni dei film più belli degli ultimi anni che hanno saputo parlare di amore in maniera reale, assecondando quella vena squisitamente sentimentale che fa da iconografia al genere stesso. Ma poi anche se non fossero reali, anche se fossero amori esasperati, ricordiamo che la sala di spielberiana memoria è il luogo prediletto dei mondi impossibili quindi, in ultimo, la soluzione è quella di assecondare il gioco dell’illusione rimanendo ancorati alla giustizia della sua rappresentazione, permettendo a tutte le sfumature dei sentimenti di essere raccontate.

Titoli post 2010

Easy Girl, film di Will Gluck che ha lanciato la carriera di Emma Stone, racconta la storia di Olive, una normale studentessa, che per aiutare un suo amico inventa una bugia sulla sua vita sessuale. Il pettegolezzo si diffonde nella scuola e viene additata come una ragazza facile: a questo punto Olive deve decidere se esserne vittima oppure far vedere di che pasta è fatta. “Esiste soltanto nei film degli anni 80? Voglio John Cusack con un boom box fuori dalla mia finestra, voglio andarmene su un taglia erba con Patrick Dempsey, voglio Jake di “Un compleanno da ricordare” che mi aspetta fuori dalla chiesa, voglio Judd Nelson che alza il pugno al cielo perché sa di avermi conquistata!”. Io prima di te è un film tratto dall’omonimo romanzo di Jojo Moyes e diretto da Thea Sharrock, si aggiunge alla lista dei film che raccontano l’amore e la sua capacità di trovare sempre la strada per fiorire. Pur non essendo una grande fan di questa tipologia di film, perché totalmente non incapace di reggere lo straziante impatto con la realtà, Io prima di te si libera in parte dalle retoriche sul tema e riesce a regalare smottamenti nello stomaco. “Non voglio rientrare ancora. Voglio essere un uomo che è stato a un concerto con una ragazza vestita di rosso, ancora per qualche minuto”. Sullo stesso filone Quel fantastico peggior anno della mia vita di Alfonso Gomez-Rejon che racconta in modo scevro da qualsiasi compassione sull’argomento l’amicizia di due compagni di classe con Rachel, una ragazza malata terminale, e del loro progetto di realizzare un film. “Se questa fosse una commovente storia romantica ci guarderemmo con bramosia e ci baceremmo con l’ardore di dodici soli infuocati… Ma non è una storia romantica!”

The Spectacular Now di James Ponsoldt è probabilmente uno dei più controversi da consigliare perché mette in scena quel tipico copione del ragazzo arrogante e festaiolo e della ragazza sfigata, eppure sembra diverso da tutto ciò che si è visto fino ad adesso perché all’interno di questa spirale di eventi predeterminati sembra trovare spazio qualcosa di straordinario (appunto). “Ho sputtanato le cose belle e le cose brutte finché non c’è stato più nulla. La vera sfida nella mia vita, la vera difficoltà sono io. Sono sempre stato io. Per quanto possa ricordare non ho mai avuto paura. Paura dei fallimenti. Di creare dispiacere alle persone. Di fare loro del male. Fare del male. Ho tenuto alta la guardia e mi sono concentrato su altre cosa, altre persone. Se non avessi mai sentito niente, niente mi avrebbe danneggiato. Ma la cosa più bella di oggi è che ci sarà un altro domani e potrò ricominciare.” Il film weirdo della lista non può che essere (500) giorni insieme di Marc Webb, che unisce le vibes di molti film indipendenti dal Favoloso mondo di Amelie a Se mi lasci ti cancello, e , allo stesso tempo, si distingue grazie alla sua dissacrante vena realistica. “Non avere esitazioni”, “Ce la puoi fare”: non è incoraggiamento, è istigazione al suicidio. Se Puzzola si buttasse senza esitare sarebbe un gatto morto. Sono tutte bugie, siamo dei bugiardi, anche lei.” Infine, Non succede ma se succede di Jonathan Levine che è l’unica rom-com che in questi anni tanto difficili è riuscita a farmi ridere fino alle lacrime, racconta eventi impossibili e storie impossibili ma forse, proprio grazie alla sua sregolatezza, riesce a spezzare il velo di ordinarietà per regalarci nella sua parvenza di realtà quei sentimenti umani ai quali il cinema è subordinato. Da una candidata alla presidenza degli Stati Uniti e un giornalista irresponsabile e squattrinato non possiamo che aspettarci scintille tra battute al vetriolo e scampati atti terroristici sotto ecstasy. “Nel discorso mettici nostalgia, riferimenti alla cultura pop… Jimmy Fallon ci ha costruito la carriera sopra.”

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Benedetta Vicanolo