“Continuavano a chiamarlo Trinità”: cult da poker

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Di Redazione Metropolitan

I più grandi registi del mondo hanno apprezzato e a loro volta copiato gli spaghetti western, motivo di orgoglio per il cinema del “Bel Paese” che in “Continuavano a chiamarlo Trinità“, film del lontano 1971 nonché capolavoro del regista romano Enzo Barboni, sotto lo pseudonimo di E. B. Clucher, trova la sua massima espressione. Qualunque scena di questo film è memorabile e lo rimarrà per sempre anche per la meravigliosa colonna sonora di Annibale e Franco Micalizzi con il celebre assolo di tromba, eseguita in esclusiva negli studi di SBS Italian, oggi considerata una delle pietre miliari della storia del cinema italiano e recentemente riportata alla ribalta da Quentin Tarantino, che ne ha proposto un omaggio nel suo Django Unchained“.

Quello che oggi è un film cult, è stato a lungo considerato un B-Movie invece lo spaghetti-western vira definitivamente nella comedy con in scena il magico duo campione del genere Bud Spencer e Terence Hill, con le celeberrime scazzottate e tutta una serie di clichè che diventeranno un marchio di fabbrica della successiva filmografia del dinamico duo.

“Continuavano a chiamarlo Trinità”: la coppia più bella del west

Trinità e il fratello Bambino in "Lo Chiamavano Trinità" - © tutti i diritti riservati
Trinità e il fratello Bambino in “Lo Chiamavano Trinità – © tutti i diritti riservati

Il western all’Italiana nella sua versione più comica e irriverente degli Anni Settanta è rappresentato da due personaggi unici del cinema: Bud Spencer e Terence Hill, una delle coppie comiche più belle della storia. Dopo lo straordinario successo di “Lo Chiamavano Trinità” sarebbe stato impossibile non produrne un seguito. La cosa incredibile è che non solo superò il precedente, ma rimase per anni il miglior incasso italiano d’ogni tempo. Con la coppia Spencer/Hill ancora più affiatata in tutta una serie di scene esilaranti: al saloon con il baro Wild Cat Hendrix, al ristorante dove i due mangiano come bufali, nel deserto dove derubano in apertura quattro fuorilegge, senza dimenticare le scazzottate, in particolare quella finale alla missione.

Piccola chicca: nel 1959 i due hanno recitato insieme in Annibale, una pellicola storica. In realtà senza neppure saperlo, visto che comparivano in scene diverse e con i loro nomi di battesimo. Tutta un’altra storia, invece, nel 1967 quando i due hanno dato inizio alla loro epopea con “Dio perdona, io no“. Proprio perché rivolto a un pubblico internazionale, quello dei film western famosi in tutto il mondo, dovettero americanizzare i propri nomi su richiesta del regista Colizzi.

“Continuavano a chiamarlo Trinità”: trama

Bud Spencer (Bambino) e Terence Hill (Trinità) in "Continuavano a chiamarlo Trinità" - © tutti i diritti riservati
Bud Spencer (Bambino) e Terence Hill (Trinità) in “Continuavano a chiamarlo Trinità” – © tutti i diritti riservati

Trinità, insieme al socio in traffici illeciti Bambino, suo rude ma bonario fratello, vengono creduti agenti federali da un signorotto, Parker, che traffica con armi destinate ai ribelli messicani. I due sono decisi a sfruttare al meglio questo equivoco e arrivati in città dopo aver ripulito, a suon di poker e di ceffoni, un bel po’ di dollari al baro Wild Cat Hendriks (scena passata alla storia), i due fratelli se ne vanno nel ristorante più costoso disponibile, dove vengono immediatamente notati da Parker, che li corrompe facendogli promettere di stare ben alla larga dalla missione dei frati.

Promessa che i due infrangeranno ben presto, quando incontreranno un gruppo di “peones“, che li ragguaglieranno sugli strani comportamenti dei frati, ben poco “da preti” ed invece molto da banditi. Scoperta la vera attività che si cela nella missione, quella del contrabbando d’armi, Trinità e Bambino progettano un colpo ad una diligenza, con Bambino stesso infiltrato tra i passeggeri, ma tra scazzottate e battibecchi, la vicenda prenderà una direzione inaspettata.

Continuavano a chiamarlo Trinità” – le migliori frasi

Asso nella manica?

Insieme alle sparatorie nei saloon, il Grand Canyon e i banditi, le partite a poker costituiscono un ingrediente irrinunciabile di un film western dal profondo legame tra cinema e poker, rinsaldatosi nel corso degli ultimi anni. Sia Wild Cat che Trinità amano impressionare i presenti al tavolo ostentando la loro agilità nel mescolare le carte.

Partita a Poker in "Continuavano a chiamarlo Trinità" - © tutti i diritti riservati
Partita a Poker in “Continuavano a chiamarlo Trinità” – © tutti i diritti riservati

Nello showdown, infatti, Terence tiene un po’ sulle spine gli avversari, indugiando a calare il quarto asso del poker che ha in mano. Hendrix, che in mano ha solo un poker di sette, accusa Trinità di aver barato mentre Wild Cat cerca invano di intimorirlo mostrandogli le due pistole che tiene alla vita, ma se ne esce dal locale con la coda tra le gambe.

Curiosità sul film

1 – “Continuavano a chiamarlo Trinità” risultava al quarto posto nelle sale con 14.554.000 spettatori. Il che significa una bomba come “Avengers Endgame” (al momento a quota 3.634.000). Sicuramente stiamo parlando di un’altra epoca, in cui il cinema era un intrattenimento di massa che ancora teneva testa alla tv, senza concorrenza di altri media come videogiochi o internet rimanendo pur sempre un fenomeno cult del nostro cinema;

2 – Per le riprese fu riutilizzata la piana di Camposecco, nel Comune di Camerata Nuova, dove erano state ambientate molte delle scene del primo film di Trinità, rispecchiando abilmente il Grand Canyon;

3 – La sera del 31 dicembre scorso, fiocca sui social network una parodia sugli schiaffi che Papa Francesco ha assestato sulle mani di una fedele troppo insistente in piazza San Pietro, a Roma. Si tratta di uno spezzone del film “Continuavano a chiamarlo Trinità“, nella scena in cui Terence Hill schiaffeggia ripetutamente il cattivo di turno. Il volto di Trinità ha improvvisamente preso le sembianze di Papa Francesco che quindi prende a schiaffoni il pistolero elegante;

4 – Nella famosissima scena della sfida a Poker, Terence Hill si presenta con una maglietta decisamente malconcia con la manica destra più lunga mentre quella sinistra più corta e strappata. Durante la partita però, ad ogni “magia” con le carte, le maniche sono invertite.
Ad indossare la maglietta “sbagliata” era il noto prestigiatore Tony Binarelli, controfigura di Terence nelle scene in cui c’era bisogno di giocare con le carte. 

Tony Binarelli e Terence Hill in "Continuavano a chiamarlo Trinità" 1971 - © tutti i diritti riservati
Tony Binarelli e Terence Hill in “Continuavano a chiamarlo Trinità” 1971 – © tutti i diritti riservati

Giuliana Aglio

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