Coronavirus nelle carceri: a Bologna il primo morto tra i detenuti

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Di Redazione Metropolitan

Primo morto a Bologna tra i detenuti. La situazione Coronavirus nelle carceri sarebbe sul punto di esplodere in questi giorni. La polizia penitenziaria richiede l’intervento di Conte.

La situazione Coronavirus nelle carceri

Il segretario nazionale della UilPa, Gennarino De Fazio, si è scagliato con parole durissime contro il mancato piano di precauzione che doveva mettersi in moto a salvaguardia dei detenuti nelle carceri italiane. È infatti morto il primo detenuto a causa di Bologna. Si trattava di un detenuto di 76 anni, a quanto pare aveva altre patologie pregresse. L’uomo era stato ricoverato pochi giorni fa all’interno del carcere di Bologna per poi essere spostato agli arresti domiciliari per consentire il trasferimento in terapia intensiva.

De Fazio redarguisce il ministro della salute e l’amministrazione penitenziaria per aver fatto troppo poco e troppo lentamente nel tentativo di salvaguardare i detenuti:

“Il ministro Alfonso Bonafede e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria hanno tante colpe e responsabilità nell’assolutamente inadeguata gestione delle carceri.”

Coronavirus nelle carceri: a Bologna il primo morto tra i detenuti
Immagine dal web
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È molto alto, spiega De Fazio, il rischio che la situazione Coronavirus stia per esplodere all’interno delle carceri italiane. Mentre il picco sembra essere stato già raggiunto nel resto d’Italia, dentro le carceri vi è una situazione a parte. Come un piccolo microcosmo separato all’interno del quale solo adesso il virus sta sviluppandosi tra i detenuti.

“Nel Paese pare si stia registrando il picco, nei penitenziari potrebbe essere in piena fase di sviluppo e ascesa. Motivo, questo, che dovrebbe indurre ad adottare più efficaci e stringenti precauzioni e misure di prevenzione.”

Il segretario del sindacato ha poi richiesto nuovamente l’intervento diretto di Conte nella gestione della situazione delle carceri:

“La Presidenza del Consiglio dei Ministri assuma pro-tempore, almeno sino al perdurare dell’emergenza sanitaria, la gestione diretta delle carceri. Indugiare ancora potrebbe determinare l’irreparabile.”

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