Cosa ne pensa davvero Luke Skywalker di TLJ?

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Di Redazione Metropolitan

“Hey, come sono arrivato dall’essere il personaggio più ottimista e positivo della storia a questo uomo irritabile con istinti suicidi che vuole la gente fuori dalla sua isola?” – Mark Hamill

La nuova trilogia di Star Wars, per quanto non ancora conclusa, ha spaccato il mondo a metà. C’è chi la adora, e chi vorrebbe mozzare braccia e gambe George Lucas e buttarlo nella lava per aver venduto i diritti alla Disney. Ma la rabbia non resta tra i fan. Tra vecchia guardia, un attore in particolare è rimasto spiazzato: Mark Hamill, il nostro Luke Skywalker.

Hamill si è recentemente aperto in un’intervista per IGN: “C’è una differenza enorme tra il Ritorno dello Jedi e il Risveglio della Forza – sono rimasto spiazzato. Ho detto ‘Hey, come sono arrivato dall’essere il personaggio più ottimista e positivo della storia a questo uomo irritabile con istinti suicidi che vuole la gente fuori dalla sua isola?'”

“È stato un cambio radicale, ma credo che alcune volte essere tirati fuori dalla propria comfort zone sia una buona cosa […] Una parte di me ha detto a Rian, ‘ma un Jedi non si sarebbe mai arreso’. Secondo la mia idea, anche se Luke avesse scambiato il nuovo Hitler per la nuova speranza, certo, avrebbe sofferto, ma non si sarebbe nascosto su un’isola e spento la Forza.”

Per molti è stato difficile assistere a questo cambiamento. Per i fan, per Mark ed anche per me. C’è una parola perfetta per descrivere il trio originale nella nuova saga: Fallimento. Il fallimento dell’iconica storia d’amore tra Han e Leia. Il loro fallimento come genitori. Il fallimento di Luke nell’essere un Maestro Jedi. I tre più grandi eroi della galassia non sono riusciti a crescere un bambino, ad insegnargli la compassione e la verità. Ed è stato il loro fallimento a gettare la Galassia nuovamente nel caos.

E quali sono state le reazioni dei nostri grandi eroi? Han è scappato dalle sue responsabilità, abbandonando Leia e la Resistenza, ed è tornato al contrabbando.  Luke è scomparso in un pianeta perduto. Nessuno di loro avrebbe alzato un dito senza l’arrivo di Rey. L’unica che ha avuto almeno il coraggio di affrontare le conseguenze delle proprie azioni è stata Leia, nuovo Generale della Resistenza.

capito un cazzo tu non hai, Skywalker.

In realtà, il piano iniziale per l’Episodio VIII non doveva essere così estremo come è stata la versione di Johnson. Ad innervosire Hamill è stata anche l’incertezza sulla produzione dei film: “Ricordo che George aveva una storia programmata per tutta la trilogia. Non aveva i dettagli, ma almeno una traccia. La nuova trilogia invece sembra una staffetta: arriva il nuovo tizio, prende la torcia e corre.”

Hamill, leggendo lo script, si è riuscito ad immedesimare in Luke in una sola maniera: “Io faccio parte della generazione dei Beatles – ‘All You Need Is Love’, ‘pace e amore’. Da ragazzo, pensavo ‘quando saremo noi al potere, non ci saranno più guerre, non ci saranno discriminazioni razziali e l’erba sarà legale’. Se ci penso, la mia generazione è un fallimento. Il mondo è senza dubbio peggiore di come era prima.”

La storia degli Skywalker, quindi, è passata dall’Epica alla Tragedia nel giro di un film. Il che ha anche un certo fascino. Il problema è uno solo: non lo trovo credibile. Mi state dicendo che Luke, lo stesso Luke che ha visto del buono nel braccio destro dell’Imperatore (con diversi genocidi sulle spalle), non riesce a trovare un briciolo di speranza in suo nipote? Un ragazzino confuso? Luke ha vinto una guerra grazie alla speranza. Grazie al fatto che suo padre, il Sith più temuto della Galassia, non era perduto. E non si è mai rassegnato. Se credete che avrebbe alzato, anche per un secondo, la spada laser contro Kylo, non abbiamo visto lo stesso Star Wars.