Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Faremo un viaggio a Venezia alla scoperta di un film vincitore del Leone d’oro. Parleremo di Sicilia, di Nord Italia e di fratelli. Abbiamo dedicato questa puntata a “Così ridevano” di Gianni Amelio
Dopo il grande successo di “Il ladro di bambini” Gianni Amelio si presentò a Venezia con “Così ridevano”. È la storia di due fratelli siciliani in quella difficile Torino degli anni 60′ dove si esponevano i cartelli “non si affitta ai meridionali”. Amelio in questo caso, scegliendo di parlare del fenomeno della migrazione interna di quegli anni, non fa un film sociologico ma piuttosto sceglie un racconto filosofico. Basti pensare ai nomi dati ai 6 capitoli in cui il film è diviso. Titoli che rispecchiano altrettanti momenti importanti della vita dei due fratelli a Torino di cui vengono messi in primo piano i sentimenti piuttosto che il contesto storico.
“Così ridevano”, il cinema dei rapporti familiari di Gianni Amelio
Una delle costanti del cinema di Gianni Amelio è quello del racconto di intricati rapporti familiari. Al centro della trama di “Così ridevano” c’è infatti il dilaniante e complicato rapporto di due fratelli che cercano il riscatto sociale lontano dal loro sud. Ma ciò che trovano è una Torino indifferente e ostile dove la macchina da presa li segue costantemente scavando nella loro intimità. Amelio fa risaltare, oltre al disincanto e la rassegnazione data dalla realtà circostante, il sacrificio e la tragedia di due fratelli che cercano di cambiare un destino già scritto non rinunciando al loro doloroso rapporto.
La vittoria a Venezia e il caso “Lola corre”
La vittoria del Leone d’oro di Gianni Amelio con “Così ridevano” annunciata dalla giuria presieduta da Ettore Scola non fu accolta all’umanità. Molti in Italia tacciarono il film di Amelio di aver vinto grazie solo ad un forte intervento politico ulivista e alla grande spinta di Scola. A questo si aggiunge la presenza in concorso di molti film non considerati erroneamente per la vittoria finale. Tra questi c’era una pellicola che fu il film manifesto del cinema moderno tedesco dopo la caduta del muro. Stiamo parlando di “Lolla corre” di Tom Tykwer che non ebbe vita facile a causa di una feroce critica italiana. La pellicola di Tykwer fu definita dai giornalisti italiani un danno per Venezia a causa della sua incompresa sperimentalità. Successivamente la rivista britannica Empire collocò questo film all’ottantaseiesimo posto nella classifica dei cento migliori film del cinema straniero.
Stefano Delle Cave