Covid, Fda Usa: “Vaccini Moderna e Pfizer proteggono per almeno nove mesi”

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Di Redazione Metropolitan

Covid, Finalmente giungono buone notizie sul tema vaccini. La Food & Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha precisato che i vaccini Pfizer e Moderna riuscirebbero a proteggere contro il Covid-19 per almeno nove mesi.

Covid, Ippolito (Cts): “No allarmismi su J&J”

Lo stop alla consegna dei vaccini americani rischia di causare, e quasi sicuramente causerà nuovi ritardi per la campagna vaccinale italiana. Attenzione anche al possibile effetto psicosi, onde evitare che gli untori di panico diffondano disinformazioni e paranoie. Tuttavia sempre dall’America giungono finalmente notizie positive.

Lo precisa la Fda (ente governativo statunitense incaricato della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, dipendente dal Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti d’America). I vaccini Pfizer e Moderna riuscirebbero a proteggere contro il Covid-19 per almeno nove mesi. In Italia si attende quasi con trepidazione che si ponga fine alla sospensione sul Johnson&Johnson. 

Nel frattempo a Milano hanno ricoverata per trombosi cerebrale una 26enne, la quale 16 giorni prima aveva fatto l’AstraZeneca. Il professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, ha commentato le notizie sui vaccini e ha sostenuto con forza: “E’ ingiustificato creare allarmismi“. L’Ema ha già confermato l’efficacia di AstraZeneca, che “I benefici del vaccino superano i rischi” è cosa ormai risaputa e accettata a grandi linee dai più.

Lo stesso principio vale per Johnson&Johnson. Lo spiega all’Adnkronos SaluteAndrea Cossarizza, docente di Patologia generale e Immunologia all’università degli Studi di Modena e Reggio Emilia “Il vaccino anti-Covid di J&J è basato sugli stessi principi di quello di AstraZeneca. E’ verosimile che i rarissimi eventi avversi, che sono stati evidenziati per i due prodotti, siano riconducibili allo stesso meccanismo. Con una stessa ipotesi di origine autoimmune. I dati disponibili sembrano infatti indicare l’esistenza di una reazione autoimmunitaria“.

Giacomo Cattani